FIRMATO LO STORICO ACCORDO COMMERCIALE USA-CINA, ORA E’ UFFICIALE

DI VIRGINIA MURRU

 

L’intesa è stata siglata da entrambe le parti, ma ad esultare resta sempre il presidente Trump, il quale ha manifestato il suo entusiasmo affermando che si recherà appena possibile in visita ufficiale in Cina.

C’è poi stata una cerimonia alla Casa Bianca per brindare all’intesa raggiunta sulla cosiddetta fase 1 dei negoziati, con la firma in calce all’accordo, ma i mercati, che hanno fiuto finissimo, non esultano, la seduta si è chiusa oggi con cautela un po’ ovunque, tranne a Wall Street, la piazza finanziaria newyorkese che nei giorni precedenti la firma si è dimostrata circospetta sugli esiti dell’intesa, ha infine reagito con un notevole balzo, segnando nuovi record con Dow Jones e Nasdaq in rialzo. Le principali Borse europee hanno chiuso la seduta in perdita, tranne Londra, in lieve rialzo.

La verità è che nessuno è pronto a fare grandi scommesse su questo accordo, le due super potenze si sorvegliano ‘a vista’, la diffidenza è praticamente palese, al punto che proprio il Segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, ha dichiarato che le tariffe attuali resteranno in vigore e valide fino al voto che si terrà alla fine dell’anno in corso, e gli Usa sono pronti ad aumentarle qualora non siano rispettati gli impegni dalla controparte cinese.

Eppure è in effetti un accordo storico, che non era mai stato raggiunto in questi termini fino ad oggi,  tuttavia è evidente che i due colossi dell’economia globale non hanno interesse a pungolarsi l’uno con l’altro, considerato che, fino ad ora, le ritorsioni sono state regolari.

E’ in sostanza più di un accordo, perché quella firma significa anche distensione nelle relazioni tra i due Paesi, non un semplice armistizio dopo due anni pieni di guerra a suon di tariffe, ma una pace che al momento sembra si possa realizzare anche su altri fronti, tenendo presente soprattutto che Xi Jinping non ha affatto natura bellicosa, ed è interessato solo alla crescita economica del dragone.

Trump ne fa una questione di propaganda, anticipando la campagna elettorale; considera il traguardo un merito personale, e come tale lo presenterà agli elettori a fine anno. Sul fatto che sia a tutti gli effetti un successo strategico e di diplomazia, che porterà vantaggi economici alle due super potenze, non ci sono dubbi.