LA NUOVA VERSIONE DELLA WEB TAX

DI VIRGINIA MURRU

Lo prevede uno degli emendamenti del relatore alla manovra, Francesco Boccia (Pd), presidente della Commissione Bilancio, che ha fatto sapere di aver depositato 12 emendamenti, tra i quali un ‘pacchetto digitale’, con un intervento sul FinTech, la modifica alle norme sulla spedizione postale dei pacchi, e nuove regole sulla protezione dei dati digitali.

La web tax in apparenza sembra meno aggressiva verso i suoi bersagli: l’imposta sulle transazioni digitali è stata dimezzata e va al 3%, ma non è stata estesa all’e-commerce. In realtà, secondo uno degli emendamenti presentati dal relatore, portandola al 3% (rispetto al 6% stabilito dal Senato), non ci sarà più il credito d’imposta, ma con una diversa base imponibile si potranno incassare 190 mln, ossia 78 milioni in più, comunque ossigeno per l’erario, dato che era previsto un gettito di 112 milioni.

La nuova versione, dunque, non si applica all’e-commerce e alla cessione di beni, come era già stato espresso in un primo momento dal relatore, ma alla cessione di servizi, con un’aliquota dimezzata (3%).

La web tax troverà applicazione, in veste di ritenuta alla fonte, direttamente sulle transazioni, e riguarderà coloro che effettuano più di tre mila transazioni di servizi nel corso dell’anno. Di fatto non ci saranno più le comunicazioni all’Agenzia delle Entrate, dunque non si potranno tracciare le imprese digitali, e, come si è visto, non ci sarà più il credito d’imposta sulle imprese residenti, utile per evitare doppie tassazioni.

Per quel che concerne il ruolo di sostituti d’imposta svolti dalle banche, si è ugualmente deciso di sospenderne la funzione. L’imposta entrerà in vigore il primo di gennaio del 2019.
Il ‘pacchetto digitale’ prevede interventi di FinTech (ossia Financial Technology, che attraverso le più avanzate tecnologie dell’informazione, fornisce servizi e prodotti finanziari).

Tra gli emendamenti anche diverse agevolazioni per le imprese che si occupano di materia finanziaria, un regime autorizzativo meno pesante, ossia una zona franca nella quale le startup della finanza potranno trattare in sicurezza i loro prodotti per un periodo di 3 anni.

La clientela deve essere limitata, ma intanto potranno esercitare la loro attività con maggiore elasticità e senza le pressioni derivanti dalle regole un po’ contorte, alle quali devono sottostare di norma gli operatori del credito. Si tratta di un primo riconoscimento a livello fiscale del Fintech, vale a dire i nuovi strumenti finanziari, quelli che transitano sulle piattaforme digitali. In Gran Bretagna la chiamano ‘sandbox’.

La regolamentazione del ‘sandbox’ spetterà tuttavia a Bankitalia, Consob e Ministero dell’Economia, con i propri rappresentanti, che potrebbero formare in seguito un Ente permanente. L’istituzione di un nuovo Ente servirebbe a dare indicazioni e orientamenti di carattere innovativo sul versante finanziario.

Tra gli emendamenti, l’obbligo per le Poste Italiane di realizzare un servizio postale di carattere universale, si occuperà infatti dei pacchetti con un peso fino a 5 kg.
E’ vincolante anche per il garante della privacy stabilire le regole di tutela dei dati personali sensibili, in formato digitale. Questo è il pacchetto di emendamenti alla manovra, sul sistema regolatorio digitale, presentato da Francesco Boccia.

La Commissione ha ripreso i lavori e continuerà a mettere al vaglio gli emendamenti che sono stati presentati negli ultimi giorni, in particolare quelli concernenti l’Agricoltura, lo Sport e la famiglia, giudicati già in modo favorevole dal Governo.