
DI NELLO BALZANO
Nel 2011 la speculazione finanziaria colpì pesantemente i nostri fondamentali economici, attaccandoci sul nervo scoperto ovvero gli interessi sul debito, il famoso spread.
Oggi il governo mette le mani avanti, mostrando spavalderia, in poche parole dicono che loro non si faranno ricattare.
C’è un particolare che però spesso si dimentica, nel 2011 non c’erano difese in termini finanziari per contrastare le speculazioni, pochi anni dopo tutti ci ricordiamo la Grecia, come tutti ricordiamo che con la nomina di Mario Draghi quale governatore della BCE, le cose cambiarono.
Si mise in atto il Qualitative Easing, in poche parole enormi liquidità immesse sui mercati per acquistare i Buoni del Tesoro degli Stati che in determinati momenti potevano subire attacchi speculativi, dovuti a debolezze o difficoltà economiche e/o politiche anche momentanee.
Questo strumento terminerà a dicembre ha consentito in questi ultimi anni di tenere lo spread sotto i 200 punti, fino al dopo 4 marzo, oggi è costantemente sopra i 250, nonostante sia ancora attivo, se le premesse sono che potrebbe esplodere ulteriormente, come si potrà risolvere se non con un aumento delle tasse o tagli per diminuire il debito?
Che fine farà la promessa della cancellazione della “Fornero”?
Quando si vedrà il “reddito di cittadinanza”?
Le accise sui carburanti riusciranno a cancellarle?
Ovvio che nessuno può sperare in uno scenario così per tifo politico, ma nemmeno si può pensare che la vita delle persone dipenda da 4 speculatori che giocano con i debiti degli Stati.
Come non è più sostenibile una classe politica che non abbia un minimo di visione sul futuro, e soprattutto cercare in tutti i modi di ricucire le profonde fratture nella società del Paese, pensando all’unico strumento utile al benessere e alla crescita: il lavoro.