EMBRACO. CALENDA CHIEDE CHIARIMENTI ALLA COMMISSARIA UE ALLA CONCORRENZA

DI VIRGINIA MURRU
 
Da mesi, i 500 lavoratori dello stabilimento piemontese Embraco (gruppo Whirlpool), protestano perché fortissimo è il rischio di chiusura, con il conseguente licenziamento di centinaia di persone.
 
Manifestazioni dei lavoratori e sit-in si svolgono un po’ ovunque, soprattutto nelle piazze a Torino, ma una delegazione è stata ricevuta anche dal Papa, e stamattina i rappresentanti dei lavoratori si sono presentati davanti allo stabilimento Marcegaglia di Villanova d’Asti, con l’obiettivo d’incontrare il ministro Poletti, il quale si è poi reso disponibile a discutere della crisi che potrebbe portare alla chiusura dell’azienda.
Sulla crisi di Embraco il ministro ha dichiarato:
 
“Il Governo non ha intenzione di lasciare soli i lavoratori Embraco, si sta muovendo nella giusta direzione, interpellando anche l’Ue sulla questione. Whirlpool non farà quello che vuole, dovrà sedersi intorno ad un tavolo di trattative.”
 
In fabbrica c’è preoccupazione, gli operai sostengono che la multinazionale ha fatto sapere che i pezzi prodotti da Embraco non sarebbero realmente utili, ma intanto spingono l’azienda a produrre il genere che vogliono loro, mentre i lavoratori intendono resistere alle imposizioni. La contraddizione sta nel fatto che i lavoratori per Whirlpool sarebbero in via di licenziamento, ma intanto si continua a orientare la produzione nel versante che loro ritengono più opportuno.
 
I rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto interlocuzioni alla Regione Piemonte, ma le risposte sono state disarmanti: la multinazionale non risponde nemmeno alle chiamate, chiusura totale anche in termini di dialogo. I sindacati stanno incalzando il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, affinché chieda un tavolo di trattativa, e sia avviato un confronto che tenga conto delle istanze dei lavoratori. Non si può chiudere un’azienda – secondo i sindacati che difendono i lavoratori dello stabilimento Embraco – senza un incontro interlocutorio con il management.
 
Tensioni dunque e manifestazioni contro le decisioni unilaterali della Whirlpool di licenziare 500 dipendenti, che al momento sono ovviamente angosciati e disorientati.
Il ministro Calenda intanto si è messo in contatto con la Commissaria Ue, Margrethe Vestager, alla luce di quello che sta accadendo, è diventato necessario chiedere attenzione verso le ripetute delocalizzazioni di aziende che dall’Italia ‘migrano’ verso la Slovacchia, è evidente che c’è un’attrattiva legata ad incentivi concessi da quel Governo, per incoraggiare investimenti.
 
Secondo le regole Ue tutto questo è illegale e fuori controllo, pertanto le autorità di Bruxelles, secondo il ministro Calenda, dovrebbero attivare i dovuti controlli.
Accertamenti dunque su Embraco e Honeywell (Slovacchia), affinché si monitorino gli incentivi diretti e le politiche fiscali del Governo della Slovacchia al fine di chiarire che siano rispettata la normativa Ue.
 
Il ministro Calenda è anche piuttosto esplicito nei confronti delle autorità politiche slovacche:
“Fanno dumping col fine di attirare l’attenzione delle aziende manifatturiere italiane”. Certo è che il caso Embraco apre un conflitto tra l’Italia e l’Est Europa sulla questione degli aiuti di Stato e incentivi, la Whrlpool intende chiudere infatti lo stabilimento italiano per spostarlo in Slovacchia.
 
Il ministro ha poi incontrato i vertici Whirlpool, e ha chiesto che i lavoratori siano immediatamente messi in Cassa integrazione, altrimenti si prenderanno seri provvedimenti. Difficile azzardare quale sarà la conclusione di questa vicenda, certo è che non si possono lasciare centinaia di persone sulla strada, senza alcun intervento, senza nemmeno beneficiare degli ammortizzatori sociali, in attesa di una soluzione più chiara.
 
Per il momento un incontro tra sindacati e lavoratori Embraco è stato fissato per il 19 febbraio.
I lavoratori non si perdono d’animo, sono irriducibili verso i loro diritti e le lotte proseguono senza tregua, una rappresentanza delle maestranza ha fatto un ‘blitz’ anche nella sala stampa di Sanremo, quando il festival della canzone era in pieno svolgimento, “almeno siamo stati autorizzati a diffondere un comunicato”.
 
La Whirlpool temporeggia, chiede tempo per una valutazione della vertenza, potrebbe procedere all’attivazione della Cassa integrazione, in attesa di nuovi assetti e interventi di carattere tecnologico nell’area dello stabilimento. Non hanno molta fiducia alla Fiom di Torino sulle dichiarazioni dei vertici della multinazionale, che sta dimostrando un atteggiamento inqualificabile e irresponsabile.
 
Secondo le dichiarazioni di Whirlpool, la fabbrica dovrebbe chiudere i battenti, resterebbero, degli oltre 500 dipendenti, solo una quarantina, non si capisce con quali fini, o forse soltanto per rendere meno aggressive le reazioni dei sindacati. Ma nessuno a Riva di Chieri intende soprassedere di fronte a simili prospettive, né ci si può accontentare di fare terra bruciata intorno ad uno stabilimento che rappresentava la sussistenza per centinaia di famiglie.