A BRUXELLES IL POTERE PIÙ FORTE SONO LE LOBBY

DI PIERLUIGI PENNATI

Secondo solo agli interessi economici delle banche, il potere più forte in grado di influenzare le decisioni del processo legislativo comunitario sarebbero le lobby di tutto il mondo.

A rivelarlo è un’indagine del “SonntagsBlick” pubblicata ieri 3 febbraio 2019, secondo il giornale elvetico di lingua tedesca le lobby sarebbero presenti in massa nel parlamento europeo e spenderebbero molto denaro per influenzarne i processi, in testa alla graduatoria il Belgio, con 2188 iscrizioni di aziende, seguito da Germania, Gran Bretagna e Francia, l’Italia nel grafico pubblicato occupa il 5° posto appena prima di Spagna e i Paesi Bassi.

Brexit a parte, il primo paese extra UE sarebbero così gli Stati Uniti che con 395 iscrizioni occuperebbero l’ottavo posto, seguiti dalla Svizzera al decimo posto, ma che resta comunque davanti a molti altri stati comunitari.

Secondo il quotidiano l’impegno di queste lobby dimostra quanto sia importante la loro attività persuasiva per influenzare i processi decisionali anche dei massimi consessi UE, riportando come dato funzionale a provarne l’efficacia la circostanza che le società e le associazioni elvetiche spenderebbero da 45 a 60 milioni di franchi l’anno (all’incirca tra i 40 ed i 50 milioni di euro) per influenzare il processo legislativo europeo.

Inoltre, sempre secondo il SonntagsBlick, negli ultimi anni l’attività di lobby elvetica in generale si sarebbe intensificata poiché nel gennaio 2016 le istituzioni registrate erano 171, mentre quest’anno sarebbero salite a 259, tra queste sono citate Novartis, Syngenta, la banca principale Credit Suisse, ma anche differenti tipi di organizzazioni svizzere come il Politecnico federale di Zurigo, la federazione sindacale Travail Suisse, le Ferrovie dello Stato elvetico, la National Science Foundation svizzera per la scienza o l’istituto svizzero di prevenzione degli incidenti Svizzera Accident Prevention Center.

Per avere un’idea di quale impatto potrebbero avere le attività di lobby sul parlamento comunitario il giornale di Zurigo specifica anche come le sole società farmaceutiche Novartis e Roche abbiano rispettivamente 14 collaboratori e spese per quasi 2,5 milioni di euro la prima e 7 collaboratori con 1,2 milioni di euro l’anno spesi la seconda, denaro che in qualche modo deve poter rientrare nelle loro casse.

Secondo quanto riportato, Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, “è la dimostrazione di come le multinazionali provino ad influenzare a loro favore le decisioni dell’UE e le possibile ricadute sui diritti dei consumatori, sulla salute e sull’ambiente” che possono venire compressi da questa attività persuasiva organizzata da parte di questi poteri che, evidentemente non a caso, vengono chiamati poteri forti.