PADOAN A BRUXELLES: “NIENTE MANOVRA, RISPETTATO IL PATTO DI STABILITÀ”

DI PIERLUIGI PENNATI
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 “Nessuna #manovra estemporanea: riduciamo il debito nel nostro interesse con una strategia che protegge la crescita https://t.co/CkVKqJfJTs” (@PCPadoan) 2 febbraio 2017, con questo Tweet il ministro Padoan annuncia al web che non ci sarà alcuna nuova manovra perché a suo avviso il Patto di Stabilità è stato “pienamente rispettato” e il debito è “soddisfacente”.
Nella lunga lettera trasmessa alla Commissione europea contenente il “Rapporto sui fattori rilevanti” che influenzano la dinamica del debito pubblico italiano, Padoan è convinto che i risultati raggiunti possono essere considerati più che soddisfacenti.
L’esecutivo, quindi, non si muove dalle sue posizioni e continua a difendere la politica finanziaria portata avanti fino ad ora.
“In merito al presunto scarto tra il saldo di bilancio previsto per il 2017 dal Governo e il margine ritenuto necessario dalla Commissione onde ridurre progressivamente il debito pubblico, con la lettera di accompagnamento al Rapporto il Ministro indica le iniziative di politica economica capaci di colmare questa eventuale differenza. – cita il comunicato ufficiale del Ministero delle Finanze – Nell’ambito del lavoro di definizione della politica economica di medio periodo, e quindi in vista del DEF, il Governo prenderà tra l’altro provvedimenti di contrasto all’evasione fiscale in continuità con quelli già adottati nel recente passato, estendendone la portata, e di riduzione della spesa, anche grazie alla nuova modalità di costruzione del bilancio dello Stato entrata in vigore con la riforma completata nel 2016.”
La replica di Padoan al commissario Pierre Moscovici e al vicepresidente Valdis Dombrovskis fornisce un quadro dettagliato nel quale, a parere del Governo, i risultati di contenimento del debito e la traiettoria di discesa indicata per il futuro sono “più che soddisfacenti” per il nostro Paese  ed a dispetto dei recenti rilievi effettuati dalla Commissione.
Quindi, no all’aggiustamento, di circa 3,4 miliardi di euro (pari allo 0,2% del Pil) richiesto da Bruxelles per rispettare le tappe di avvicinamento all’obiettivo di medio termine di deficit strutturale che viene considerato eccessivo anche perché, secondo il ministro, una correzione troppo rapida dei conti potrebbe danneggiare la ripresa nel momento in cui l’economia italiana sembra avere risultati migliori che nelle aspettative.
Ciò nonostante la lettera non è un semplice duro rifiuto alla Comunità Europea, il governo promette di continuare nel progetto di riforma strutturale già avviato dal precedente esecutivo per rilanciare le privatizzazioni nonostante la pausa dovuta alle condizioni di mercato sfavorevoli e di voler migliorare la strategia dei tagli alla spesa, il potenziamento della lotta all’evasione e l’aumento delle entrate fiscali: “L’ammontare generale dello sforzo strutturale per riprendere il percorso verso l’obiettivo di medio termine sarà composto per circa un quarto da tagli di spesa e per la parte restante da aumenti di entrate”, risparmi che “arriveranno per circa il 90% dai consumi intermedi e dalle agevolazioni fiscali”.
Le misure sul fronte della spesa, spiega il governo, “seguono i significativi progressi nel controllo della spesa negli ultimi anni e saranno ulteriormente inseriti in una più completa strategia di spending review nella prossima sessione di bilancio, grazie alla riforma del bilancio recentemente approvata”.
Nel documento Padoan fa cenno a possibili a ritocchi di accise e tassazione indiretta, che, data l’avversità anche di Renzi ad aumentare ulteriormente l’IVA, potrebbero vedere l’aumento delle imposte di bollo o di registro, che hanno un mediatico più contenuto.
In ogni caso l’obiettivo sembra essere ancora una volta la crescita attraverso il DEF che sarà preparato per aprile e che avrà la necessita di provvedimenti di legge per essere attuato.
Infine, per quanto riguarda il terremoto del centro Italia, Padoan ritiene che “non può stimare con esattezza l’impatto del terremoto sulle finanze pubbliche, ma sarà probabilmente molto superiore a 1 miliardo già nel 2017. Per mobilitare risorse a questo fine sarà creato un apposito Fondo”.

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