SARDEGNA. GLI AMBIENTALISTI HANNO ACQUISTATO LE DUNE E LA SPIAGGIA DI CHIA

DI VIRGINIA MURRU

 

L’acquisto delle dune e spiagge di Chia, in territorio comunale di Domus de Maria, è ormai una certezza, il Gruppo d’intervento giuridico di Cagliari ha versato una caparra, e da ieri 18 dicembre, un meraviglioso tratto di costa sarà protetto e destinato alla comunità. In tutto saranno vincolati 40mila mq,  il fine è quello di salvaguardarlo da un eventuale scempio edilizio in futuro, che potrebbe pregiudicarne il delicato ecosistema, e alterare le caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio.

Il sud della Sardegna è caratterizzato da decine di km di dune bianche, che nella stagione estiva, da Chia a Porto Pino (ma  anche oltre) rimanda a i paesaggi caraibici, con il bianco abbagliante della sabbia finissima, modellata con eclettico estro dal maestrale. Un paradiso di bellezze naturali che richiama migliaia di turisti, li stordisce con visioni che non si dimenticano. L’insidia del cemento è stata finora scongiurata, forse anche per i  vincoli legati alle servitù militari. Is Arenas Biancas, nella punta a sud-ovest dell’isola, è ubicata infatti nei dintorni di Capo Teulada, dove da decenni la costa è retaggio del poligono militare. Qui dagli anni cinquanta è sempre stato vietato  l’accesso ai bagnanti.

Per fortuna si parla di passato recente, dato che, in seguito ad un accordo siglato lo scorso anno fra la regione Sardegna e il Ministero della Difesa, i tratti di costa interdetti ai turisti e alla gente del posto, sono stati ‘liberati’, e dall’estate 2018, sono fruibili da tutti, sia nel periodo estivo che in quello pasquale.

Insieme al litorale di Is Arenas Biancas è stato ‘affrancata’ anche la spiaggia di Porto Tramatzu, in giurisdizione di Teulada. Diversi tuttavia sono i tratti di costa liberati dalle servitù, siti occupati da militari Nato, che della Sardegna ne aveva fatto un polo strategico militare contro l’ex Unione Sovietica.

Tanto per dirla in numeri, 35mila ettari sono sotto vincolo militare, con presidi anche internazionali; la Sardegna in termini di servitù militari contribuisce per oltre il 60% del totale nazionale. Vergognoso. E infatti, quando un anno fa fu siglato l’accordo tra la regione Sardegna e il ministro della Difesa, il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, commentò: Sì, certo una giornata storica per l’isola, attesa da quarant’anni, ma anche una pagine imbarazzante per questa legislatura..”

I sardi si sono ripresi i diritti di accesso al proprio territorio, e insieme a queste conquiste si esulta ora per la sorte delle dune e litorale di Chia, autentici gioielli incastonati nel sud dell’isola, una garanzia e insieme una vittoria per gli ambientalisti, che hanno condotto fino in fondo questa battaglia e hanno vinto.

La sfida era quella di sottrarre il territorio alle mire di acquisto da parte di privati, soggetti immobiliari con capitale arabo, secondo il Gruppo d’intervento giuridico, che avrebbero  impostato una strategia di rastrellamento di terreni adiacenti le dune.

Il pericolo pertanto riguarda la privatizzazione delle spiagge, ma c’è anche il rischio di possibili integrazioni normative che diano il ‘là’ a volumetrie edilizie a ridosso delle dune, assolutamente da scongiurare. Si tratterebbe di violare un paradiso sul piano naturalistico ed ecologico, un ‘paradiso perduto’, se non si intervenisse con strumenti in grado di sottrarlo alla bramosia della forza finanziaria dell’edilizia internazionale.

C’è da sottolineare che al momento è stata versata una caparra da parte del “Gruppo d’intervento giuridico” (gruppo Onlus), il resto sarà versato al termine della sottoscrizione che è stata già  lanciata, e che conta di recuperare i fondi necessari alla conclusione dell’acquisto. Per chi deciderà di donare il proprio contributo, precisa il Gruppo d’intervento giuridico,  è prevista la detrazione del 19% degli importi donati fino a un massimo di 2.065,83 euro (art. 15,comma 1°, lettera i – quater, del D.P.R. n. 917/1986 e s.m.i., testo unico delle imposte sui redditi – T.U.I.R.).

Si legge nel sito:

“Per concludere questo ambizioso progetto abbiamo bisogno dell’aiuto di tutte le persone che tengono al proprio ambiente, alla propria identità, al futuro della propria Terra.

Contribuisci all’acquisto delle dune e della spiaggia di Chia con un  versamento su un conto intestato all’Associazione. A chi contribuirà verrà inviato Attestato di benemerenza e tessera associativa, per almeno 30 euro di contributo”

E per dare enfasi alle proprie convinzioni, il Gruppo precisa che ci si deve scordare un intervento di salvaguardia da parte dell’Agenzia per la Conservatoria delle coste, voluta e istituita alcuni anni fa proprio dall’Associazione, ma di fatto inattiva, responsabile d’inerzia davanti ad urgenti problematiche ambientali come queste.

Non ci saranno più ‘location’ riservate ad eventi esclusivi, destinati al turismo d’élite, la priorità prima di tutto ai sardi, ai quali in vario modo è stato interdetto l’accesso alle meraviglie di diversi tratti di  costa.

L’acquisto riguarderà una parte delle dune e spiaggia di Chia, di fronte all’isolotto Su Giudeu. Il fine è ovvio, ossia proteggere l’ecosistema di queste bellezze naturali ancora integre, e consentirne la fruizione ai comuni mortali dell’isola, al pubblico. Uno slogan ne sottolinea gli intenti:

“Il nostro ambiente e la nostra identità non sono in vendita, insieme possiamo dimostrarlo concretamente”.