LAVELLO (PZ), ANPI: NO ALLA PROVOCATORIA MANIFESTAZIONE DI STAMPO FASCISTA

DI NELLO BALZANO

La manifestazione per ricordare le vittime delle Foibe, prevista per l’11 febbraio a Lavello in provincia di Potenza, secondo la sezione locale dell’ANPI non deve svolgersi, non è in discussione la motivazione, ma chi l’ha organizzata, l’associazione sportiva Forentum Patria Nostra, che non nasconde i suoi riferimenti al fascismo.
La piccola località lucana da anni è oggetto di gesti di vandalismo che richiamano all’ideologia del nazifascismo, scritte sui muri, spesso con la presenza di svastiche, insomma ciò che l’ANPI chiede è impedire la legittimazione di gruppi neofascisti che stanno raccogliendo seguaci soprattutto tra i giovani.
Un clima quello del revisionismo storico che opprime tutto il territorio nazionale, la crisi economica, nonostante i tentativi solo mediatici di dichiararla una pagina chiusa, ha creato grandi sacche di povertà, dove risulta facile reclutare seguaci, per la tanta insofferenza verso un sistema politico incapace di rispondere alle reali necessità dei più deboli.
Anni di atrocità, persecuzioni che hanno provocato fiumi di sangue, distruzione di intere città, che si pensava di aver definitivamente lasciato alle spalle solo mostrandone qualche immagine, riportando i racconti di chi ne è sopravvissuto alle violenze o dopo averle combattute con forza, non è così.
Oggi non potremmo più assistere ad affermazioni forti come quella di Enrico Berlinguer, segretario del PCI, durante una tribuna elettorale televisiva nel 1972, la risposta netta al conduttore che chiedeva giustificazione del suo lungo silenzio seguito ad una domanda di un giornalista del Secolo d’Italia: “Io non parlo con i fascisti!”, un atteggiamento che non colpì negativamente nessuno, anzi venne apprezzato da tutti coloro che si riconoscevano negli ideali del partito, e nessun avversario si permise di criticare.
Non sono passati tanti anni eppure quell’avversione legittima e dovuta alla tirannide dei regimi nazifascisti, riguardava l’intero arco parlamentare, nessuno si sarebbe mai permesso in pubblico di evocare anche piccoli passaggi del ventennio descrivendoli come qualcosa di buono.
Assistiamo, invece, oggi alle uscite di diversi esponenti, talvolta nel ruolo di leader politici della destra e talvolta dei Cinque Stelle, per i quali non si riesce ancora a comprenderne il reale posizionamento, esprimere giudizi talvolta positivi, solo la sinistra seppur frammentata condanna con fermezza qualsiasi accenno, qualsiasi rigurgito, la stessa ANPI nel suo indiscusso ruolo di difensore della Costituzione, frutto della lotta di Resistenza, sta pagando caro il suo legittimo NO alle profonde riforme ambite da Renzi, ormai viene spesso erroneamente identificata come una realtà politicamente schierata, non più, come invece sarebbe dovuto, al di sopra delle parti e si vede lentamente ridurre l’alto valore simbolico della sua netta avversione al fascismo.
Risulta quindi difficile trasmettere ai giovani quei valori che contrastano ogni forma di dittatura, se nei talk politici si continua ad invitare esponenti di partiti o movimenti politici che si rifanno senza tentennamenti alle ideologie del ventennio, in nome di una presunta libertà di espressione regalataci dalla democrazia, senza sottovalutare le tante distorsioni che vengono replicate sulla rete, senza nessun filtro, senza possibilità di replica.
Insomma oggi al duro contrasto, si preferisce approfittare di questa platea considerandoli voti utili al raggiungimento di un buon risultato elettorale, quindi poche critiche alle tante emulazioni, alle scritte ed ai gesti oltraggiosi verso monumenti o luoghi che ospitano istituzioni che da sempre lottano contro ogni piccolo rigurgito, la speranza che si possa rimediare è al lumicino, visti anche gli esiti elettorali che si prospettano per il prossimo 4 marzo.