PREZZO DEL PETROLIO. INARRESTABILE CORSA AL RIALZO

DI VIRGINIA MURRU

 

Il prezzo del petrolio  non sfiorava vertici così alti dal 2015, un’autentica corsa al rialzo, impennata favorita anche dalla recente esplosione di un oleodotto in Libia. Già gli ultimi giorni del 2017 la Cnn scriveva che il prezzo del greggio superava i 60 dollari al barile. Ora i contratti sul greggio Wti (con scadenza febbraio, sul mercato ‘after hour’ di New York), ha raggiunto quota 63,43 dollari al barile. Salite anche le quotazioni dei titoli petroliferi.

Mentre il Brent va ancora più su: siamo a 69,26 dollari al barile, mai così in alto da 3 anni a questa parte. L’incremento della domanda, secondo gli esperti, ha incentivato le quotazioni, dietro ci sono anche le stime derivanti dal ‘Rapporto mensile dell’Energy Information Administration’, Agenzia degli States, che prevede un aumento della domanda per quest’anno, intorno al 2,4%, e nel 2019 del 2%.

Lontano il 2016, quando invece i prezzi seguivano una ‘corsa al ribasso’, l’oro nero sfiorò infatti un minimo di 26 dollari al barile, il rialzo riprese solo quando all’Opec si accordarono per ridurre la produzione, con tagli che si sarebbero dovuti portare avanti fino al 2018. Accordi rinnovati di recente anche col benestare della Russia.

L’esplosione in Libia, secondo la National Oil Corporation, costerà una perdita tra i 70 e i 90 barili di greggio in termini di export al giorno. All’origine dell’esplosione, come ormai è noto, ci sarebbe un commando di terroristi Isis, i quali avrebbero minato gli impianti con esplosivi.