I GIUDICI BANNANO ANCORA TRUMP

DI PIERLUIGI PENNATI
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Quello che più stupisce nella vicenda tra Trump ed i giudici sul Muslim Ban, il provvedimento che vieta l’ingresso negli Stati Uniti di rifugiati e cittadini provenienti da sette paesi islamici, non è tanto che i giudici siano contro di esso, quanto che la giustizia sia così rapida: due gradi di giudizio in meno di venti giorni.
Il primo stop, arrivato da un giudice federale di Seattle, James Robart, aveva bloccato temporaneamente e su base nazionale il decreto di Trump in una sola settimana, ora, a distanza di un’altra settimana la conferma all’unanimità dei tre giudici della La Corte d’appello federale di San Francisco.
Di questo passo si arriverà ad una decisione della Corte Suprema in meno di un altro mese, forse prima.
“SEE YOU IN COURT, THE SECURITY OF OUR NATION IS AT STAKE!” Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 9 febbraio 2017, “Ci vediamo alla Corte, è in gioco la sicurezza della nazione”, ha twittato immediatamente il presidente statunitense appena appreso della decisione della Corte, la Corte, ovviamente, è quella Suprema, ultima possibilità per Trump di revisione della decisione.
Il decreto era stato presentato da Trump come provvedimento di “buon senso”, preoccupato per la sicurezza nazionale e come prevenzione contro il terrorismo, ma ora che i giudici gli danno contro il pericolo per lui sembra essersi spostato sulla magistratura. Aveva già insultato il giudice di Seattle per il ban al suo ban, definendolo “pseudo-giudice” e accusando la giustizia di essere “politicizzata”, ora attacca anche la Corte d’Appello.
In questo Trump ricorda molto un miliardario nostrano che fu a capo del governo, a dire il vero lo ricordava anche in campagna elettorale e, tutto sommato, anche per il comportamento con le donne ed i modi decisi, fin troppo decisi, al punto da compiere errori che però, dalla posizione di capo del governo, non si pagano di persona, ma si fanno pagare ai cittadini.
Negli USA tutto appare più veloce e se l’escalation di tensione interna non si fermerà, anche la carriera del presidente Trump potrebbe concludersi prima del previsto.

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