VACCINI. IL GOVERNO PENSA AL RICORSO CONTRO IL VENETO

DI IMMACOLATA LEONE

 

“Senza vaccini non si entra a scuola”,
queste le parole della ministra Lorenzin in risposta al decreto della Regione Veneto, sulla moratoria dei vaccini, che concede una deroga di due anni sull’obbligatorietà dei vaccini nelle scuole per i bambini da 0 a 6 anni.
La ministra della salute è seriamente intenzionata ad impugnare la decisione del Veneto, perchè anche se in materia di sanità possono mettere mano sia lo Stato che le Regioni, secondo la ministra lo Stato ha competenza assoluta sulla salvaguardia della salute, che nulla ha a che vedere con la sanità.
“Ci riserviamo tutte le azioni di nostra competenza, il decreto del Veneto non è sostenibile. Se derogano di due anni, si assumono la responsabilità di quello che può accadere in ogni struttura e ai singoli alunni. L’epidemia di morbillo non è finita. Nel 2017 sono stati oltre 4.300 i casi, non c’è altro da aggiungere per spiegare la gravità della situazione“.

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha immediatamente risposto piccato: “Non facciamo questi provvedimenti per cercare la rissa o creare epidemie, li facciamo perché applichiamo la legge fatta dalla Lorenzin e secondo i miei autorevoli tecnici la nuova legge ci permette di mettere in piedi una moratoria affinché ci sia un atterraggio morbido rispetto a quanto prevede la legge”.
“La nostra risposta sta nei fatti: siamo tra le regioni con il maggior numero di vaccinazioni, e questo grazie alla nostra politica decennale a favore di una vaccinazione informata.
Lorenzin minaccia la migliore Sanità d’Italia. Se ci saranno epidemie non saranno certo in Veneto, ma nelle regioni dove non si vaccina. Coercizione crea abbandono vaccinale”

Anche l’assessore alla Sanità del Veneto è scettico sul’eventualità di epidemie dal momento che, la stessa regione è tra quelle che registrano il maggior numero di vaccinazioni all’anno, grazie a politiche di vaccinazione informata,che puntano a colloqui con i genitori senza l’obbligo delle vaccinazioni.
Forse non tutti sanno , ma nella regione Veneto i bambini non vaccinati frequentano classi con copertura chiamata “di gregge” non inferiore al 95%.

Intanto tra il botta e risposta della ministra e del governatore, le scuole tutte riapriranno i battenti tra martedi e mercoledì 12 e le famiglie hanno intasato le ASL, gli studi medici e le segreterie delle scuole per riuscire a districarsi nel dedalo dei documenti da presentare.

COSA SUCCEDE NELLE ALTRE REGIONI?

– In Lombardia, il governatore Roberto Maroni ha concesso una proroga di 40 giorni per chi non è riuscito a mettersi in regola.
– In Alto Adige si pensa ad una proroga transitoria di un anno, tutti i ragazzi tra 0 e 16 anni riceveranno, o hanno già ricevuto, una lettera della Asl con l’elenco delle vaccinazioni mancanti, e di quelle già eseguite. Nel frattempo i ragazzi potranno frequentare tutti corsi educativi.
– Nelle Marche ed in Basilicata è stata direttamente la regione a mandare le lettere alle famiglie non in regola.
– In Umbria le lettere sono state inviate direttamente dalle Asl, e per chi ha fatto tutti gli adempimenti necessari ha dovuto solo riempire un modulo di autocertificazione
– A Napoli gli ambulatori Asl sono risultati insufficienti, rispetto alle richieste delle vaccinazioni da parte delle famiglie, , la confusione ha generato malumori che hanno portato le Asl ad implementare il personale specializzato.
– A Palermo, momenti di tensione da parte di genitori “agitati” per la presunta mancanza di vaccini, hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
Così in Sicilia è arrivata l’interessante iniziativa del camper itinerante, dove medici ed infermieri, dietro presentazione del tesserino delle vaccinazioni, presteranno le vaccinazioni obbligatorie.

E LA MINISTRA FEDELI?
La ministra dell’istruzione Valeria Fedeli qualche giorno fa in una intervista sulle pagine di Repubblica ha cosi dichiarato : “La Lombardia, che concede una proroga, è semplicemente fuorilegge. Non ci sarà nessun rinvio dopo la scadenza ultima del 10 settembre, su questo io e la mia collega Beatrice Lorenzin siamo fermissime”.

 

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