REFERENDUM CGIL: TUTTO DA RIFARE?

Inammissibile la richiesta di referendum denominato “abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi ” (n. 169 Reg. Referendum). Così la consulta ha oggi liquidato il problema e sebbene le altre richieste di referendum denominate “abrogazione disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti” (n. 170 Reg. Referendum) e “abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)” ( n. 171 Reg. Referendum) siano state dichiarate ammissibili, per la CGIL è un gran smacco.

La causa del rifiuto sarebbe stata determinata dal fatto che, nella formulazione presentata, non ci si voleva limitare a cancellare la norma che ha sostituito il reintegro con l’indennizzo, quindi abrogarla, ma anche a creare di fatto una nuova normativa e dato che i referendum “propositivi” in Italia non sono previsti il quesito non può essere sottoposto a voto popolare per la sua introduzione legale.

Dopo un’udienza di circa un’ora e mezza a porte chiuse sui tre referendum abrogativi, per i quali erano state raccolte dalla CGIL 3,3 milioni di firme, e nella quale il vice avvocato generale Vincenzo Nunziata dell’Avvocatura dello Stato aveva ribadito l’inammissibilità dei quesiti, per altro già presente nelle memorie presentate per conto del Governo, la Corte ha ritenuto ammissibili i referendum sui Vaucher e gli appalti ma non quello sull’articolo 18.

Camusso non rinuncia, «Continueremo la nostra battaglia», afferma già dal pomeriggio, «Valuteremo le motivazioni della Corte e la rispettiamo ma siamo convinti che questa battaglia vada continuata, quindi la continueremo nelle forme che la contrattazione e la legge ci permettono», «Noi siamo convinti che la libertà dei lavoratori passi attraverso la loro sicurezza e quindi continueremo la nostra iniziativa per ristabilire i diritti», quindi, nei prossimi giorni il sindacato valuterà «tutte le possibilità» ancora rimaste, inclusa quella di rivolgersi alla Corte europea in materia di normative sui licenziamenti.

Camusso pensa ad una scelta non solo tecnica ed afferma che «É stato dato per scontato l’intervento del governo e dell’Avvocatura dello Stato, non era dovuto, è stata una scelta politica» e per quanto riguarda gli altri quesiti ammessi si dichiara già in campagna elettorale aggiungendo che sarà «grande e impegnativa».

Ma non è sola nel credere che non si sia trattato solo di diritto, Salvini parla di “sentenza politica, gradita ai poteri forti e al governo come quando bocciò il referendum sulla legge Fornero. Temendo una simile scelta anche sulla legge elettorale il prossimo 24 gennaio, preannunciamo un presidio a oltranza per il voto e la democrazia sotto la sede della Consulta a partire da domenica 22 gennaio”, mentre il 5stelle Danilo Toninelli dice “Non commento il no della Consulta al referendum sull’art.18 ma il Governo non canti vittoria: il Jobs Act è veleno per economia e lo aboliremo”.

Di Maio carica la dose guardando avanti: “Questa primavera saremo chiamati a votare per il referendum che elimina la schiavitù dei voucher. La Corte Costituzionale ha appena dato l’ok. Sarà la spallata definitiva al Pd, a quel partito che ha massacrato i lavoratori più di qualunque altro e mentre lo faceva osava anche definirsi di sinistra!”.

Per la ministra Lorenzin la sentenza non avrà effetti sul governo poiché “non ha niente a che vedere con la durata del governo che è impegnato fuori dal Palazzo a far fronte alle priorità del paese e in Parlamento a fare la legge elettorale”.

Se per la CGIL la battaglia continua o, forse, è persino tutto da rifare sull’articolo 18, per i Voucher e la responsabilità sugli appalti si prospetta vita corta e se anche questa tornata elettorale si concluderà con un rifiuto per i provvedimenti del precedente governo sarà forse compito del prossimo riparare ai suoi fallimenti ed ai danni che avranno nel frattempo procurato.

