A COSA SERVE UN AMBASCIATORE FRANCESE IN ITALIA?

DI PIERLUIGI PENNATI

C’è qualcosa di davvero curioso nel richiamo dell’ambasciatore francese: a cosa serve un ambasciatore tra stati europei?

Frontiere aperte, libera circolazione di merci e persone, reciprocità legale e leggi che valgono per tutti, davvero abbiamo ancora bisogno di ambasciatori?

Se esistono, evidentemente, la risposta è si, ma qual è il suo ruolo?

La risposta nel sito ufficiale dell’ambasciata francese, l’ambasciatore è una figura a metà tra il politico e l’amministrativo ed è responsabile di:

  • Cancelleria diplomatica
  • Ufficio stampa & comunicazione
  • Uffici consolari
  • Ufficio delle Forze Armate
  • Servizio di Sicurezza interna
  • Magistrato di collegamento
  • Ufficio culturale
  • Servizio economico regionale dell’Europa del Sud-Est
  • Affari sociali
  • Ufficio dei lavori e dei palazzi francesi in Italia

Vale a dire che oltre a rappresentare lo stato di provenienza per i rapporti politici fornisce i servizi squisitamente di consolato come anagrafe, elettorale e di supporto documentale a tutti i livelli ai suoi cittadini presenti a qualsiasi titolo in uno stato estero.

Quindi è davvero spiacevole che la Francia abbia deciso di richiamare il suo ambasciatore, ma è una mossa puramente demagogica, un gesto simbolico politico senza nessun effetto pratico reale che più che alle relazioni tra Italia e Francia, che non sono cambiate di molto con l’avvento dell’Unione Europea, semmai dovrebbe far riflettere su quali relazioni continuare ad avere con l’intera Unione Europea che ad ogni passo sta rivelando sempre più quello che è davvero: un’accozzaglia di stati in perenne conflitto di interessi tra di loro.

A proposito, l’Italia ha nella sola Europa ben 26 Ambasciate e 124 Consolati, un totale di 160 uffici completi di funzionari diplomatici ed addetti in missione estera con retribuzioni comprese tra i 10 ed i 25.000 euro mensili a seconda dei luoghi, più benefit, appartamenti di servizio, auto, servizi di sicurezza, etc., etc., il tutto, mentre la stessa Unione Europea ci impone su suolo nazionale di raschiare il fondo del barile.