ISTAT. CALO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE, APRILE -0,7%

DI VIRGINIA MURRU

 

Nell’ultimo comunicato Istat concernente l’indice della produzione industriale, con mese di riferimento aprile, i dati non sono conformi alle aspettative: si riscontra, per il secondo mese consecutivo, un calo congiunturale della produzione industriale, e ci si allontana dai ‘movimenti’ incoraggianti dei primi due mesi dell’anno. L’indice destagionalizzato infatti, diminuisce dello 0,7% rispetto al mese precedente (marzo).

Per quel che riguarda la media del trimestre febbraio-aprile, il rilevamento invece resta positivo, con +0,7%, rispetto al trimestre precedente. Secondo le analisi dell’Istituto Nazionale di Statistica, tra i principali settori di attività, risulta che solo l’energia registra un aumento congiunturale nel mese di riferimento, mentre la dinamica relativa agli altri comparti resta negativa, in particolare per i beni strumentali.

Contrazioni tendenziali dei dati, al netto degli effetti di calendario, mettono in rilievo “in modo diffuso” l’evoluzione dei settori. A contrastare il processo negativo degli altri settori, restano l’alimentare e la fornitura di energia, dato che entrambi evidenziano una crescita positiva su base annuale.

Si riscontra un notevole calo nella produzione di autoveicoli: -17,1% ad aprile, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con dati corretti per gli effetti del calendario.

In termini percentuali, l’indice destagionalizzato mette in rilievo un aumento congiunturale solo per l’energia, come già accennato: +3,6%, in calo i beni strumentali -2,5%, e in misura meno negativa i beni intermedi -0,7%, e i beni di consumo -0,5%.

L’indice complessivo, corretto per gli effetti del calendario, sempre ad aprile è calato in termini tendenziali: -1,5%, tenendo presente che i giorni lavorativi sono stati 20, a differenza del 2018, quando invece furono 19.

Tra i settori di attività economica che evidenziano variazioni tendenziali positive, si sono l’energia elettrica e il gas, vapore ed aria +5,8%; le industrie alimentari, bevande e tabacco +4,9%. Le contrazioni più negative si riscontrano nel settore tessile, abbigliamento, pelli e accessori -8,2%. Flessione anche nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi di raffinazione -7,4%, nonché nella produzione di macchinari e attrezzature: – 6,2%.

L’indice generale della produzione industriale misura la variazione nel corso del tempo del volume fisico della produzione nell’ambito dell’industria, escludendo il settore delle costruzioni. E’ basata sulla rilevazione statistica che mensilmente viene operata nelle imprese, le quali mettono a disposizione informazioni e dettagli relativi alla produzione di prodotti specifici, riferito ad un paniere scelto, tale da risultare rappresentativo dell’insieme del movimento produttivo dell’industria del Paese.

In questo delicato processo poi i dati forniti dalle imprese, opportunamente aggregati, formano i numeri indice concernenti le singole voci del prodotto di riferimento. Si sintetizzano quindi per attività economica gli indici elementari, secondo la formula di Laspeyres (Etienne Laspeyres è stato uno statistico tedesco ed economista, si tratta di un indice usato per misurare la variazione in termini di volumi o prezzi, di determinati aggregati).

L’indice dei prezzi di Laspeyres viene utilizzato dall’Istat per calcolare l’indice dei prezzi al consumo,  quindi l’inflazione.

 

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