VIVA IL 2 GIUGNO

DI NELLO BALZANO

Mannaggia a Segni ed al suo maggioritario che ho pure votato, mannaggia a quel drogare quei risultati con i trucchi delle leggi elettorali, per permettere l’alternanza, ci dicevano.
E così i partiti si univano, si fondevano, si scioglievano, si creavano come aprire un bar.
E tutti a cercare di identificarsi, e torturarsi nel riconoscersi in qualcosa che mai avresti detto.
È vero resistono piccole identità che non vogliono rinunciare alle loro ideologie, e stanno fuori dai luoghi di decisione, perché c’è la soglia da superare, chissà perché e quindi diventano sempre più piccoli, perché?
Perché la voglia di far parte di una forza di governo attrae, ti fa credere di vedere realizzato il tuo voto, ed è così importante questa sensazione che schiacciare quella sensazione di incoerenza con le tue idee non è poi così difficile.
Ma ciò che più mi dispiace e l’essere considerato un perdente, una minoranza rancorosa, nonostante quando ti confronti personalmente con i “grandi” con i “vincenti” non vedi chissà quali differenze e se argomenti con calma e obiettività, spesso senti anche risponderti: “hai ragione …” e in quei punti di sospensione arriva immancabile il “ma” seguito da un aggettivo quella parola che ti mette ai margini.
Maledetto maggioritario, anche nelle sue piccole configurazioni come oggi nel rosatellum, maledetta voglia di essere governo e non brutta e cattiva opposizione, e se poi guardi ai governi che si sono succeduti ciò che prevale è la cancellazione o la radicale modifica di cose fatte chi ha preceduto, i provvedimenti che reggono sono quelli imposti o suggeriti da entità esterne, da fenomeni che non riesci a controllare, perché piuttosto che mediare con il “piccolo”, il “perdente” vai avanti come un rullo compressore perché sei il “vincitore” il perdente non può aver ragione.
Ecco il problema, la fine dei ruoli, la politica che perde la qualità della mediazione, di stimolo, di contrasto duro, ma civile.
Chissà forse ritornare a rappresentare tutte le sensibilità nel rispetto dei vincoli costituzionali, forse non è sbagliato, o meglio non era, forse quel proporzionale che non obbligava a compromessi duri da digerire, che nel tuo piccolo a volte ti faceva diventare determinante e quindi con la possibilità di dare il tuo contributo, forse non è, non era, così male, e chissà forse oggi non si sentirebbe parlare di fronti repubblicani per cercare di unire, qualcosa che oggi vede reagire le persone come due calamite che si respingono, non si sentirebbe parlare di vincitori e perdenti, ma di rappresentanti, perché alla fine questo è il senso delle elezioni.
Questo è stato il senso della prima Repubblica, così perché nasceva dalla Costituzione, ad ogni sua parola doveva corrispondere un atto coerente, è vero tanti errori, tanti problemi, ma non certo per cattive istruzioni, ma per l’immancabile fattore umano, alle cui manchevolezze si è scelto di buttare il bambino insieme all’acqua sporca.