PER GRILLO FORSE ERA MEGLIO PENSARE ALLE VACANZE

Forse sarebbe stato meglio pensare alle vacanze, effettuare qualche consultazione in più e poi, solo alla fine, lanciare un referendum. Grillo, invece, ha preferito fare il contrario e pensando ad un cambio radicale di marcia “per contare di più in Europa” è partito dalla base quasi senza paracadute, così invece di un dietro front ha fatto una giravolta, ma non senza pagarne le spese: l’uscita e rientro dal gruppo di Farange è costata al movimento la co-presidenza, che fino ad oggi è stata occupata da David Borrelli che, però, sembra anche essere il responsabile ed il promotore della figuraccia.

Borrelli, si era già espresso a favore dell’UE e con l’approvazione di Monti durante alcune interviste in occasione del caso Brexit e, secondo un documento in inglese presente sul sito www.politico.eu, l’accordo tra M5S ed ALDE sarebbe stato già pronto e scritto il 4 gennaio scorso con quattro punti fondamentali: “rinnovo della democrazia europea”, “riforma dell’Eurozona”, “diritti e le libertà” e “opportunità senza confini”.

La base 5stelle aveva detto si alla consultazione a sorpresa, ma, alla fine, i liberaldemocratici non hanno voluto chiudere ed a Grillo è rimasto solo il rientro nelle file degli euroscettici dell’UKIP, attaccando Verhofstadt, del quale dice “che oggi si propone come negoziatore per la Brexit dovrebbe solo vergognarsi, perché da meschino si è piegato alle pressioni dell’establishment”. Difende invece Borrelli affermando anche che “Le carte fatte circolare non ci appartengono, non abbiamo firmato nessun contratto, si tratta di un elenco di punti comuni e di contrasto”.

Anche la sopravvivenza dell’EFDD, però, sarebbe stata minata fortemente dalla fuoriuscita del M5S, il gruppo, attualmente composto da 44 parlamentari, senza i 17 grillini, sarebbe stato ridotto a soli 27, appena due in più del minimo di 25, in rappresentanza di sette diverse nazionalità, ammesso nel Parlamento europeo per la costituzione di un gruppo parlamentare autonomo, facendo rischiare l’UKIP di ritrovarsi nel novero dei non inscritti.

Farage ha quindi ben deciso di riaccogliere i grillini che, comunque, avevano nel cassetto l’opzione di restare nel gruppo come seconda più votata sul blog, mentre l’ipotesi di entrare tra i ‘non iscritti’ era la terza preferenza.

Se la strada per il movimento in Europa sarà ora più in salita lo vedremo presto, Grillo ha ribadito che il programma M5S in Europa “non cambia di una virgola e non sarebbe cambiato con l’ingresso in un altro gruppo” ed il primo appuntamento dovrebbe riguardare l’Euro che essendo “un sistema che ha generato surplus a favore della Germania” deve essere sottoposto a “referendum popolare” per la sua abrogazione, oltre alle battaglie politiche contro il TTIP, il CETA, il conferimento del MES alla Cina ed “il superamento del regolamento di Dublino“, per quanto riguarda il tema immigrazione.

Buon lavoro grillini.

