MANOVRA 2020: IN RILIEVO TAGLIO DEL CUNEO FISCALE E BLOCCO AUMENTI IVA

DI VIRGINIA MURRU

 

Il Consiglio dei ministri ha approvata la Legge di Bilancio e il Decreto fiscale 2020, ancora in corso l’iter della Legge di Manovra, che ha portato al varo della Legge di Bilancio e al decreto fiscale.

La prima bozza della Legge di bilancio diffusa nelle ultime ore consta di 93 articoli, il testo è stato analizzato e concordato durante il vertice di Governo, dal cui dibattito sono scaturiti ulteriori accordi con alcune significative novità, tra le quali la cedolare secca per gli affitti a canone concordato: si è stabilito che resterà del 10%.

E’ una manovra ambiziosa, che per la prima volta tiene conto anche del rispetto dell’Art. 36 della Costituzione, sul diritto del lavoratore a percepire un salario minimo che permetta una buona e decorosa sussistenza per sé e la propria famiglia. La prima bozza della Legge di Bilancio tiene conto del sostegno alle famiglie attraverso il ‘bonus bebè, bonus facciate, bonus Cultura, tanto per citare alcuni degli interventi, non quelli tuttavia fondamentali.

Il primo obiettivo da perseguire prevede almeno tre punti base:  blocco dell’aumento dell’Iva, attraverso misure di copertura che a questo fine sono state individuate, il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori in busta paga (e una riduzione sui contributi a carico delle imprese, soprattutto per i lavoratori assunti a tempo indeterminato, a contratto), i cui riflessi positivi prenderanno avvio il prossimo anno, mentre per il 2021 gli interventi dovrebbero essere più rilevanti.

In ‘cantiere’ c’è anche uno dei punti più dibattuti: il salario minimo, che sta molto a cuore al M5S, a garanzia di tutela dei lavoratori il cui trattamento economico non risulta equo. La tutela in questo ambito riguarda in particolare i lavoratori non dipendenti, non di rado professionisti esposti a forme di abuso e sfruttamento.

Per quel che concerne le risorse destinate al taglio del cuneo, si prende in considerazione la rimodulazione del cosiddetto ‘bonus Renzi’ di 80 euro, estendendolo ad una più ampia platea di beneficiari.

C’è la riduzione dei contributi in busta paga, orientato verso il decollo del salario minimo, interventi a favore di giovani e disoccupazione giovanile. Si stima che questi interventi potrebbero richiedere risorse pari a circa 15 miliardi, da ripartire in un triennio. Il ‘bonus cuneo fiscale’, per famiglie fino a 26mila euro di reddito, da ricevere in busta paga a luglio prossimo (il cosiddetto bonus vacanza) dovrebbe essere d’importo pari a 240 euro. Mentre per le famiglie con redditi superiori a 35mila euro, il bonus sarebbe di 500 euro.

Per il 2020 l’esecutivo Conte-bis ha previsto un impiego di 3 miliardi per il taglio del cuneo, precisando che allo Stato, ogni ‘punto’ di cuneo in meno sugli occupati stabili, costa 2,5 miliardi di euro.  Queste risorse dovrebbero sostenere alcune misure a favore dei lavoratori: un aumento di 15 euro al mese per coloro che hanno un livello di reddito lordo annuo che va dagli 8mila euro ai 24mila, e percepisce comunque il bonus di 80 euro.

Non significativo in termini di agevolazioni per i redditi minimi, e tuttavia è sempre una forma di sostegno, suscettibile in un triennio di migliori agevolazioni. Avranno diritto ad un aumento di 33 euro mensili coloro che percepiscono in un anno un reddito lordo tra i 24mila e i 26.600 euro, per i quali il bonus ‘Renzi’ è ridotto.

Per l’altra fascia, ossia per chi percepisce un reddito che supera i 26.600 euro, fino ai 35mila, e non ha diritto al ‘bonus Renzi’ di 80 euro, l’aumento sarebbe di 95 euro al mese.

Il salario minimo è stato già dallo scorso anno il cavallo di battaglia del M5S, ‘vessillo’ storico (dal 2013) delle sue strategie d’intervento sulle classi meno abbienti, già obiettivo implicito della formula ‘reddito di cittadinanza’. Si tratta certo di una conquista, tenendo presente che quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea hanno già introdotto questa misura nei loro ordinamenti.

Tema dunque caro al Movimento, che ha di conseguenza rivolto l’attenzione ai salari più precari con l’intento di portarli ad un livello almeno più accettabile. Il presupposto è che ogni lavoratore abbia diritto di percepire un salario dignitoso, non inferiore ai diritti sanciti dai Contratti Collettivi Nazionali (CCNL), e dunque non inferiore ai 9 euro lordi per ora di retribuzione.

Con l’attuazione di questa misura finalmente sarà in concreto applicato anche l’Art. 36 della nostra Costituzione, il quale sancisce proprio il diritto, per ogni lavoratore, ad un salario minimo che garantisca la sua sussistenza e quella dei familiari.

Il disegno di legge sul salario minimo staziona al momento in Senato,

Secondo il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Gualtieri, la manovra 2020 seguirà una tendenza espansiva nelle misure di politica economica. Il ministro Gualtieri difende la manovra dai tanti spunti critici emersi ultimamente, e non solo da parte delle opposizioni.

