MOODY’S PORTA IN POSITIVO IL RATING DI MONTE PASCHI: VOLO IN BORSA

DI VIRGINIA MURRU

 

L’Agenzia ha alzato il rating standalone, rivedendo il giudizio e le prospettive sull’Istituto di credito, portandolo a b3 da ‘caa1’. Si è così inteso sottolineare, secondo le valutazioni di Moody’s, il miglioramento reale nella qualità degli attivi della banca.

Secondo il comunicato pubblicato nel sito di MPS, i rating a lungo termine del debito senior unsecured e dei depositi risultano confermati, il primo a ‘Caa1’, il secondo a B1. Migliorato l’outlook da negativo a positivo.

Il titolo vola in Borsa: in chiusura ha realizzato quasi il 20%.

Il rating del debito subordinato passa a ‘Caa1’ (da Caa2).
Moody’s ha fatto sapere che il passaggio a b3 da caa1 è avvenuto per merito dei progressi riscontrati negli attivi della banca. MPS ha reso noto alla fine del 2019 un loan ratio pro-forma di circa 12,5%, alla fine dell’anno 2019, in calo del 18% rispetto all’anno precedente, dovuto alla cessione di 3,8 mld di sofferenze lorde.

Moody’s precisa che rispetto alla media italiana il rapporto è ancora piuttosto superiore (8%), e anche a quella Ue (3%). E tuttavia i risultati ci sono e il miglioramento è evidente, l’Istituto ha superato l’obiettivo del 12,9% del ratio npl (non performing loan, ossia crediti non esigibili) concordati con la Commissione europea, con 2 anni di anticipo rispetto agli impegni.

Al 30 settembre scorso, spiega l’Agenzia, Monte Paschi ha conseguito un Common Equity Tier 1 (CET1) transitorio, del 14,8%. Un Total Capital ratio transitorio del 16,7%. Coefficienti che risultano superiori ai criteri Srep della vigilanza bancaria per il corrente anno, anche se di fatto la banca ha un margine di capitale limitato, considerata l’esigenza di ridurre ancora il volume dei crediti deteriorati, nonché l’accesso limitato a nuove risorse.
La banca può contare su un’ampia liquidità, che tuttavia sarà impiegata in parte per il rimborso delle sue obbligazioni garantite dallo Stato, e per ridurre nel contempo i finanziamenti BCE.

Moody’s conclude affermando che la corporate governance è fondamentale per MPS, in quanto una governance debole in passato ha già portato a definire strategie inadeguate. Il primo azionista della Banca attualmente è il Mef, che possiede una quota pari al 68%, il che significa che è un istituto nazionalizzato.

Dettaglio importante per gli accordi con l’Unione europea, la quale impone al governo di cedere la propria partecipazione entro il prossimo anno, al fine di dimostrare che gli aiuti che Mps ha ricevuto sono da ritenere temporanei e precauzionali.

Per questa ragione la Banca dovrà proseguire con la riduzione dei prestiti problematici, oltre che migliorare nel versante “del ripristino della redditività a lungo termine della sua rete”. E’ implicito che in seguito alla cessione della partecipazione del governo, ci sarà un cambio anche nella governance, in relazione all’ingresso dei nuovi azionisti.