AL VOTO, AL VOTO. NEL M5S SI SCEGLIE A SORPRESA

DI PIERLUIGI PENNATI
pierluigi-pennati
Malindi, nulla da fare e poca fantasia, perché non votare per il futuro del movimento in Europa?
Deve essersi chiesto questo Beppe Grillo quando ha deciso di avviare a sorpresa delle consultazioni per scegliere le alleanze politiche in Europa e stabilire il futuro strasburghese del Movimento.
Così, cogliendo di sorpresa molti europarlamentari M5s, anche se la separazione con l’UKIP era nell’aria ormai da tempo e i tentativi portati avanti con i Verdi a dicembre, e poi falliti, resi noti a tutti non sapevano dell’improvvisa accelerazione, Grillo lancia il voto sul suo blog “dalle 10 alle 19 di oggi 8 gennaio e dalle 10 alle 12 di domani”.
La richiesta del leader del movimento sembrerebbe esser quella di aderire al gruppo ALDE (Alliance of Liberals and Democrats of Europe) e diventare la terza forza in Europa. Secondo Grillo il gruppo sarebbe stato l’unico “ad aprire un dialogo con noi, anche se questo deve avvenire con regole ben chiare verso il M5s”, oppure di aderire al Misto, “ma non essere in un gruppo vuol dire non contare”, o restare in EFDD.
In un lungo commento Grillo delinea la sua idea e chiede il voto “carpe diem”, chi c’è c’è, tanto che persino i suoi sono sorpresi. Carlo Sibilia, deputato M5s ed ex componente del direttorio afferma su FaceBook che “Votare informati è importante” e “Ecco cosa diceva il gruppo ALDE di noi meno di 3 anni fa: ‘per completezza, si segnala che anche ‘Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa (ALDE)’, il gruppo più europeista e federalista esistente al Pe, ha espresso una posizione unitaria, la quale tuttavia ha considerato i sette punti per l’Europa del M5s come ‘completamente incompatibili con la loro agenda pro-Europa’ definendo il M5s ‘profondamente anti Europeo’ e il suo programma ‘irrealistico e populista’. ALDE è anche favorevole alla clausola ISDS nel TTIP. E quindi al TTIP stesso. Del resto se si definiscono liberali ci sarà un motivo”.
Ma non è tutto, secondo Sibilia “ALDE ha boicottato tutte le candidature del M5s alla presidenza e alla vicepresidenza di commissioni del parlamento Europeo” e concludendo “decidete se meglio soli (vi ricordo che il parlamento Europeo non ha iniziativa legislativa, cioè, per intenderci i deputati non possono proporre leggi) o male accompagnati e un po’ ipocriti. Buon voto”.
Anche Claudia Mannino non è tanto tenera e scrive “La nostra memoria corta non deve averla vinta in scelte del genere! io preferisco non aderire a nessun gruppo!”, mentre Mirella Liuzzi affida a Twitter il suo commento: “Meglio soli che male accompagnati, visti i precedenti”, e Nicola Morra, senatore M5s, sbotta: “Europa o Italia, siamo nati per essere una rivoluzione culturale prima ancora che politica. Se questo comporta un lungo attraversamento del deserto, non ci sono problemi. La solitudine della marcia non ci spaventa”.
Per Laura Ferrara, capogruppo uscente del M5s a Bruxelles, invece, allearsi con l’ALDE a Bruxelles “è l’unico modo per continuare ad avere un peso in Europa”.
Brexit ed avvenimenti in Europa per Grillo dovrebbero far ripensare seriamente alla natura del gruppo EFDD, aggiungendo che “ALDE conta 68 eurodeputati e con la presenza del Movimento 5 Stelle diventerebbe la terza forza politica al Parlamento europeo. Questo significa acquisire un peso specifico di notevole importanza nelle scelte che si prendono. Significa in molti casi rappresentare l’ago della bilancia: con il nostro voto potremo fare la differenza e incidere sul risultato di molte decisioni importanti per contrastare l’establishment europeo. Non rinneghiamo le scelte del passato che ci hanno portato dove siamo oggi. Vogliamo affrontare nuove sfide con maggiore determinazione”.
L’ingresso nel Parlamento europeo con le elezioni del 25 maggio 2014 è avvenuto dopo una consultazione online tra gli iscritti dando vita al gruppo EFDD (Europe of Freedom and Direct Democracy) insieme agli inglesi di UKIRP e altre delegazioni minori, “oggi” prosegue Grillo “abbiamo, per la seconda volta in tempi ravvicinati, l’opportunità di scegliere se e come dare un futuro al Movimento 5 stelle in Europa. Come sempre accade, a metà di una legislatura (dopo due anni e mezzo dall’inizio della stessa) si aprono i negoziati tra gruppi politici. Anche noi ne abbiamo valutati alcuni e tra quelli che ci interessavano, gli unici ad aprire il dialogo con noi sono stati gli eurodeputati di ALDE. Abbiamo fatto un tentativo di dialogo anche con il gruppo dei Verdi, che ha rifiutato la nostra richiesta di confronto. Ci è stato comunicato che un eventuale ingresso del Movimento 5 stelle nel gruppo dei Verdi avrebbe infatti ‘sbilanciato’ gli equilibri del gruppo stesso”.
Le condizioni politiche alla base dei negoziati con ALDE sarebbero molto chiari: “condivisione dei valori di democrazia diretta, trasparenza, libertà, onestà; totale e indiscutibile autonomia di voto; partecipazione dei cittadini nella vita politica delle istituzioni europee; schieramento compatto nelle battaglie comuni come la semplificazione dell’apparato burocratico europeo, la risoluzione dell’emergenza immigrazione con un sistema di ricollocamento permanente, la promozione della green economy e lo sviluppo del settore digitale e tecnologico con maggiori possibilità occupazionali”, in definitiva “il Movimento 5 stelle manterrebbe la sua piena autonomia con l’opportunità di dare vita a una nuova identità europea, che chiameremo DDM (Direct Democracy Movement) un progetto ambizioso che apre a un futuro in cui sempre più realtà europee condivideranno il valore della democrazia diretta”.
Se siete grillini e date spesso un’occhiata al blog, buon voto, altrimenti …

