AMAZON: SIAMO TUTTI LORO COMPLICI

DI NELLO BALZANO

Diciassette chilometri a piedi al giorno in media per ogni lavoratore tra gli scaffali negli enormi capannoni di Piacenza della multinazionale AMAZON, orari massacranti, ovviamente stipendi inferiori ai minimi contrattuali, l’utilizzo anche di agenzie interinali per evitare il diretto rapporto con i dipendenti e concedere a loro il “piacere” di ricattarli, queste le motivazioni che hanno spinto i lavoratori a scioperare, tutti, perché da ieri si sono aggiunti anche chi opera con le agenzie esterne.
Qualcosa si muove dove meno si aspettava, lavoratori che iniziano a comprendere cosa potrebbe significare il loro potere contrattuale nei confronti di imprenditori senza scrupoli che sfruttano la manodopera nel continuo ricatto, ed il trucco è semplice: tenere al minimo il costo del lavoro, “il cane che si morde la coda” in un’economia sana, ma un efficace metodo d’impresa per i guadagni di pochi, spesso aiutati da provvedimenti legislativi gratuiti.
In occasione dell’ennesima stupida importazione dagli Stati Uniti, il Black Friday, una scusa per aumentare le vendite con sconti anche per liberarsi di prodotti fermi in magazzino, gli addetti alla logistica di AMAZON incroceranno le braccia, un sussulto d’orgoglio necessario e benvenuto, al quale tutti dovremmo dare pieno supporto.
Già, perché con questa lotta ci stanno spiegando come fa l’azienda a promuovere ai suoi clienti prezzi di spedizione bassissimi, possibilità di abbonamento a meno di 20 euro all’anno per inviare da un giorno all’altro, nelle nostre case tutto ciò che desideriamo, ed è normale che queste promozioni trovino il consenso dei clienti, è la logica del “occhio non vede, cuore non duole”, in questo assurdo consumismo dove non si esce più al sabato pomeriggio per acquistare le scarpe dal commerciante di fiducia, lo si fa davanti ad una tastiera del computer o con lo smartphone, oltretutto si risparmia tanto così se ne comprano due paia.
È finita l’era degli acquisti di qualità, oggi tutto è basato sulla quantità, molti riempiono la casa di oggetti spesso inutilizzati, nella logica dei prezzi bassi, quindi ritornando al principio economico sopra descritto, si guadagna poco, ma giustamente si vuole qualcosa, si acquista con poco e si incentiva la produzione di merce in serie in Paesi dove i diritti dei lavoratori non sono rispettati, si utilizza manodopera di minori, e per averli a meno ci inventiamo il trasporto a basso costo, il risparmio di affitti e bollette come i tanti negozi dei piccoli commercianti, con il paradosso che questi ultimi devono rispettare le regole e non dimenticare di battere uno scontrino, i giganti delle multinazionali possono invece prendere la residenza fiscale nei paradisi fiscali.
Ecco a cosa ci hanno portato li aiutiamo ed è normale cascarci, ci mostrano il bello, il conveniente, ma ci nascondono come è possibile che questo succeda, se si rispettasse la dignità dei dipendenti, ragioniamo siamo complici di un sistema economico sbagliato, ci procura problemi e spesso però ce la prendiamo, sbagliando, con chi ci procura disagi in esso, ovvero l’anello debole: i lavoratori invece con il loro sciopero ci spiegano come realmente stanno le cose.