ELEZIONI REGIONALI LAZIO E LOMBARDIA PERCHE’ CREANO PROBLEMI NEL CENTROSINISTRA

DI NELLO BALZANO

Com’era da immaginare la sovrapposizione delle elezioni amministrative regionali di Lazio e Lombardia con le politiche nazionali nel campo del centrosinistra crea problemi e perplessità.
È normale che questi passaggi richiamino una grande attenzione dei media in continua ricerca di contraddizioni e discussioni accese, non si può nascondere che l’arrivo di Berlusconi in politica nel 1994 abbia notevolmente trasformato il mondo del informazione, in tutti i suoi settori ed un Paese dove prevale la presenza di media commerciali, rispetto ad un sistema più libero da vincoli di mercato pubblicitario, dove l’editore predilige l’autonomia e la professionalità, succede che ogni notizia deve rispondere più ai criteri previsti dalle agenzie pubblicitarie, rispetto all’impostazione e priorità che si deve dare alla notizia del momento.
Non è da sottovalutare questo aspetto perché condiziona notevolmente le decisioni che la politica deve prendere, dove il merito di ogni questione viene sacrificato dalle oscillazioni dei sondaggi e dalle reazioni dei potenziali elettori che  trovano nei social uno strumento forte per esprimere ognuno la propria opinione.
Con questo non si vuole certo dire che siano sbagliate o scomposte, anzi è un aspetto positivo la partecipazione, è giusto che questa si possa praticare con i mezzi che oggi vengono messi a disposizione, il problema è forse più nella diminuzione di autorevolezza e responsabilità di chi è chiamato a spiegare i termini di determinate scelte, che non è detto debbano corrispondere alle sensazioni di pancia della base, ma cercare di dare soluzioni che guardano più a medio, lungo termine.
Si può adesso anche cercare di fare un’analisi sul merito che deve essere più attenta nell’osservare le diverse dinamiche che riguardano le singole elezioni, insomma discutere dell’amministrazione del Lazio, non è sovrapponibile a quella della Lombardia e contestualmente queste non dovrebbero influenzare più del dovuto il contesto nazionale.
Il primo aspetto sono le differenti condizioni delle amministrazioni uscenti, nel Lazio il centrosinistra sta governando unito, in Lombardia entrambe le componenti di questa parte politica, ovvero PD e quello che si riconosce in Liberi e Uguali sono all’opposizione, un ruolo questo che consente posizioni anche divergenti in qualsiasi argomento discusso all’interno del consiglio regionale, quindi più autonomia e possibilità di enfatizzare le differenze reciproche.
Logica vorrebbe che chi è in giunta a sostegno di Zingaretti che legittimamente può richiedere una sua ricandidatura dovrebbe esprimere una linea unitaria, dividersi è contraddittorio perché l’elettore comune potrebbe interpretarlo come opportunismo ed incoerenza rispetto al lavoro svolto in questi 5 anni di amministrazione, in pratica se una parte solleva problemi, non si capirebbe perché questi non si sono evidenziati durante la legislatura.
Andando ad osservare il contesto nazionale la questione si fa più complessa, è chiaro ormai che è difficile trovare punti di contatto in particolare nelle politiche di materia sociale ed economica tra il PD e la formazione di Piero Grasso, non è quindi trascurabile che determinate scelte per le motivazioni di cui sopra, possano creare seri problemi a LeU soprattutto in termini numerici, in quanto si sta parlando delle due regioni più popolate del Paese, il rischio che tutto questo condizioni quindi i tre risultati, qualsiasi esso siano, è presente in maniera imponente, saranno scelte difficili e forse non comprese tra la totalità degli elettori del centrosinistra, ma i tempi stringono e perdere ulteriori giorni a settimane a spiegarne le motivazioni diventa controproducente, ma soprattutto non vedrà più,  l’attenzione dei media, insomma la risposta prevalentemente di pancia resta la più probabile.
In ultimo resta un auspicio le questioni sollevate da questo articolo diventino per il futuro una priorità, ne va della credibilità della politica, sempre più ridotta a marketing e spettacolo, i protagonisti della scena a partire da Matteo Renzi si prendano carico di risolvere questo problema, perché non si può governare un Paese con i sondaggi davanti o il numero di approvazioni ed insulti ricevuti, la Politica con la “P” maiuscola deve tornare a fare il suo mestiere, l’unica condizione che esclude che siano altri, sistema finanziario e autorità esterne, come è successo in questi ultimi anni a spingere verso scelte obbligate, ma che hanno creato tanta sofferenza e rabbia, questo l’Italia non può e non deve più permetterselo.