AL VOTO, AL VOTO. NEL M5S SI SCEGLIE A SORPRESA

Malindi, nulla da fare e poca fantasia, perché non votare per il futuro del movimento in Europa?

Deve essersi chiesto questo Beppe Grillo quando ha deciso di avviare a sorpresa delle consultazioni per scegliere le alleanze politiche in Europa e stabilire il futuro strasburghese del Movimento.

Così, cogliendo di sorpresa molti europarlamentari M5s, anche se la separazione con l’UKIP era nell’aria ormai da tempo e i tentativi portati avanti con i Verdi a dicembre, e poi falliti, resi noti a tutti non sapevano dell’improvvisa accelerazione, Grillo lancia il voto sul suo blog “dalle 10 alle 19 di oggi 8 gennaio e dalle 10 alle 12 di domani”.

La richiesta del leader del movimento sembrerebbe esser quella di aderire al gruppo ALDE (Alliance of Liberals and Democrats of Europe) e diventare la terza forza in Europa. Secondo Grillo il gruppo sarebbe stato l’unico “ad aprire un dialogo con noi, anche se questo deve avvenire con regole ben chiare verso il M5s”, oppure di aderire al Misto, “ma non essere in un gruppo vuol dire non contare”, o restare in EFDD.

In un lungo commento Grillo delinea la sua idea e chiede il voto “carpe diem”, chi c’è c’è, tanto che persino i suoi sono sorpresi. Carlo Sibilia, deputato M5s ed ex componente del direttorio afferma su FaceBook che “Votare informati è importante” e “Ecco cosa diceva il gruppo ALDE di noi meno di 3 anni fa: ‘per completezza, si segnala che anche ‘Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa (ALDE)’, il gruppo più europeista e federalista esistente al Pe, ha espresso una posizione unitaria, la quale tuttavia ha considerato i sette punti per l’Europa del M5s come ‘completamente incompatibili con la loro agenda pro-Europa’ definendo il M5s ‘profondamente anti Europeo’ e il suo programma ‘irrealistico e populista’. ALDE è anche favorevole alla clausola ISDS nel TTIP. E quindi al TTIP stesso. Del resto se si definiscono liberali ci sarà un motivo”.

