I RICCHI, CON LA LORO STUPIDA AVIDITÀ, FANNO GUERRA AL MONDO

DI NELLO BALZANO

Non ci sorprende più niente, nemmeno sentire che un manager guadagna in 4 giorni ciò che un operaio riceve con tanto sudore in una vita, la risposta migliore a questi rapporti che arrivano dalla confederazione internazionale Oxfam, sarebbe bello se fosse l’indifferenza, ma non per superficialità o un facile tentativo di mascherare l’invidia, ma semplicemente per far passare un messaggio: cambiamo questa logica della qualità della vita legata alla quantità di denaro.
Solo così se ne può uscire, solo così anche i manager potranno capire la pochezza dei loro comportamenti nei confronti di chi è sotto le sue dipendenze, perché è così che si ottengono i risultati oggi, in tutto il mondo: sfruttare il più possibile la classe operaia per ottenere il massimo risultato.
Parlo di classe sociale non a caso, non per riportare alla ribalta concetti leninisti o marxisti, ma perché questi oggi sono in mano a chi detiene il potere: “C’è una lotta di classe, è vero, ma è la mia classe, la classe ricca, che sta facendo la guerra, e stiamo vincendo.”. Questo è il pensiero di Warren Buffett, 44 miliardi di dollari il suo capitale, frutto di speculazioni in investimenti finanziari.
Di fronte quindi a questi concetti oggi, possiamo davvero parlare di crisi? Quanto diventa insopportabile la frase: si vede la luce in fondo al tunnel, se si riflette siamo vittime di un sistema malato, un qualcosa che ha creato la convinzione in tutti noi che il benessere si misura con l’unica condizione della quantità di denaro posseduto, un qualcosa che ha penetrato ogni logica di pensiero politico, sindacale ed economico.
Tutto costruito per contrastare le problematiche facilmente prevedibili emerse con la globalizzazione, costruire un sistema economico basato sull’instillazione della rassegnazione: se vuoi vivere devi lavorare, se vuoi lavorare devi accettare determinate condizioni, le condizioni sono che non ti conviene creare solidarietà, unione con il tuo collega o chi vive situazioni di disagio come te, ma vivere nel tuo individualismo.
Non è sadismo, ma semplicemente la più facile ricetta per allargare il consumismo a miliardi di persone, funziona talmente bene che nonostante oggi si vedono realizzate condizioni migliori di tanti poveri nei paesi emergenti, tutto ciò non si è fatto redistribuendo, ma allargando il divario tra chi contribuisce al livellamento verso il punto più basso possibile delle masse e la classe dei cosiddetti ricchi.
Non se ne esce facilmente, fino a quando non si riscopre il valore della vita nei suoi concetti basilari, non sfruttare, ma mettere a frutto le capacità di ognuno per risolvere anche piccoli problemi, non è teoria, ma semplicemente invertire la tendenza di ciò che vediamo oggi, non più investimenti in ricerca per migliorare la vita di tutti, ma spremere al massimo i livelli raggiunti nel progresso per generare prodotti di consumo a basso costo, illudere quindi un lavoratore al quale sono stati cancellati tutti i diritti, che può permettersi lo stesso ciò che prima era difficilmente raggiungibile.
Tutto questo a scapito dell’ambiente, della capacità di produrre alimenti per sfamare la popolazione mondiale sempre più in aumento, in qualche maniera una sorta di risposta che sembra arrivare dalla natura, aumenta la popolazione e contestualmente aumenta l’aspettativa di vita, due dati che un domani potrebbero entrare in forte contrasto tra loro, perché inconciliabili con le risorse disponibili, ma non è madre natura sono semplicemente calcoli freddi dell’essere umano, che prima o poi si renderà conto che non tutti i fenomeni sono programmabili, ci sarà sempre il momento di imprevedibilità, ed il vero problema sarà il non aver pensato adeguatamente a rispondere ad esso.