USA. I NUOVI DATI SULL’OCCUPAZIONE HANNO FAVOREVOLMENTE IMPRESSIONATO I MERCATI

DI VIRGINIA MURRU

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Giornata di calma nei mercati finanziari, non solo nelle piazze europee, ma anche in quelle asiatiche e a Wall Street. Alcuni dati macro dell’economia americana si stanno consolidando, malgrado il clima di tempesta scatenato dall’imposizione dei dazi voluta dal presidente Donald Trump e da una parte del suo establishment.

L’aumento del tasso di occupazione (diffuso il 9 marzo) ha messo da parte l’ultima riserva dei mercati, incentivando gli indici azionari, ma non insidiando quelli obbligazionari, che avrebbero potuto provocare aumenti non previsti dell’inflazione, e pertanto indurre la Fed ad intervenire.

Gli investitori si sono sentiti più al sicuro dopo la diffusione dei dati relativi all’aumento dell’occupazione a gennaio, che balza in avanti più del previsto, e fa ingranare una marcia più decisa a Wall Street, andamento tutt’altro che ignorato dalle Borse europee e da quelle asiatiche.

Crescita dell’occupazione negli Usa dunque, ma leggera flessione nei salari rispetto a gennaio, del resto anche un loro aumento avrebbe potuto influenzare il tasso d’inflazione, e per conseguenza allertato la Fed.

In base ai dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro, il tasso di disoccupazione negli States è rimasto stabile a febbraio (rispetto a gennaio), ossia a 4,1%. Gli analisti attendevano una leggera flessione in positivo dell’indicatore.

In Italia il differenziale di rendimento tra Btp e Bund si è ridotto e ha mantenuto una certa costanza, oggi lo spread è a 137 punti base. Piazza Affari è stata favorevolmente condizionata dalla forward guidance della Bce, la quale, nell’ultima riunione del 9 marzo, ha rassicurato i mercati: nessuna mossa a sorpresa del board. L’euro è stabile, in apertura oggi era sotto 1,23 dollari.

Milano in data odierna ha aperto la seduta in positivo e a metà mattinata viaggia intorno a +0,55%, ma quasi tutte le borse europee proseguono in positivo, a parte il Fitse100 di Londra che presenta una flessione di –0,08%. A Piazza Affari, da rilevare, il balzo in avanti di Poste Italiane in apertura di contrattazioni; si aggiungono le buone performance di Leonardo, a +1,67%; Italgas, a +1,56%.

Gli analisti di Moody’s hanno alzato anche il rating su Eni, e immediato è stato il riflesso sugli investitori, dopo neanche mezz’ora dalle contrattazioni, il titolo va a +0,6%. In seguito all’upgrade di Moody’s Investors Service, il rating (a lungo termine di Eni), passa da Baa1 ad A3, e outlook negativo, ma risulta fino ad ora il più alto rating espresso da Moody’s sulle società italiane quotate.

Hanno favorevolmente condizionato l’Agenzia le aspettative di crescita nella produzione, il miglioramento degli indicatori di debito e l’efficienza gestionale dell’azienda multinazionale italiana. E’ peraltro di questi giorni la notizia che Eni fa il suo ingresso nel mercato degli Emirati Arabi, con una quota offshore; l’accordo per il 10% di Zohr, ad Abu Dhabi è stato siglato dall’Ad Claudio Descalzi e il premier Paolo Gentiloni, con il principe degli Emirati Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
Concordata una quota di ingresso del 5% per il giacimento di Lower Zakurm e una del 10% nei giacimenti a olio, condensati e gas, nell’offshore degli Emirati Arabi, indubbiamente uno dei paesi con il più alto indice di ricchezza in termini di idrocarburi.

Buone le performance della Borsa di Tokyo, dove, nelle prime ore del mattino, l’indice Nikkei è balzato a +1,65%, anche gli investitori giapponesi sono stati bene impressionati dai dati sull’occupazione negli Usa.

Nonostante gli scandali interni nel Paese si stiano rivelando ben poco edificanti per ragioni di corruzione e falsificazione di documenti, fatti che hanno travolto il ministro delle Finanze Taro Aso, per il quale si chiedono a gran voce le dimissioni. I mercati non sono rimasti indifferenti, e sulla scia di queste notizie i listini hanno subito poi dei rallentamenti. Lo scandalo, in conseguenza del quale pare ci sia stato anche il suicidio di uno dei personaggi coinvolti, ha creato notevole scalpore in Giappone.

Oggi si riuniranno i ministri delle Finanze dell’Eurogruppo, in agenda le analisi dei conti pubblici della Grecia, che ha ultimato il programma di adeguamento economico richiesto da Bruxelles. Dopo una crisi durata circa 7 anni e il risanamento dei conti pubblici, la Grecia torna ad emettere bond annuali, da domani in asta ci saranno 625 milioni di euro di titoli pubblici.

Il Paese dovrebbe essere oltre la sponda del rischio, anche Moody’s con una revisione, ha alzato il rating, portandolo da Caa2 a B3, con outlook positivo; i bond vanno in rialzo. E così i titoli di Stato di questo paese così travagliato sul versante economico, praticamente in dissesto, ora performano meglio degli altri titoli di Stato europei. La Grecia si appresta a camminare con le proprie gambe.

Le borse cinesi, infine, hanno chiuso in positivo anche in seguito alla svolta proposta dal presidente Xi, il quale si è candidato per un’investitura sul mandato a vita. In aumento le piazze di Shanghai e Shenzhen.
E in conseguenza di quest’aura politica tutta rivolta all’ottimismo, si rafforza anche lo yuan di 118 punti base sul dollaro.

In salita i prezzi del petrolio in Asia, anche qui siamo nell’area d’influenza dei dati sull’occupazione Usa, in aumento sia il Wti che il Brent.