Ma non è tutto, secondo Sibilia “ALDE ha boicottato tutte le candidature del M5s alla presidenza e alla vicepresidenza di commissioni del parlamento Europeo” e concludendo “decidete se meglio soli (vi ricordo che il parlamento Europeo non ha iniziativa legislativa, cioè, per intenderci i deputati non possono proporre leggi) o male accompagnati e un po’ ipocriti. Buon voto”.

Anche Claudia Mannino non è tanto tenera e scrive “La nostra memoria corta non deve averla vinta in scelte del genere! io preferisco non aderire a nessun gruppo!”, mentre Mirella Liuzzi affida a Twitter il suo commento: “Meglio soli che male accompagnati, visti i precedenti”, e Nicola Morra, senatore M5s, sbotta: “Europa o Italia, siamo nati per essere una rivoluzione culturale prima ancora che politica. Se questo comporta un lungo attraversamento del deserto, non ci sono problemi. La solitudine della marcia non ci spaventa”.

Per Laura Ferrara, capogruppo uscente del M5s a Bruxelles, invece, allearsi con l’ALDE a Bruxelles “è l’unico modo per continuare ad avere un peso in Europa”.

Brexit ed avvenimenti in Europa per Grillo dovrebbero far ripensare seriamente alla natura del gruppo EFDD, aggiungendo che “ALDE conta 68 eurodeputati e con la presenza del Movimento 5 Stelle diventerebbe la terza forza politica al Parlamento europeo. Questo significa acquisire un peso specifico di notevole importanza nelle scelte che si prendono. Significa in molti casi rappresentare l’ago della bilancia: con il nostro voto potremo fare la differenza e incidere sul risultato di molte decisioni importanti per contrastare l’establishment europeo. Non rinneghiamo le scelte del passato che ci hanno portato dove siamo oggi. Vogliamo affrontare nuove sfide con maggiore determinazione”.

L’ingresso nel Parlamento europeo con le elezioni del 25 maggio 2014 è avvenuto dopo una consultazione online tra gli iscritti dando vita al gruppo EFDD (Europe of Freedom and Direct Democracy) insieme agli inglesi di UKIRP e altre delegazioni minori, “oggi” prosegue Grillo “abbiamo, per la seconda volta in tempi ravvicinati, l’opportunità di scegliere se e come dare un futuro al Movimento 5 stelle in Europa. Come sempre accade, a metà di una legislatura (dopo due anni e mezzo dall’inizio della stessa) si aprono i negoziati tra gruppi politici. Anche noi ne abbiamo valutati alcuni e tra quelli che ci interessavano, gli unici ad aprire il dialogo con noi sono stati gli eurodeputati di ALDE. Abbiamo fatto un tentativo di dialogo anche con il gruppo dei Verdi, che ha rifiutato la nostra richiesta di confronto. Ci è stato comunicato che un eventuale ingresso del Movimento 5 stelle nel gruppo dei Verdi avrebbe infatti ‘sbilanciato’ gli equilibri del gruppo stesso”.

Le condizioni politiche alla base dei negoziati con ALDE sarebbero molto chiari: “condivisione dei valori di democrazia diretta, trasparenza, libertà, onestà; totale e indiscutibile autonomia di voto; partecipazione dei cittadini nella vita politica delle istituzioni europee; schieramento compatto nelle battaglie comuni come la semplificazione dell’apparato burocratico europeo, la risoluzione dell’emergenza immigrazione con un sistema di ricollocamento permanente, la promozione della green economy e lo sviluppo del settore digitale e tecnologico con maggiori possibilità occupazionali”, in definitiva “il Movimento 5 stelle manterrebbe la sua piena autonomia con l’opportunità di dare vita a una nuova identità europea, che chiameremo DDM (Direct Democracy Movement) un progetto ambizioso che apre a un futuro in cui sempre più realtà europee condivideranno il valore della democrazia diretta”.

