EUROSTAT. IN ITALIA PIU’ AMPIO IL GAP TRA RICCHI E POVERI

DI VIRGINIA MURRU

 

Si allarga sempre  più in Italia il divario tra le classi  abbienti e quelle con redditi minimi, al limite della sussistenza. E’ l’Istituto di Statistica dell’Ue, Eurostat, a mettere in rilievo le differenze che segnano  distanze sempre maggiori tra ricchi e poveri.

Secondo i dati diffusi dall’Ufficio statistiche dell’Unione, il reddito percepito dai cittadini benestanti supera di ben sei volte quello dei meno abbienti. I dati fanno parte di una statistica ufficiale europea, che mette in rapporto diversi gruppi di reddito. Da questa relazione risulta che l’Italia è il peggiore tra  i Paesi europei che presentano un’alta densità demografica in ambito Ue.

Un’esigua fascia di popolazione (il 20%) – rispetto a chi percepisce entrate minime –  può contare su redditi elevati, superiori di sei volte, come si è evidenziato, rispetto a quel 20% di cittadini che vive ai margini in termini di risorse disponibili. Dall’analisi dei dati emerge che i giovani sono quelli più penalizzati, le risorse sulle quali possono contare sono anche più basse di quelle percepite dai pensionati. Gli over 65, infatti, grazie  al reddito della propria pensione, presentano un gap tra i due livelli di reddito (il più elevato e il più basso)  di 4,86. Mentre al di sotto di questa fascia d’età il rapporto sale a 6,55, differenza in aumento rispetto agli anni precedenti il 2018, quando si era a 6,34.

Nel 2018 il gap è diventato più marcato, dato che dal 5,92 è passato al 6,09, lievemente migliore rispetto ai dati emersi dagli studi relativi al 2016, quando la differenza di reddito tra ricchi e poveri era pari a 6,27.

Tra i Paesi europei, l’Italia è quindi è tra i più densamente popolati quello che presenta il rapporto peggiore tra le  ‘categorie’ di reddito prese in esame. La Gran Bretagna  ha un rapporto di 5,95 – la Francia  4,23 – la Germania a 5,07 – la Spagna (tra i peggiori) a 6,03.

Nell’ambito delle diverse aree di appartenenza nel Paese, si è rilevato che a Bolzano la differenza è meno incisiva, ossia vi sarebbe una maggiore uguaglianza per quel che concerne la percezione di reddito, non di sei volte superiore, come la media, ma di quattro volte.

Sul piano dell’analisi regionale (con dati però riguardanti il 2017), l’indice nazionale risulta essere al 5,9; con la Regione Friuli Venezia Giulia che presenta il gap più basso tra il 20% della popolazione con redditi elevati, e il 20% di quella con livelli più bassi: siamo a 4,1. Più o meno sullo stesso trend il Veneto e l’Umbria. Tra le Regioni in cui la forbice si allarga tra i due estremi, ci sono la Sicilia e la Campania, nelle quali l’indice supera il 7,4.

Gli studi si riferiscono, come si è precisato, al 2018 (a parte quello sulle regioni, del 2017), quando non era ancora entrato a regime il reddito di cittadinanza, o ‘Reddito d’inclusione, che certamente porterà delle variazioni nell’indice concernente il reddito della popolazioni meno abbienti sul piano di questi parametri.

Tra i tanti che hanno commentato i risultati degli studi Eurostat sui livelli di reddito tra ricchi e poveri in Italia, c’è quello del presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che afferma: “Dati vergognosi, indegni di un Paese civile, che invece dovrebbe operare per ridurre le differenze.”