EUROZONA. CALA LA PRODUZIONE INDUSTRIALE A NOVEMBRE: -1,7%

 

DI VIRGINIA MURRU

 

Secondo le ultime stime di Eurostat, a novembre 2018 risulta in calo la produzione industriale, l’output ha registrato una flessione mensile (rispetto ad ottobre) dell’1,7%, un risultato che va anche al di là delle previsioni degli analisti, per i quali il calo doveva essere più contenuto, -1,5%.

Su base annua la produzione industriale mette in evidenza una contrazione del 3,3%, – rilievo anche qui peggiore rispetto alle attese, -2,3%. Nel mese di ottobre il dato riportava una situazione certamente migliore, +1,2%. In Italia il calo è stato pari al 2,6%, in compagnia della Germania, -1,9%. I due paesi  sono i più grandi produttori manifatturieri in Europa. E’ stata una raffica di risultati che ha riportato indietro la bussola della crescita, e gli auspici per i prossimi anni non sono rivolti all’ottimismo.

Questi i rilevamenti riguardanti la flessione della produzione industriale nei paesi dell’area euro; per quel che riguarda l’Ue dei 28, rispetto al mese precedente (che era invece pari a +0,1%), si è registrato una contrazione dell’1,3%. Su base annua si rileva un calo, -2,2%.

Secondo Eurostat, tra gli stati membri dell’Unione europea, il paese nel quale si è rilevato il calo maggiore nella produzione industriale è l’Irlanda, -7,5%.

In Portogallo il calo è stato di -2,5%, Germania e Lituania entrambe del -1,9%. La crescita più consistente è stata registrata in Estonia: con +4,5%, Grecia con il +3,1%, Malta con +2,6%.

Le previsioni per il 2019 non partono con buoni auspici. La Cina, sul piano globale, sta pagando il conto del conflitto commerciale con gli Usa; frena la crescita del colosso asiatico. La situazione non è esaltante neppure negli Usa, secondo Goldman Sachs, “l’Amministrazione Trump sta mettendo il freno a mano all’economia americana, e per il corrente anno il Pil andrebbe addirittura a picco, dimezzando le sue performance rispetto al 2018.”

Venti di recessione spirerebbero anche in Europa, l’Unione europea è a rischio, e l’Italia ovviamente ne seguirebbe il ‘destino’. Tante le ‘influenze’ provenienti dallo scenario globale, non ultima la guerra commerciale tra Usa e Cina,  incide anche la politica monetaria della Bce, che a gennaio ha sospeso del tutto l’acquisto di asset.

Secondo la Banca Mondiale, la crescita a livello globale subirà un calo (-2,9%), e a farne le spese saranno soprattutto le economie avanzate. Secondo la World Bank, “In termini di volumi la view sul commercio mondiale nel 2018, 2019 e 2020, sarà ridotta di circa mezzo punto percentuale rispetto alle previsioni di giugno”.

Eurostat comunicato