FMI: OUTLOOK AL RIBASSO PER L’ITALIA. E UN MONITO PRO FORNERO

DI VIRGINIA MURRU

 

L’Fmi, secondo l’ultimo rapporto relativo al World Economic Outlook, è stato piuttosto esplicito sulla delicata fase congiunturale dell’economia italiana: a rischio shock. In riferimento al rallentamento riscontrato nella crescita, esprime perplessità e rimanda alle dinamiche ‘involutive’ della domanda interna ed estera, quali cause dirette della flessione, nonché allo stato di evidente insicurezza derivante dalle misure varate ultimamente dal Governo, già peraltro ‘respinte’ dalla Commissione europea.

Sull’economia italiana c’è un clima di riserva, o meglio, dichiarata diffidenza, da parte degli Organismi economici globali che contano, in quanto essi vigilano sull’andamento dell’economia globale, e sugli eventuali ‘focolai di contagio’ che si riflettono poi ad ampio raggio, condizionando i mercati. Sono proprio i Btp italiani “a rischio contagio”, secondo le valutazioni del Fmi, il quale potrebbe creare un circolo vizioso e serie conseguenze nel settore bancario; ma in rilievo restano le ripercussioni del debito pubblico italiano, che potrebbe avere ricadute su altri Paesi, soprattutto in area euro.

I timori del Fondo sono proprio rivolti all’aspetto finanziario e al coinvolgimento delle banche, in questo trend che riporta indietro la crescita, e vincolerebbe progresso e sviluppo nei prossimi anni.
L’Organizzazione internazionale presieduta da Christine Legarde (ne fa parte in qualità di vice direttore del Dipartimento di Ricerca, anche l’economista italiano Gian Maria Milesi-Ferretti) – sulla base delle incertezze politiche  e secondo il piano di crescita presentato dal Governo, basato sullo sforamento del rapporto deficit/Pil, e quindi su un maggiore indebitamento – ha espresso riserve sulla politica economica espansiva che mette a rischio la finanza pubblica, e ha ridotto le stime di crescita per il Paese.

L’ Fmi, nel contesto di un quadro previsionale che tiene conto delle più solide economie mondiali, stima che in Italia ci sarà una contrazione del Pil, con una crescita di +1,2% nel 2018, ossia lo 0,3% in meno rispetto al 2017; per il 2019 si prevede ancora un calo, e pertanto il Pil è stimato all’1% (stime ridotte anche rispetto ad aprile: +1,5% anno in corso e 1,1% nel 2019).

In area euro, l’outlook riduce la crescita: si passa da +2,2% del 2017 a +2% nell’anno in corso. L’Fmi (che ha sede a Washington) sostiene che le manovre di bilancio in Italia sono esigue (per via di un debito che schiaccia la finanza pubblica), perché i margini sono stretti, così come, del resto, avviene anche per la Spagna e la Francia. Questi paesi, secondo il rapporto del Fondo, dovrebbero impostare criteri di crescita oltre il potenziale, per aumentare margini di risorse e creare più sicurezza sui conti. In Italia, la via intrapresa in questo ambito, creerebbe ulteriore rischio poiché si procede verso la deviazione di un piano di riduzione del deficit strutturale.

Il tasso di disoccupazione è previsto (sempre secondo l’Outolook Fmi) in calo, ossia passerà dall’11,3% dello scorso anno al 10,8% del 2018. Per il prossimo è atteso al 10,5%.

Anche il debito pubblico, nonostante gli allarmi prospettati per via della recente manovra, è previsto in calo: passerà dal 131,3% del 2017 a 130,3% del Pil nell’anno in corso. Nel 2019 andrà in contrazione ancora fino al 128,7%, fino a raggiungere nel volgere del quinquennio il 124,1% del Pil.

Nel comunicato si precisa che, per ciò che riguarda le previsioni sull’Italia, non si è tenuto conto della Nota di Aggiornamento presentata di recente, le valutazioni si basano invece sugli orientamenti e il quadro di riforme del precedente governo, con disinnesco, a gennaio prossimo, delle clausole di salvaguardia sull’Iva.

L’Organizzazione sottolinea anche l’importanza di lasciare ‘incolume’ la legge Fornero, è quasi un monito, e del resto non è solo l’Fmi a insistere su questo punto, oggi è stata la Banca d’Italia a chiedere al Governo di non procedere con scostamenti che potrebbero tradursi in scompensi già nel breve periodo. Insomma la Legge Fornero non si dovrebbe cambiare.

“Roma – si legge nel rapporto – dovrebbe proseguire con le riforme sull’occupazione e mercato del lavoro, particolare attenzione si dovrebbe riservare alle pensioni”.
Il Def, così com’è stato redatto, è in attrito con le valutazioni della Commissione europea, ma anche delle Agenzie di rating (Fitch è già orientata a ‘castigare’ il paese con un rating che presumibilmente continuerà ad inasprire le reazioni dei mercati). Insomma, nessuno, nello scenario economico internazionale, auspica un florido futuro all’economia italiana, tenuto conto delle svolte previste nel programma di politica economica del Governo.

Si legge, tra l’altro nel rapporto del Fondo: “The issues of Italy and Brexit are, you know, of more systemic significance. Our concern about Italy is that there is a real imperative for the fiscal policy to maintain confidence, the confidence of markets. And we have seen spreads increase over the past months. This has certainly contributed to our downgrade of Italian growth and makes the economy more susceptible to shocks. So, we think it is important that the government operate within the framework of the European rules, which are also important for the stability of the eurozone, itself”.

(Le situazioni concernenti l’Italia e la Brexit, hanno, lo sapete, maggiori implicazioni di carattere sistemico. La nostra ‘preoccupazione’ circa l’Italia, è che si deve considerare un imperativo la politica fiscale volta a instaurare un clima di fiducia, soprattutto nei mercati. Abbiamo anche rilevato l’aumento dello spread nei mesi scorsi. Tutto questo ha sicuramente contribuito ad abbassare le previsioni di crescita per l’Italia, perché (la espone) rende l’economia più suscettibile di shocks. Pertanto, noi riteniamo importante che il Governo operi nel rispetto dei parametri e delle regole europee, altresì importanti per la stabilità stessa dell’area euro).