
DI NELLO BALZANO
Probabilmente leggendo ciò che scrivo si può pensare che io sia uno di quelli che pensa di poter aver sempre ragione, che abbia riferimenti del passato che mi hanno permesso di avere una certa stabilita oggi è che tutto questo sia normale oggi vederlo godere anche dalle nuove generazioni. Se pensate questo, permettetemi di dire, che state sbagliando.
Se c’è qualcosa che oggi contesto è il vivere senza quella sana invidia, non nel senso del peccato capitale, verso i giovani, per quel futuro che dovrebbero avere davanti e che invece è il loro tormento.
Perché il problema di oggi è questo siamo un Paese di vecchi e questi contemporaneamente rappresentano il problema, per molti ragazzi che si sentono da loro derubati del futuro, sbagliano a pensarla così? Forse sì, ma in parte hanno ragione, il loro grido di lamento è giustificato in una sola verità: non abbiamo fatto niente, non facciamo niente per dare anche a loro questa possibilità.
Sì perché è sbagliato chiedere a chi non ha il potere di bloccare tutto questo, perché sotto ricatto, perché ininfluente nel suo ruolo all’interno della società di protestare, di ribellarsi, non se ne accorge nessuno.
Solo chi come il sottoscritto ha un minimo di potere contrattuale deve agire, solo chi può creare un problema al sistema assurdo che stiamo sopportando passivamente deve lottare, lasciare lo strumento di protesta in mano a chi ha poco è pericoloso perché lo si porta a gesti inconsulti.
E allora è giusto per noi cinquantenni riprendere il controllo della protesta in mano tirare fuori quella rabbia sana e giusta che anni addietro faceva cadere i governi, altro che buonisti.
Ha sbagliato ed ha giustamente pagato quella sinistra o presunta tale ad assecondare la meschina classe imprenditoriale italiana, e non solo, nelle loro incessanti richieste di soldi e cancellazione dei diritti, ha sbagliato quel sindacato che si è piegato alla sola concertazione ed oggi non ha più i mezzi per costruire un minimo di lotta, solo parole o vivaio per il parlamento.
Insomma non mi frega niente delle citazioni dei personaggi che mi raccontano un mondo migliore, ma senza gli strumenti e le armi per conquistarlo, studio poco, leggo quello che mi interessa capire, senza concentrarmi sui nomi e sui simboli, non mi appassiona questo o quel cantautore impegnato, preferisco il pezzo di disco anni 80, che mi concede quel momento di malinconia di un periodo della vita fatto di sogni e progetti, quelli oggi negati ai ragazzi di oggi.