DISSESTO 10 BANCHE: COMMINATE SANZIONI PER SOLI 67 MLN, MA 28 MLD DI PERDITE

DI VIRGINIA MURRU
 
Sono stati 10 gli istituti di credito italiani interessati dalla crisi, le conseguenze hanno lasciato segni profondi nel settore, dai quali si rilevano perdite per gli azionisti e risorse non di poco conto elargite con interventi pubblici dello Stato. Il dissesto delle banche è costato anche in termini di perdita di posti di lavoro, una delle conseguenze più serie.
 
Ma secondo il segretario di First Cisl, Giulio Romani, non esiste in Italia una legge che disciplini il “disastro” bancario, una lacuna inaccettabile, e per questo non si possono sanzionare veramente i responsabili. Inoltre, secondo il segretario Romani, occorrerebbe un garante pubblico nei Consigli di Amministrazione, proposto da Banca d’Italia e Mef, nonché una rappresentanza di dipendenti nei principali Organi di Controllo.
 
First Cisl ha portato avanti in questo ambito uno studio articolato, dal quale si rileva che “le sanzioni a manager e istituti di credito aggrediti dalla crisi nel 2011, sono state pari a 67 milioni di euro. Intanto, i vertici delle banche, hanno beneficiato di bonus per un importo pari a 113 mln di euro.. Importi che francamente questi istituti non si potevano permettere.
 
Lo studio approfondisce dunque la ricerca sulle 10 banche colpite dalla crisi, che comunque sono purtroppo note: Monte dei Paschi, Banca Etruria, CariChieti, Banca Marche, in seguito passate a Ubi e Carife transitata su Bper. oltre alle due Banche Venete (Poplare Vicenza e Veneto Banca), che sono finite nel gruppo Intesa Sanpaolo. Le tre casse acquisite da Cariparma, ossia Carismi, Caricesena e Carim.
 
Pessima la gestione, troppi compensi agli amministratori, le 10 banche travolte da scelte scellerate, hanno causato esiti veramente drammatici, secondo First Cisl, a partire dal 2011, ossia: 27,6 mld di perdite, 10,6 miliardi di risorse pubbliche impiegate per affrontare le emergenze finanziarie, 3,4 miliardi di finanziamenti del Fondo Atlante, inghiottiti dal dissesto, 4,7 mld ottenuti dal Fondo di Risoluzione.
 
A fronte di tanto spreco, il dato più eclatante: 14mila posti di lavoro persi, bruciati, ai quali, secondo gli studi di First Cisl, si sommano 5.000 uscite in Intesa, 470.000 azionisti che hanno in pratica perso in parte o del tutto i loro risparmi, nonché migliaia di obbligazionisti coinvolti nella medesima deriva. A questi ultimi sono stati rimborsati 181 milioni provenienti dal Fondo interbancario.
 
E’ possibile che si sia arrivati a tanto nella gestione di questi istituti, senza una sosta per fare dei rendiconti e prendere tutti i provvedimenti del caso, piuttosto che lasciare fluttuare queste barche che continuavano a perdere acqua da tutte le parti? Il segretario di First Cisl è veramente sconcertato, le ricadute di carattere economico-finanziario e occupazionali, sono veramente gravi.
 
Dichiara il responsabile dell’Ufficio studi di First Cisl:
 
“Fa specie lo scarso potere di controllo e deterrenza esercitato dalle Autorità italiane ed europee, i cui meccanismi sanzionatori non hanno saputo incidere e punire i responsabili, tanto che le sanzioni comminate risultano in definitiva la metà dei compensi elargiti con eccessiva generosità agli amministratori”.