
DI PIERLUIGI PENNATI
Quando vedi un camerata che arriva direttamente dalla sua cameretta per recitare un operetta te la ridi di gusto: tanta era l’urgenza di scendere in strada a salutare alla romana che non è riuscito nemmeno a rivestirsi e si è presentato in pigiamino con tanto di orsetti.
Si tratta dello pseudo militante di Forza Nuova che, immortalato in questa fotografia con il braccio teso, sembra davvero essere in pigiama, ma che potrebbe essere solo vestito di una originale tutina di qualche designer di grido, ovvero che alla sola vista fa gridare dallo sgomento.
Che si tratti di un camerata da cameretta o da operetta certamente non è passato inosservato facendo invece passare quasi in secondo piano un gesto grave che rimanda a quando l’apologia di fascismo era ancora un reato punito.
I tempi sono davvero cambiati e come ce lo spiegano ormai solo i giovanissimi, noi siamo troppo vecchi ed ancora crediamo che il tempo passato possa tornare immutato.
Invece no, non è così deve essere una quindicenne a spiegarti che esiste un futuro che avevi ormai dimenticato completamente di salvaguardare ed è un altro quindicenne ti dice “io non sono di nessuna fazione politica, io sono di Torre Maura“, imponendoci delle domande le cui risposte non sono nella nostra testa, ma nella sua ed in quella dei tanti come lui.
Ma il problema è che tu nella loro testa non ci guardi più da tempo, troppo tempo.
Non serve strumentalizzare un gesto ridicolo od uno coraggioso per giustificare i nostri pensieri, la politica di oggi non è più la costruzione di un futuro migliore, ma solo una guerra tra fazioni che si contendono una verità che nessuno conosce perché è depositata nelle teste di chi nessuno ascolta più: i giovani.
“Io non sono di nessuna fazione politica, io sono di Torre Maura” non è una lezione solo per un militante adulto di Forza Nuova, è un grido di dolore che tutti gli adulti dovrebbero ascoltare e non solo sentire e strumentalizzare.
Quando la finiremo di dire con certezza e precisione cosa serve ai giovani che non ascoltiamo e dare invece loro l’opportunità non solo di esprimersi, ma anche di essere ascoltati e valorizzati, forse potremo davvero cambiare, fino ad allora continueremo a fallire.
Alla giornata mondiale della gioventù del 2000 Carol Wojtyla ricordò ai ragazzi la frase di Caterina da Siena “se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo“, è tempo di dare fiducia e spazio ai giovani, aiutiamoli a dare fuoco al mondo accompagnandoli nel loro percorso di crescita che guarda ad un futuro che noi, immersi solo nel nostro passato, siamo ormai incapaci di vedere.