Afferma al riguardo il ministro:

“Certo alcune misure intraprese possono anche deludere, ma è necessario puntare il focus su una base di partenza piuttosto difficile, in quanto il quadro di finanza pubblica ‘ereditato’ è ostico e complicato. Si è partiti con il fine primario di scongiurare l’aumento dell’Iva, avendo chiaro il concetto che, qualora si fosse lasciata aperta questa porta, la manovra avrebbe avuto un effetto sicuramente recessivo. Ma la nostra battaglia è quella di riportare i conti pubblici su un terreno di marcia meno drammatico, in modo progressivo, ovviamente. Intendiamo per questo fare compiere passi significativi e importanti al nostro Paese.”

L’aumento dell’Iva sicuramente è stato il passaggio più impegnativo e duro del programma economico di Governo, ma si tratta di un rischio incombente, che richiederebbe risorse ingenti (circa 23 miliardi di euro), e pertanto si doveva bloccare questa deriva finanziaria. Gualtieri, e lo stesso premier, si dichiarano ottimisti circa lo sviluppo che nei prossimi anni deriverà dalle scelte dell’esecutivo. Il fine primario è quello di fare ‘risorgere’ l’economia un po’ asfittica dell’attuale congiuntura e di proiettare il Paese in un sentiero di crescita più degno delle sue effettive risorse.

Gualtieri, circa le misure volte all’incentivazione della moneta elettronica, rassicura gli esercenti sostenendo che sono pronti gli interventi per alleggerire il carico delle imposte: ci sarà il prossimo luglio un credito d’imposta, finalizzato all’attenuazione dei costi sostenuti dagli esercizi commerciali a fronte dei pagamenti con carta.

Matteo Renzi, critico sulle misure di carattere fiscale, ha poi aggiustato il tiro  riguardo alla manovra e il decreto fiscale da poco pubblicato in Gazzetta.

Dichiara in proposito: “Il Governo che ho guidato io ha sempre avuto particolare attenzione al grado di pressione fiscale, e ci siamo adoperati per agevolare  famiglie e imprese, evitando aumenti di tasse. Sulla manovra ci sono state inevitabili dibattiti per questioni critiche, ma alla fine mi pare che ora ci sia un migliore equilibrio sul piano fiscale, anche perché su alcuni aspetti il Governo è tornato sui propri passi. Apprezzo gli sforzi compiuti dal ministro Gualtieri, in particolare su certi ‘microbalzelli’ che non rendevano onore all’esecutivo, soprattutto quello che riguardava le auto aziendali..”

Bisogna dire che una decina di giorni fa il ministro dell’Economia mal tollerava l’obiezione sui ‘microbalzelli’, che ha definito peraltro delle autentiche ‘bufale’.

E infatti difende a spada tratta le misure per arginare la pressione fiscale:

“Questa è una manovra che taglia le tasse e fa risparmiare 18 miliardi sullo spread.”

Come dargli torto sullo spread, se si pensa solo all’incubo dello scorso anno proprio in questo periodo, quando il differenziale di rendimento aveva superato i 350 punti base. Per quasi un anno comunque i livelli si sono tenuti piuttosto alti, e com’è noto le conseguenze hanno peggiorato la situazione già deleteria del debito pubblico. Non si è trattato di un ‘passaggio’ indolore, lo spread quando raggiunge limiti di guardia automaticamente alza il rendimento dei titoli, il che si traduce in ulteriore esborso di risorse.

Sulle polemiche riguardanti le misure fiscali, l’eurodeputato PD, Brando Bonifei (Capo delegazione PD a Bruxelles), ha spezzato una lancia a favore del Governo, così si è espresso in proposito:

“Ma quale manovra delle tasse.. si tratta invece di una Legge di Bilancio che tenta di arginarle segnando una svolta in questo senso. E’ necessario giudicare obiettivamente, all’interno e fuori dalla maggioranza, con il senso della responsabilità. Secondo Bonifei il Governo sta operando bene, tenendo anche presente la base di partenza, estremamente precaria in termini di risorse e di crescita.” E’ un parere importante, dato che questo giovanissimo rappresentante, a Bruxelles, certamente ha l’opportunità di cogliere da vicino le impressioni che sta suscitando la politica economica il nuovo esecutivo.

Secondo il parere espresso dall’ex premier Paolo Gentiloni – fresco di nomina a Commissario degli Affari Economici e Monetari nella Commissione Europea – intervistato su La7 (a Otto e mezzo), ha riconosciuto che l’Italia sta provando ad attraversare un ‘ponte’ difficile, per raggiungere una sponda più sicura sul piano economico e dei conti pubblici.

Così si è espresso: “A Bruxelles non c’è particolare ‘morbidezza’ nei confronti dell’Italia, ma ritengo che l’Ue sia sollevata dal fatto che il nuovo esecutivo risponda con migliore affinità agli obiettivi comuni. Avere uno dei sei Paesi fondatori, quale l’Italia è, con un Governo che lo scorso anno andava in direzione contraria sul piano internazionale e dei rapporti con le autorità di Bruxelles, era considerato molto negativo. Ora il sentire è cambiato, si avverte nell’Ue l’impressione chiara che l’Italia sia tornata a quella Storia d’intenti comuni, e questa è una strada che certamente porterà del bene anche sul piano economico.”

Parafrasando, qualora ce ne fosse bisogno, significa che quando si rema in tanti verso un unico obiettivo, e ad un tratto uno dei rematori è orientato verso una direzione contraria, le conseguenze possono essere negative per tutti.