Se siete grillini e date spesso un’occhiata al blog, buon voto, altrimenti …

INCIDENTE AEREO A LINATE, VOLI DIROTTATI SU MALPENSA

Alle 18:20 di ieri 5 gennaio 2017 un Piper PA 46T, un piccolo aereo da turismo turboelica di aviazione generale, ha avuto una probabile anomalia al carrello costringendolo ad un atterraggio “duro” e finendo fuori pista.

Fortunatamente, il Piper non ha preso fuoco ed il meccanismo dei soccorsi, scattato immediatamente, faceva dirottare i voli su Malpensa mentre i vigili del fuoco e le forze dell’ordine intervenivano sul posto per soccorrere le due persone a bordo, uno dei quali era il pilota.

Le ambulanze accorse in codice rosso hanno però accertato che i due erano molto scossi ma senza ferite di particolare rilevanza, rifiutando persino di essere portati al pronto soccorso per altri accertamenti.

A seguito dell’incidente l’aeroporto di Linate è rimasto chiuso per circa tre ore, fino alle 22.

(foto tgcom24)

INCIDENTE AEREO A LINATE, VOLI DIROTTATI SU MALPENSA

DI PIERLUIGI PENNATI
pierluigi-pennati
Alle 18:20 di ieri 5 gennaio 2017 un Piper PA 46T, un piccolo aereo da turismo turboelica di aviazione generale, ha avuto una probabile anomalia al carrello costringendolo ad un atterraggio “duro” e finendo fuori pista.
Fortunatamente, il Piper non ha preso fuoco ed il meccanismo dei soccorsi, scattato immediatamente, faceva dirottare i voli su Malpensa mentre i vigili del fuoco e le forze dell’ordine intervenivano sul posto per soccorrere le due persone a bordo, uno dei quali era il pilota.
Le ambulanze accorse in codice rosso hanno però accertato che i due erano molto scossi ma senza ferite di particolare rilevanza, rifiutando persino di essere portati al pronto soccorso per altri accertamenti.
A seguito dell’incidente l’aeroporto di Linate è rimasto chiuso per circa tre ore, fino alle 22.
(foto tgcom24)

AL VOTO IL CODICE M5S, SANZIONE NON AUTOMATICA PER GLI INDAGATI

Dopo una gestazione avvenuta in sordina è pronto per il voto il codice etico del Movimento 5 Stelle che da oggi alle 10 potrà essere giudicato online da coloro che risultano iscritti al movimento entro il 1° luglio 2016 con documento certificato.

Quanti siano gli aventi diritto al voto non è dato sapere con precisione ed anche le modalità di certificazione ed approvazione del documento non sono disponibili, fatto sta che i “fortunati” iscritti, da domani, potranno dire se gli sta bene o meno un codice etico preconfezionato e non più discutibile, solo votabile.

Lo scopo dichiarato è di garantire una condotta, nel perseguire gli obiettivi del Movimento indicati nel “Non Statuto” o negli altri atti interni di indirizzo, da parte dei portavoce eletti, ispirata ai principi di lealtà, correttezza, onestà, buona fede, trasparenza, disciplina e onore, rispetto della Costituzione della Repubblica e delle leggi vigenti.

Tra i punti salienti vi sono il dovere, già espresso dall’art. 54 della Costituzione, per i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche di adempierle con disciplina e onore, avendo comportamenti eticamente ineccepibili, anche a prescindere dalla rilevanza penale degli stessi. I portavoce dovranno anche astenersi da comportamenti suscettibili di pregiudicare l’immagine o l’azione politica del Movimento stesso.

Inoltre, negli eventuali procedimenti penali, il Garante del Movimento, il Collegio dei Probiviri od il Comitato d’appello, compiranno “le loro valutazioni in totale autonomia, in virtù e nell’ambito delle funzioni attribuite dal Regolamento del Movimento 5 Stelle, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura.”

