SI ATTENUA IL CONFLITTO COMMERCIALE SUI DAZI, TREGUA TRA USA E CINA

DI VIRGINIA MURRU

 

Per il momento il clima sembra più disteso tra i due colossi economici globali, Usa e Cina, anche se non tutta la nebbia sembra essersi dissolta, restano ancora incertezze sugli accordi, che la stessa Wall Street con le reazioni tiepide degli ultimi giorni ha voluto rimarcare.

Ma intanto Trump esulta alla sua maniera, la fase 1 degli accordi si ritiene superata in modo soddisfacente nel tavolo dei negoziati, ora si dovrebbe passare alla ‘fase 2’. Per il presidente Usa è un risultato storico, che in qualche modo legittima la sua politica protezionistica sui dazi.

E’ stato decisivo l’accordo sulla tutela del copyright, e proprio dopo aver bypassato questo arido scoglio si dovrebbe passare alla fase due.

E’ stato il vice primo ministro al Commercio cinese, Wang Showen a darne l’annuncio con un comunicato, affermando che il punto di convergenza sul tavolo delle trattative, per quel che riguarda la fase uno c’è stata. Affinità di veduta dunque sulla tutela della proprietà intellettuale, salvaguardia dei diritti delle compagnie estere in territorio cinese, ed espansione in termini di accesso al mercato interno da parte dei prodotti “made in Usa”. Passaggi fondamentali degli accordi sui quali era necessario stabilire una linea comune d’intesa.

Nell’annuncio del vice ministro cinese si menzionano nove punti in realtà, tra i quali la proprietà intellettuale, il trasferimento di prodotti agricoli, alimentari, servizi finanziari e tecnologia – i tassi di cambio, procedura per risoluzione delle controversie, espansione del commercio e clausole finali. Un bel pacchetto che apre una migliore prospettiva nei rapporti tra le due potenze economiche e contribuisce a migliorare l’assetto degli scambi.

Questo ‘pacchetto’ di accordi, dove non sono mancati i compromessi, ha una sua corrispondenza in cifre, da parte della Cina si traduce in impegni di spesa pari a 50 miliardi in termini di beni agricoli Usa e ulteriori iniziative in questo ambito, quali la manifattura e i prodotti energetici Usa.

Da sottolineare che c’è un’imposizione da parte degli Usa sulla Cina  (in questi accordi), ossia le riforme strutturali e cambi nel suo regime nei confronti della proprietà intellettuale, nonché trasferimento di tecnologia, agricoltura, servizi finanziari (ai quali si è fatto cenno sopra) e tassi di cambio.

L’accettazione da parte della Cina comporta la cancellazione nel versante dell’amministrazione Usa dei dazi addizionali, che erano già previsti dalla  metà di dicembre scorso.

La Cina a sua volta dovrà cancellare la linea rossa delle contromisure previste in risposta alle misure Usa sull’import, riguardante una serie di prodotti che erano già finiti nella sua lista nera. Attraverso gli accordi di questi negoziati è stato inoltre prevista la rimozione di dazi entrati a regime negli scambi, che si avvierà gradualmente, ossia del 25% su 250 mld di dollari del Made in Cina, e del 7,5% su 120 mld di import cinese.

L’intesa di massima della prima fase in materia di scambi, è stata raggiunta aggirando l’escalation del conflitto commerciale che ha  condizionato i mercati globali, tenendoli in certo qual modo in stand by, tra minacce di ritorsione e cenni d’intesa, da quando sono cominciate le incursioni sui dazi da parte dell’Amministrazione Trump, ossia circa due anni fa.

Il Governo americano e quello cinese hanno fornito garanzie sul blocco di ulteriori sanzioni, sollevando non poco i mercati e tutte le dinamiche economiche ad essi legati. Restano incertezze, come si è accennato, perché le due super potenze hanno omesso di precisare dettagli importanti su alcuni punti chiave dei negoziati.

Sono previsti ancora degli sviluppi, sulla base degli accordi, ma soprattutto ci sono ancora passaggi da completare sul piano formale, quali la traduzione del testo in entrambe le lingue, la revisione legale.

Tra i dettagli che ancora tengono Wall Street sulle spine, ma in genere tutti i mercati globali, c’è una migliore definizione di ogni dettaglio concernente gli accordi e la relativa rettifica delle parti, che dovrebbe poi portare a siglarli, con firma formale, in fase finale. Così potrà dirsi conclusa davvero la cosiddetta ‘fase uno’, per il momento si tratta veramente di un accordo di massima, dove si è preso atto delle buone intenzioni di entrambe le potenze di convergere su una linea comune.

Trump ha comunque espresso tutto il suo entusiasmo, definendo l’intesa come ‘fenomenale, il migliore accordo che ci sia stato tra i due Paesi’, in quanto Usa e Cina si siano ritrovati in un fronte comune che è comunque ancora poco più che preliminare. Il clima è positiva, rivolto al dialogo, e dunque i negoziati starebbero per passare alla ‘fase due’, un importante successo, anche personale, che lo stesso Trump sottolinea nei suoi Tweet con la consueta enfasi.