PENSIONI: ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA

DI NELLO BALZANO

A 20 anni quando ho iniziato a lavorare, conoscevo una sola regola prima di immaginare il mio pensionamento, era quella dei 35 anni minimi di contributi previdenziali.
Negli anni successivi ho visto tante modifiche, ovviamente in peggio, tanto da non mettere più al primo posto questa aspettativa, perché la vita deve essere vissuta appieno, concentrarsi su qualcosa che era distante nel tempo mi avrebbe portato a trascurare ciò che più era importante: la tutela dei diritti e il suo miglioramento, perché questo è ciò che ho ereditato da chi mi ha preceduto.
Non mi piace questo contrapporre le generazioni su una materia che riguarda in questo momento particolare gli interessi di una sola, quella più anziana, si è perso di vista ciò che è più importante, un sostanziale silenzio sui diritti persi e cancellati da una politica che aveva e continua ad avere solo lo sguardo rivolto a dettagli economici e finanziari.
La mia generazione aveva dato per scontato che i figli avrebbero dovuto vivere condizioni migliori dei genitori, soprattutto chi ha lavorato in ambienti insalubri e faticosi, dove 35 anni di attività rappresentavano comunque un’eternità. Non è normale per un ragazzo oggi impegnare la sua giornata per più delle normali 8 ore con un trattamento economico da fame, non è normale che tutto questo sia vissuto in un clima di ricatto e precarietà continuo.
Questo è il punto dirimente: un giovane oggi dovrebbe stare meglio di me, dovrebbe percepire un reddito come il mio o superiore, dovrebbe forse lavorare di meno, per uscire da questo assurdo modo di vendersi le ore e gli anni, non ciò che potrebbe dare con le sue qualità ed attitudini.
Se si riuscisse a ragionare in questi termini, se le imprese invece di inseguire la concorrenza di quei Paesi che usano persone come macchine e come schiavi, riacquistasse ciò che dovrebbe essere il primo punto di chi crea lavoro, qualità ed esclusività, forse un domani discuteremo di pensioni come si dovrebbe normalmente fare, ovvero la semplice fase di una vita che volge al termine e deve essere fatto al meglio.