LA MEMORIA PERSA E NON PIÙ INSEGNATA

DI NELLO BALZANO

Nell’agosto del 2017 in Germania ci furono due episodi che colpirono l’opinione pubblica, non tanto tra i cittadini tedeschi, quanto negli altri stati europei.
Il primo si verificò nella cittadina di Freital nella regione del Sachsen, era in corso una manifestazione in solidarietà del fenomeno di immigrazione che aveva provocato aspre divisioni tra i residenti, un ragazzo dal tavolino di un bar esprime il suo pensiero in merito tendendo il braccio destro, un poliziotto che si trovava nelle vicinanze, con irruenza, afferra l’arto e lo abbassa, non è dato sapere se tutto finisce lì.
Si conosce invece la sorte toccata pochi giorni dopo a due turisti cinesi che hanno avuto l’originale idea di fotografarsi davanti al Reichstag di Berlino, sede della Camera bassa del Parlamento, con il saluto romano in bella mostra, arrestati immediatamente e rilasciati con una cauzione di 500 euro a testa, subiranno un processo con il rischio di una pena fino a 3 anni per aver esibito simboli di un’organizzazione fuorilegge.
Provvedimenti questi che si applicano di sovente in Germania, soprattutto in questi anni dove rigurgiti nazisti si affacciano con sempre più intensità, anche nel Paese che per le atrocità naziste nel mondo è stato raso al suolo dai suoi nemici della seconda guerra mondiale.
Perché è importante evidenziare tutto questo, in questi ultimi giorni nel liceo romano Socrate della Garbatella, si è sollevata una questione che merita la dovuta attenzione, 10 studenti in una foto di gruppo, belli sorridenti ed il braccio destro teso, in poche parole se non fosse per la loro giovane età, per l’ignoranza che regna sovrana soprattutto nelle nostre scuole, chi ha cognizione del significato che richiama alla mente quel saluto, può pensare guardando quella foto ad un gruppetto di fascisti, con lo sdegno che questo giustamente provoca.
La normale reazione che sarebbe stata attesa dal corpo docente e dai dirigenti scolastici, dal punto di vista di un qualsiasi cittadino contrario a questa simbologia, probabilmente era un duro richiamo e le dovute ammonizioni, nello spiegare a quei ragazzi lo sbaglio nello scherno con quel gesto.
La preside invece si è limitata, richiamando una sentenza della Corte Costituzionale, a tradurre quell’immagine quale libera espressione di opinione, senza intenzioni violente visti i volti sorridenti, il tutto in una circolare su carta intestata con il simbolo del Ministero dell’Istruzione. Molto singolare come interpretazione.
Per fortuna alcuni loro compagni di scuola contrari all’ideologia fascista e 39 insegnanti dello stesso liceo non ci sono stati, non hanno condiviso il testo della circolare, soprattutto per il messaggio diseducativo, senza trascurare la Carta Costituzionale che condanna ogni richiamo al fascismo, insomma mentre i tedeschi non scherzano con il loro triste passato e lo puniscono severamente, senza ovviamente sottovalutare la preoccupazione dell’importante peso politico di partiti con richiami al nazionalsocialismo nelle ultime tornate elettorali, da noi ci perdiamo in opinioni discordanti, discussioni giuridiche, dimenticando cosa hanno significato per il nostro Paese quegli assurdi 20 anni.
C’era solo una risposta da dare a quei ragazzi ed è prontamente arrivata dalla comunità ebraica: sono stati invitati ad una visita del Museo ebraico di Roma per spiegare loro le nefandezze atroci del fascismo in Italia e non solo, praticamente ciò che spesso non si racconta nelle nostre scuole, questo è l’aspetto più grave.