EURONICS-GALIMBERTI. IL TRIBUNALE DICHIARA L’INSOLVENZA, A RISCHIO 250 DIPENDENTI

DI VIRGINIA MURRU

 

Il malessere nella catena di punti vendita del gruppo Euronics-Galimberti in Italia non si è rivelato all’improvviso, ovviamente, la crisi è diventata acuta la scorsa estate, diversi quotidiani ne hanno dato ampio resoconto, e il pessimismo continua ad aleggiare, soprattutto tra i 250 dipendenti che ormai manifestano tutto il loro allarme.

Non è stato nemmeno il 2019 l’anno nero che ha prodotto la crisi, in realtà si è trattato di un lento avvio, cominciato nel 2013, con il volume delle vendite che si è ridotto sempre più per lo storico brand Euronics-Galimberti.  I dipendenti ne hanno poi pagato le spese, riducendosi a 250, da 600 che erano fino ad allora. Si fa riferimento ai punti vendita delle regioni Veneto e Lombardia.

A febbraio scorso era scomparso il fondatore della società Galimberti S.p.A –  poi confluita su Euronics International, gruppo che si occupa prevalentemente di elettronca di consumo e grande distribuzione in questo ambito –  Ilario Galimberti (94 anni), ma  l’attività era per ovvie ragioni da tempo sotto il controllo dei figli.

Il gruppo Euronics,  del quale fa parte la società Galimberti, conta 11.500 negozi in una trentina di nazioni, ed ha sede ad Amsterdam. Tutte le società sono indipendenti. Euronics Italia è uno dei maggiori gruppi per quel che concerne la distribuzione, specializzato nella vendita al dettaglio, ha sempre operato principalmente nel mercato degli elettrodomestici e sistemi hi-fi. Ne fanno parte 11 soci, rivenditori presenti un po’ ovunque nel territorio nazionale, con oltre 400 punti vendita.

La situazione è precipitata nella seconda metà dello scorso anno, tanto che in Lombardia e Veneto si pensava che i punti vendita Euronics-Galimberti avrebbero abbassato le serrande. Lo slancio che aveva caratterizzato gli anni ‘80/’90, non c’era più da tempo, certamente il totale accesso al mercato globale e l’eCommerce non hanno contribuito ad incrementare il giro d’affari.

Il tribunale fallimentare di Milano si stava occupando già dalla scorsa estate della storica catena di rivenditori Galimberti (che operano con il marchio Euronics), nelle due regioni del nord, e sui quali gravava ormai una crisi che appariva irreversibile, con un debito di oltre 82 milioni di euro. Sono entrati in campo i sindacati a tutela dei 250 dipendenti, e alla fine della stagione estiva era stato proclamato un presidio davanti al Palazzo di Giustizia di Milano. C’era aria di amministrazione controllata – l’ipotesi meno drammatica – e qualora non vi fossero state le condizioni per gli opportuni risanamenti, si sarebbe dichiarato il fallimento.

Euronics-Galimberti  è ancora in questo limbo, ma le speranze di riportare linfa nel gruppo si affievoliscono sempre più.

Il tribunale fallimentare di Milano ha dichiarato infine l’insolvenza, ma sembra a questo punto solo l’anticamera della bancarotta, non s’intravedono prospettive autentiche per ripartire con determinazione. A rischio  i punti vendita delle due regioni che negli anni migliori erano la locomotiva della Galimberti: Veneto e Lombardia. Ora la questione diventata scottante passa al Mise, sarà il Ministero a decidere se è opportuno andare avanti con l’Amministrazione controllata o chiudere definitivamente lasciando sulla strada 250 lavoratori.

Intanto il giudice Sergio Rossetti ha nominato un Commissario, il quale ha a disposizione 30 giorni per redigere una relazione e spiegare se esistono le condizioni affinché la catena prosegua l’attività, oppure se i presupposti mancano per restare sul mercato.

Secondo Danilo D’Agostino ( Filcams Cgil), qualora si decidesse per il fallimento negli undici punti vendita di Veneto e Lombardia, c’è il rischio che tutti i dipendenti perdano il lavoro. Se invece si optasse per l’esercizio provvisorio, si potrebbe presentare istanza di accesso agli ammortizzatori sociali, dei quali Euronics ha già comunque beneficiato in passato. Per i lavoratori potrebbe esserci ancora una speranza, allorché si mettesse in campo ogni tentativo per risolvere la crisi e trovare soluzioni in grado di rientrare in modo competitivo sul mercato.