DI VIRGINIA MURRU

La leader della Cgil, Susanna Camusso, ha ritenuto insufficiente la proposta del premier sulle pensioni, proclamando così, come già ventilato (nel caso in cui le istanze del sindacato non fossero state accolte), la mobilitazione generale territoriale per il prossimo 2 dicembre, in alcune grandi città.
Dopo l’incontro col Governo, la Segretaria della Cgil ha dichiarato:
“Per noi vertenza aperta, lo sosterremo con grande forza.” E’ stato chiesto un incontro urgente ad alcuni gruppi parlamentari per trovare una soluzione comune, e a questo punto si spera che sia finalmente la strada giusta.
Respinto dunque il nuovo testo, presentato oggi dal Governo nel corso dell’incontro con i rappresentanti dei sindacati. In sintesi, la Camusso ha confermato, durante la conferenza stampa, le perplessità già espresse nel precedente incontro, ossia ‘l’esiguità delle risorse inserite nella Legge di Bilancio’.
“Si tratta di scelte politiche – ha ripetuto la Segretaria – e pertanto la vertenza resta aperta. Ci sarà una prima mobilitazione generale il 2 dicembre, per affermare i cambiamenti universali del sistema previdenziale, esigiamo attenzione verso i temi del lavoro.”
E ha proseguito:
“Ora le proposte fatte durante il confronto di oggi saranno portate davanti al Parlamento, il quale potrebbe ancora intervenire per rendere efficaci le tante dichiarazioni delle ultime settimane. C’è una notevole differenza tra le proposte formulate durante gli ultimi incontri e quelle espresse nel documento del 2016.
Il divario riguarda le risposte sulla pensione dei giovani, sulle donne e il sistema previdenziale impostato sull’aspettativa di vita. Troppe lacune in termini di attenzione verso i fondamentali temi del lavoro. Per questo la Cgil non ci sta, non possiamo accontentarci.”
Nel documento presentato dal governo c’è l’estensione dei requisiti per l’Ape Social, proposta già messa sul tavolo nella trattativa, ma il Governo ritiene di avere fatto anche sforzi non di poco conto per sostenere i giovani e le donne. Afferma Gentiloni al riguardo: “E’ a tutti gli effetti un pacchetto importante e sostenibile..”
Ora queste nuove ‘aperture’ del Governo saranno inserite nella legge di Bilancio come emendamento, pur senza un’intesa unitaria con le rappresentanze sindacali. C’è un lungo e travagliato percorso dietro il tentativo di un’intesa comune sulle problematiche del lavoro.
Era stato avviato lo scorso febbraio al Ministero del Lavoro, e poi è passato il 2 novembre a Palazzo Chigi. L’epilogo non è certo quello che si sperava. Mentre per la Cisl di Annamaria Furlan le proposte del premier Gentiloni sono accettabili, ‘è stato fatto un buon lavoro’, non lo sono altrettanto per Susanna Camusso. Carmelo Barbagallo, rappresentante della Uil, non si ritiene pienamente soddisfatto, ma in definitiva si è ottenuto almeno gran parte rispetto alle aspettative.
Il premier Paolo Gentiloni ha impiegato ogni strategia possibile per convincere la Camusso che il Governo ha fatto ogni sforzo possibile per rispondere con sensibilità alle istanze presentate, e che le misure previdenziali messe in campo sono ‘alquanto rilevanti’, ma la Camusso ritiene queste proposte ancora insufficienti.
La Segretaria della Cisl, Furlan, forse la più conciliante tra i rappresentanti dei sindacati, sostiene che non si può chiedere altro a questo governo, ‘a Babbo Natale non ci crediamo più’. Nonostante la volontà di non ostacolare la trattativa, sia Annamaria Furlan che Barbagallo, concordano sulla necessità di vigilare affinché i 300 milioni messi a disposizione del governo, non si dissolvano o prendano altre direzioni.
“In fin dei conti – ha affermato Barbagallo – si è aperto un varco importante in quel muro intransigente che la legge Fornero rappresenta.”
Miglioramenti ce ne sono stati dopo le proposte e l’emendamento inserito nella legge di Bilancio:
15 categorie di lavori usuranti e gravosi saranno tutelati con l’esenzione dall’innalzamento dell’età pensionabile, secondo il sistema automatico basato sulle aspettative di vita.
Maggiore attenzione alle pensioni dei giovani e delle donne, garanzia di ampliamento della platea Ape Social alle categorie di lavori gravosi. Le risorse stanziate per onorare questi impegni.
La Cgil ritiene che su tanti punti il Governo abbia offerto dei vantaggi, ma poi in realtà se li sia ripresi con altri ‘espedienti’, procedendo per deroghe, ma senza portare significativi miglioramenti al sistema previdenziale e al mondo del lavoro. Si vedrà nelle prossime settimane se il Parlamento riuscirà a trovare una soluzione accettabile per colmare il divario e portare la Cgil sulla via di un accordo.