Secondo il testo da votare, “il comportamento tenuto dal portavoce può essere considerato grave dal Garante o dal Collegio dei probiviri con possibile ricorso del sanzionato al Comitato d’appello, anche durante la fase di indagine, quando emergono elementi idonei ad accertare una condotta che, a prescindere dall’esito e dagli sviluppi del procedimento penale, sia già lesiva dei valori, dei principi o dell’immagine del Movimento 5 Stelle. La condotta sanzionabile può anche essere indipendente e autonoma rispetto ai fatti oggetto dell’indagine.”

“In qualsiasi fase del procedimento penale, il portavoce può decidere di auto-sospendersi dal Movimento senza che ciò implichi di per sè alcuna ammissione di colpa o di responsabilità.”

“Il Garante del Movimento, il Collegio dei Probiviri o il Comitato d’Appello” … ”valutano la gravità dei comportamenti tenuti dai portavoce, a prescindere dall’esistenza di un procedimento penale”

Nessuna tolleranza per i condannati, infatti “è considerata grave ed incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva quale portavoce del Movimento 5 Stelle la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo, eccettuate le ipotesi indicate all’ultimo comma. A tal fine, sono equiparate alla sentenza di condanna la sentenza di patteggiamento, il decreto penale di condanna divenuto irrevocabile e l’estinzione del reato per prescrizione intervenuta dopo il rinvio a giudizio. E’ invece rimessa all’apprezzamento discrezionale del Garante, del Collegio dei probiviri con possibile ricorso del sanzionato al Comitato d’appello la valutazione di gravità ai fini disciplinari di pronunzie di dichiarazione di estinzione del reato per esito positivo della messa alla prova, di sentenze di proscioglimento per speciale tenuità del fatto, di dichiarazione di estinzione del reato per prescrizione.”

Va però detto che non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce la ricezione, da parte di esso di “informazioni di garanzia” o di un “avviso di conclusione delle indagini”, essendo sempre rimessa alla discrezionalità del Garante e del Collegio dei probiviri o del Comitato d’appello la valutazione della gravità di fatti che configurano i cosiddetti reati d’opinione ipotesi di reato concernenti l’espressione del proprio pensiero e delle proprie opinioni, ovvero di fatti commessi pubblicamente per motivi di particolare valore politico, morale o sociale.

È comunque dovere dei portavoce, quando ne hanno notizia, “l’obbligo di informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito dell’esistenza di procedimenti penali in corso nei quali assumono la qualità di indagato o imputato nonché di qualsiasi sentenza di condanna o provvedimento ad essa equiparato”.
Per ultimo “è dovere di ogni amministratore eletto nelle file de Movimento” il far rispettare il codice etico ai componenti delle proprie giunte, anche se in queste non risultano iscritti e/o eletti nel Movimento 5 Stelle.

Insomma, il partito non partito parte con un regolamento non regolamento votato da iscritti non iscritti, ma certificati prima del 1° luglio 2016. Pieni poteri da attribuire al Garante del movimento (Beppe Grillo n.d.r.), al Collegio dei probiviri ed al Comitato d’appello. Staremo a vedere.

