ISTAT. AL TOP IL REDDITO DELLE FAMIGLIE NEL 2017: +1,7%

DI VIRGINIA MURRU
E’ salito dello 0,6%, rispetto al trimestre precedente (quindi variazione congiunturale), il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat. I consumi sono cresciuti dello 0,5%, mentre la propensione al risparmio delle famiglie si è attestata all’8,2%, in lieve aumento (0,1%), rispetto al precedente trimestre.
Tenendo conto della variazione del deflatore implicito dei consumi, dell’ordine dello 0,4%, ne consegue che il potere d’acquisto delle famiglie è aumentato rispetto al trimestre precedente dello 0,2%.
Sono dati resi noti dall’Istituto Italiano di Statistica, nell’ambito del “Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società.”
Per quel che riguarda le Pubbliche Amministrazioni, nel 2017 l’indebitamento netto, in rapporto al Pil, è stato dell’1,6%, ridotto dello 0,3% rispetto al 2016, stesso trimestre. Il saldo primario delle PA – al netto degli interessi passivi – è in positivo, ed incide sul Pil per il 2,2% – quindi 0,1 punti percentuali in meno rispetto al periodo di riferimento (quarto trimestre 2016).
Dall’analisi dei dati risulta che la pressione fiscale è stata pari al 48,8%; in contrazione, rispetto allo stesso periodo del 2017, dello 0,8%.
Il reddito disponibile lordo – a prezzi correnti – è risultato in aumento dell’1,8%, rispetto al 2016.
Incoraggianti, ancora una volta, i dati concernenti il tasso di occupazione. A febbraio 2018, cresce la stima degli occupati, sia pure di poco, ossia dello 0,1% ( in termini numerici +19mila occupati in più rispetto a gennaio). Stabile il tasso di occupazione, a 58,0%.
Sul piano congiunturale, a gennaio si è verificato un incremento riguardante i dipendenti assunti a tempo indeterminato: +54mila, e in crescita, di poco, anche quelli a termine: +4 mila.
La categoria dei lavoratori indipendenti è invece in contro tendenza: -39 mila.
In generale l’aumento complessivo degli occupati è incentivata dalla crescita della componente femminile, senza variazioni di rilievo il numero di uomini occupati. Per quel che attiene l’età, si rileva una crescita tra le persone di 35 anni o più: sono +37 mila. In calo nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 34 anni: -18 mila.
Crescono gli assunti a termine: +55 mila, in calo invece i permanenti: -33 mila, e gli indipendenti, come è stato già fatto rilevare dall’Istat: -53 mila. Si tratta, però del trimestre di riferimento dicembre-febbraio.
In questo arco di tempo l’occupazione in generale cala dello 0,1% – in numeri -32 mila, rispetto al trimestre che precede, e interessa soprattutto gli uomini. Una crescita in positivo si riscontra tra i giovani, e la fascia degli over 50. A febbraio diminuisce la stima dei lavoratori in cerca di un’occupazione: -1,7%, e in termini di numeri – 49 mila. Si avverte un calo del tasso di disoccupazione tra le donne, in età media.
Importante la rilevazione del tasso di disoccupazione, che va al 10,9%, ossia -0,2 punti percentuali rispetto al mese di gennaio. Nel periodo di riferimento, il trimestre dicembre-febbraio, rispetto a quello precedente, al calo degli occupati fa seguito una diminuzione dei disoccupati: -1,1%, in numeri -32 mila, insieme ad una crescita degli inattivi +52 mila.
Nei conti pubblici, l’Istat rivede al rialzo, rispetto alla stima precedente, il rapporto deficit-Pil nel 2017: 2,3% (il 1 marzo era 1,9%). L’Istat spiega anche che il dato appena diffuso comprende l’impatto dovuto al salvataggio delle banche (Banche Venete Mps), che hanno gravato sui conti pubblici, (e quindi sul Pil), per un importo rilevante: 6,3 mld.
E tuttavia, confrontando i valori dell’indebitamento sul Pil a quelli del 2016, si riscontra un miglioramento, dato che si era a 2,5%. Supera invece, in termini di stime, quello relativo all’ggiornamento del Def, nel quale il deficit era stimato a 2,1%.