ILVA, LA MINACCIA DEL MINISTRO CALENDA AI LAVORATORI

DI NELLO BALZANO

Sindacati se salta l’accordo sulla ristrutturazione dell’ILVA da parte della cordata imprenditoriale Arcelor Mittal, potrebbe replicarsi una situazione come ALITALIA, questo in breve il monito del ministro dello Sviluppo Economico Calenda.

Funziona così ormai, zitti tutti, quando il “padrone” dispone è vietato ribellarsi.
Anzi, si dovrebbe ringraziare, da 9400 si è passati a 10.000, e i 4000 che avanzano non finiranno a casa, va bene c’è il “dettaglio” che chi avrà la “fortuna” della riconferma sarà riassunto con il Jobs Act, quindi via art. 18 e avanti con i demansionamenti, ci vorrà ben qualcuno che dia una mano alla legge a favore degli imprenditori, bisognerà in qualche modo contribuire ad innalzare i numeri dell’ISTAT per dire che aumentano i contratti a tempo indeterminato, e non solo quelli a termine.
E guai a voi operai se vi ribellate alla cancellazione dei contratti integrativi interni, potrebbe saltare la piccola maggiorazione prevista di stipendio, ovviamente scordatevi le norme conquistate negli anni e magari una riduzione dei diritti legati alle relazioni sindacali, se passa l’accordo.
E i miliardi dello Stato incassati dalla famiglia Riva per le bonifiche di Taranto, per la riconversione degli stabilimenti di Genova e Novi Ligure, mai realizzate, e i morti di tumore per l’inquinamento dell’aria con le polveri?
E basta con questo giustizialismo contro i poveri imprenditori capitalisti, ringraziate che in 10.000 su 14.000 rientrate, al resto ci pensa lo Stato, maestro nello svendere i crediti ai privati e accollarsi i debiti, i problemi e cercare in tutti i modi di creare ammortizzatori per chi in tutto questo è l’unica vera vittima: il mondo operaio, l’unica realtà tenuta a distanza, dimenticata da tutti, alla quale tutti neghiamo il nostro “Grazie” per averci, dalla ricostruzione del dopoguerra ai giorni nostri, dato una grande Italia, non siete voi lavoratori con le vostre tute sporche e maleodoranti che la state distruggendo, ma chi oggi indossa la profumata giacca e cravatta.

05/10/2012, Taranto, Crisi dell’ Ilva, Vedute dello stabilimento Ilva