BANCA POPOLARE DI VICENZA, SEQUESTRO PREVENTIVO DI 106 MILIONI DI EURO

DI VIRGINIA MURRU

 

E’ stato il nucleo di polizia economico-finanziaria di Vicenza a disporre ed eseguire il provvedimento di sequestro preventivo del profitto illecito, equivalente all’importo di oltre 106 milioni di euro, a carico della Banca Popolare di Vicenza, che si trova attualmente in stato di liquidazione coatta amministrativa.

L’operazione è avvenuta stamattina, nell’ambito dell’indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza, ed è riconducibile, nello specifico, al “reato di ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza della Consob” al quale si sarebbe dato corso dopo l’operazione di aumento di capitale deciso dalla Popolare di Vicenza nel 2014.

Le fiamme gialle, agli ordini del comandante provinciale, Col. Crescenzo Sciaraffa, hanno agito in mattinata su autorizzazione della Procura della Repubblica, effettuando quindi il sequestro preventivo, quale confisca diretta per un valore che supera i cento milioni di euro, nel contesto degli accertamenti sulle responsabilità dei vertici della Banca Popolare di Vicenza S.p.A., inchiesta che allo stato attuale è in fase di udienza preliminare.

Le risorse finanziarie disponibili poste sotto sequestro si trovavano su un conto aperto nella filiale di Milano di una banca nazionale, intestato alla BpVi; si tratta di proventi ricollegabili alla pregressa liquidazione di asset facenti parte del patrimonio dell’istituto di credito.

L’ordine di sequestro disposto dal gip del Tribunale di Vicenza, è quello originario che fa riferimento agli articoli 19 e 53 del DL 231 del 2001, e riguarda, come si è accennato, il profitto del reato che ha ostacolato le funzioni di vigilanza svolte dalla Consob (posto in essere in seguito alle operazioni di aumento di capitale dell’istituto nel 2014).

Il provvedimento finora non era andato avanti per ragioni di conflitto di competenza; il primo infatti era stato ordinato dal gip di Vicenza nel maggio dello scorso anno, sempre su richiesta della Procura. In seguito, tuttavia, la Procura stessa legittimò la competenza dell’azione giudiziaria a Milano. Per questo l’operazione delle fiamme gialle è slittata. Il conflitto è poi passato su altro ordine di giudizio alla Cassazione, la quale, in un primo tempo, ad ottobre scorso, sancì che il sequestro non dovesse considerarsi ‘eccessivo’ così come aveva obiettato la Procura.

In ogni caso il provvedimento era stato bloccato, fino al nuovo verdetto della Cassazione, emanato a dicembre 2017, che ha definitivamente sancito la competenza dell’azione giudiziaria a Vicenza, non a Milano.

Non era ipotizzabile che, nell’ambito dell’inchiesta, la BpVi la facesse franca, si è trattato di indebito arricchimento, dovuto all’ostacolo che il management della banca ha esercitato sulle funzioni di vigilanza della Consob, e infatti il colpo puntuale è arrivato. Gli amministratori, dopo il rinvio a giudizio disposto dalla Procura, ora dovranno difendersi davanti al giudice delle indagini preliminari.