AL VOTO IL CODICE M5S, SANZIONE NON AUTOMATICA PER GLI INDAGATI

DI PIERLUIGI PENNATI
pierluigi-pennati
Dopo una gestazione avvenuta in sordina è pronto per il voto il codice etico del Movimento 5 Stelle che da oggi alle 10 potrà essere giudicato online da coloro che risultano iscritti al movimento entro il 1° luglio 2016 con documento certificato.
Quanti siano gli aventi diritto al voto non è dato sapere con precisione ed anche le modalità di certificazione ed approvazione del documento non sono disponibili, fatto sta che i “fortunati” iscritti, da domani, potranno dire se gli sta bene o meno un codice etico preconfezionato e non più discutibile, solo votabile.
Lo scopo dichiarato è di garantire una condotta, nel perseguire gli obiettivi del Movimento indicati nel “Non Statuto” o negli altri atti interni di indirizzo, da parte dei portavoce eletti, ispirata ai principi di lealtà, correttezza, onestà, buona fede, trasparenza, disciplina e onore, rispetto della Costituzione della Repubblica e delle leggi vigenti.
Tra i punti salienti vi sono il dovere, già espresso dall’art. 54 della Costituzione, per i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche di adempierle con disciplina e onore, avendo comportamenti eticamente ineccepibili, anche a prescindere dalla rilevanza penale degli stessi. I portavoce dovranno anche astenersi da comportamenti suscettibili di pregiudicare l’immagine o l’azione politica del Movimento stesso.
Inoltre, negli eventuali procedimenti penali, il Garante del Movimento, il Collegio dei Probiviri od il Comitato d’appello, compiranno “le loro valutazioni in totale autonomia, in virtù e nell’ambito delle funzioni attribuite dal Regolamento del Movimento 5 Stelle, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura.”
Secondo il testo da votare, “il comportamento tenuto dal portavoce può essere considerato grave dal Garante o dal Collegio dei probiviri con possibile ricorso del sanzionato al Comitato d’appello, anche durante la fase di indagine, quando emergono elementi idonei ad accertare una condotta che, a prescindere dall’esito e dagli sviluppi del procedimento penale, sia già lesiva dei valori, dei principi o dell’immagine del Movimento 5 Stelle. La condotta sanzionabile può anche essere indipendente e autonoma rispetto ai fatti oggetto dell’indagine.”
“In qualsiasi fase del procedimento penale, il portavoce può decidere di auto-sospendersi dal Movimento senza che ciò implichi di per sè alcuna ammissione di colpa o di responsabilità.”
“Il Garante del Movimento, il Collegio dei Probiviri o il Comitato d’Appello” … ”valutano la gravità dei comportamenti tenuti dai portavoce, a prescindere dall’esistenza di un procedimento penale”
Nessuna tolleranza per i condannati, infatti “è considerata grave ed incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva quale portavoce del Movimento 5 Stelle la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo, eccettuate le ipotesi indicate all’ultimo comma. A tal fine, sono equiparate alla sentenza di condanna la sentenza di patteggiamento, il decreto penale di condanna divenuto irrevocabile e l’estinzione del reato per prescrizione intervenuta dopo il rinvio a giudizio. E’ invece rimessa all’apprezzamento discrezionale del Garante, del Collegio dei probiviri con possibile ricorso del sanzionato al Comitato d’appello la valutazione di gravità ai fini disciplinari di pronunzie di dichiarazione di estinzione del reato per esito positivo della messa alla prova, di sentenze di proscioglimento per speciale tenuità del fatto, di dichiarazione di estinzione del reato per prescrizione.”
Va però detto che non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce la ricezione, da parte di esso di “informazioni di garanzia” o di un “avviso di conclusione delle indagini”, essendo sempre rimessa alla discrezionalità del Garante e del Collegio dei probiviri o del Comitato d’appello la valutazione della gravità di fatti che configurano i cosiddetti reati d’opinione ipotesi di reato concernenti l’espressione del proprio pensiero e delle proprie opinioni, ovvero di fatti commessi pubblicamente per motivi di particolare valore politico, morale o sociale.
È comunque dovere dei portavoce, quando ne hanno notizia, “l’obbligo di informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito dell’esistenza di procedimenti penali in corso nei quali assumono la qualità di indagato o imputato nonché di qualsiasi sentenza di condanna o provvedimento ad essa equiparato”.
Per ultimo “è dovere di ogni amministratore eletto nelle file de Movimento” il far rispettare il codice etico ai componenti delle proprie giunte, anche se in queste non risultano iscritti e/o eletti nel Movimento 5 Stelle.
Insomma, il partito non partito parte con un regolamento non regolamento votato da iscritti non iscritti, ma certificati prima del 1° luglio 2016. Pieni poteri da attribuire al Garante del movimento (Beppe Grillo n.d.r.), al Collegio dei probiviri ed al Comitato d’appello. Staremo a vedere.