BENVENUTO COLLEGA FACEBOOK

DI PIERLUIGI PENNATI
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Già, ormai tutti hanno un blog e sono diventati “giornalisti” e che FaceBook, che pubblica miliardi di “articoli” al giorno non lo fosse ancora diventato ufficialmente più che stupire fa emettere un sospiro di sollievo, finalmente getta la maschera e si impegna seriamente nel suo lavoro.
Si, perché cos’è oggi un “social network” se non una grande bacheca ed un immenso giornale delle opinioni, emozioni, immagini dei suoi utenti?
In fondo lo era fin dall’inizio, Zuckerberg cercava spazio all’università ed è nato FaceBook, oggi lo spazio è tutto suo, in tutto il mondo, e FaceBook diventa quello che è da sempre: in incredibile ed immenso giornale.
Ormai Google e FaceBook hanno il controllo delle informazioni in rete ed è quindi giusto che si dotino di regolamenti per il controllo almeno delle mistificazioni e, per fare ciò, fa la cosa giusta: vuole coinvolgere gli editori per provare a mettere in un angolo le fake news.
Come prendere la notizia?
Bene, perché il buon giornalismo ne gioverà certamente.
Male, perché il controllo di FaceBook su tutti noi aumenterà in modo esponenziale, se ve ne fosse ancora bisogno.
Le bufale, ormai virali, sono un danno anche per gli affari del network, quindi prenderne il controllo è indispensabile, non si tratta di un’apertura, ma di un’autodifesa con opportunità di sviluppo per se stessi.
Secondo il Wall Street Journal, la strada di Facebook appare ormai delineata ed il primo passo sarà quello di avere un ruolo sempre più attivo nella gestione dei contenuti coinvolgendo sempre più le grandi aziende editoriali.
L’iniziativa di oggi si chiama “alfabetizzazione alle notizie”, il cui intento sarebbe quello di proseguire più incisivamente gli sforzi degli ultimi mesi per spazzare dal newsfeed principale i post ad alto indice di disinformazione, ma per far ciò serve anche la partecipazione diretta delle grandi aziende editoriali, che potrebbero svolgere un’azione di controllo guadagnando a loro volta visibilità su Facebook ed allargando il loro business.
Il primo passo sarebbe l’inserimento di pubblicità nei video postati su Facebook iniziando da quelli degli inserzionisti e delle pagine pubbliche, per proseguire probabilmente con quelli degli utenti.
Secondo Fidji Simo, manager del gruppo, il “Progetto Giornalismo Facebook” vorrebbe produrre “informazioni di cui fidarsi”, sostenendo di avere “molto a cuore” questo obiettivo, essendo “sicuri che le persone vogliano essere informate”, ma senza che Facebook stesso diventi un vero e proprio “arbitro della verità”, secondo il volere di Mark Zuckerberg che esclude che FaceBook possa avere tra i suoi obiettivi quello di scegliere i contenuti destinati alla lettura da parte dei suoi iscritti.
Le fake news ed il sempre più importante peso del network nella vita delle persone in tutto il mondo avrebbero fatto pensare ad una propria responsabilità anche per come esso venga utilizzato dai suoi iscritti, senza rinunciare al dominio nella pubblicità digitale.
Come reagiranno le aziende editoriali che proprio nei giganteschi ricavi degli inserzionisti su Facebook vedrebbero una delle ragioni del loro declino lo sapremo presto, il fenomeno digitale è veloce come la rete, se sarà un “benvenuto collega” non tarderà a farsi sentire.

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