A PENSARE MALE SI FA PECCATO MA SI INDOVINA

DI PIERLUIGI PENNATI

Apple ammette di rallentare gli iPhone più vecchi dicendo “Il nostro obiettivo è offrire la migliore esperienza per i clienti, tra cui prestazioni complessive e il prolungamento della vita dei loro dispositivi”.

Lo scopo, fanno sapere da Cupertino, è quello di fornire un servizio migliore al cliente: “La capacità delle batterie al litio di fornire correnti di picco – dichiarano – diminuisce quando fa freddo, quando la batteria è quasi scarica, o con l’età del componente. Il risultato è che il telefono può spegnersi all’improvviso per proteggere la componentistica. L’anno scorso abbiamo rilasciato una funzionalità per iPhone 6, iPhone 6s e iPhone SE per ridurre i picchi istantanei ai casi strettamente necessari per prevenire il problema dello spegnimento. Ora abbiamo esteso questa funzione a iPhone 7 con iOS 11.2 e prevediamo di aggiungere il supporto per altri prodotti in futuro”.

La notizia è di dicembre 2017, ma gli utenti non ci hanno creduto, già molto tempo prima avevano osservato il rallentamento ingiustificato dei loro apparati ed avviato tre «class action», azioni legali collettive, accusando la società di comportamenti fraudolenti, ed in almeno uno dei procedimenti, quello avviato presso la corte federale dell’Illinois, la lamentela riguarda il fatto che ai consumatori che si rivolgevano agli Apple Store per chiedere informazioni, veniva risposto semplicemente di comprarne uno nuovo e non solo di sostituirne la molto meno costosa batteria esausta.

Tutto previsto, quindi: io rallento il tuo telefono e tu ne compri uno nuovo, invadendo la proprietà privata dei clienti, come si legge nel ricorso di Los Angeles.

Le accuse, però, non si fermano qui, c’è anche l’aver poco professionalmente e «deliberatamente fatto una dichiarazione fuorviante che intendeva nascondere la natura e lo scopo di quel difetto», come indicato ne procedimento intentato nella California del Nord.

Ma che i telefonini diventino lenti col tempo non è certo cosa stupefacente, chi non ha un telefono lento, un PC od un altro dispositivo?

Tutti i moderni dispositivi elettronici che possiedano un software ne sono afflitti, persino senza fare gli aggiornamenti e non sono esenti nemmeno le televisioni, ormai apparati digitali multimediali complessi, che dopo un po’ di tempo reagiscono più lentamente e navigarne anche solo i menù si rivela con il tempo sempre più fastidioso.

Perciò, dopo l’ammissione della Apple cosa dovremmo pensare di loro?

Se avete in casa un vecchio pc dotato di Windows 95, o persino una versione precedente, accendetelo e cercate di ricordare come era la prima volta che lo avete fatto: il mio era un fulmine!

Partiva subito con la schermata iniziale, caricava i primi drivers e… voilà, le PC c’est là!

Oggi, riaccendendolo, devo aspettare almeno dieci minuti e poi finalmente si avvia qualcosa, poco dopo sposto anche di poco il mouse e la freccetta del cursore si trasforma in clessidra per avvertirmi che sta lavorando dietro le quinte in qualcosa che non saprò mai e trascorsi altri due/tre minuti finalmente si ferma e posso cliccare: attendo, attendo, attendo, e … si apre il primo programma.

Una pena: meglio buttarlo e comprarne uno nuovo, come suggerivano nei negozi Apple…

Il vero dubbio, però, risiede nel fatto che se una decina di anni fa ed oltre, specie nella seconda metà degli anni ’90, la tecnologia avanzava in modo incredibilmente veloce e, appena acquistato un PC, una sola settimana più tardi usciva una novità, Pentium, Celeron, Pentium II, etc. sempre più performanti e veloci, da qualche anno a questa parte le architetture delle CPU non sono più così innovative e le novità tardano molto, tanto che un Pentium i7 di qualche anno fa in linea teorica è ancora decisamente competitivo e non superato da molti nuovi processori che, invece, utilizzati differentemente sono più rapidi nel reagire: nuove soluzioni software e non più solo nuovo hardware.

Quindi, assunto che con un nuovo software si può far lavorare più velocemente un PC dotato dello stesso processore di un altro, allora è possibile anche l’operazione contraria e siccome mai nessuno sa cosa davvero contengano i famosi aggiornamenti di sistema, Windows 10 ne fa almeno tre al giorno, la domanda che ci si pone è se anche questi contengano qualche accorgimento per “proteggere l’utente” ed il suo apparato, come ammesso da Apple, in altre parole se per un qualsiasi motivo questi non rallentino il sistema fino a farlo diventare lento ed apparentemente obsoleto a scopo di indurre il cliente a comprarne uno nuovo.

Non posso dirlo con certezza, quello che so è possiedo da qualche anno un PC datato di una CPU Intel Core i7 4700HQ che, appena acquistato, era impossibile seguirne le reazioni, troppo veloce!

Oggi invece, a distanza di alcuni anni, è ancora abbastanza veloce, ma se comparato con il PC di un conoscente, appena acquistato, contenente “solo” un Intel Core i5-7200U, che ha prestazioni dichiarate molto inferiori e costa meno della metà del mio, non riesco ad apprezzarne una grande differenza.

Tutto ciò non stupisce più nessuno, tutto invecchia molto in fretta, persino quello che resta uguale nel tempo, e come sia possibile tutto ciò in contrasto con le leggi della natura non ci è dato di sapere, certo è che qualcosa i produttori devono pur fare in assenza di novità per poter incrementare le loro vendite, questo qualcosa può rientrare tranquillamente nei limiti del pensiero espresso anche da papa Pio XI che disse che «A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina».