BANKITALIA: LA RIDUZIONE DEL RAPPORTO TRA DEBITO E PIL E’ UN IMPERATIVO

 
DI VIRGINIA MURRU
Mentre è ormai prossima la scadenza sul mandato del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, al momento l’Istituto mette al vaglio i dati e le analisi sulla favorevole congiuntura economica del Paese.
 
Il Vicedirettore generale, Luigi Federico Signorini, in audizione alle Commissioni di Bilancio della Camera e del Senato (su Nota aggiornamento al Def), sottolinea questo clima di ottimismo, e il trend di crescita previsto anche nell’ultimo trimestre del 2017.
 
Afferma Luigi Signorini:
 
“l’aggiustamento dei conti pubblici e la riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil deve essere un ‘imperativo’, e, alla luce dei risultati conseguiti negli ultimi anni, anche possibile, alla portata dell’attuale congiuntura”.
 
Dunque, secondo il Vicedirettore generale di Bankitalia, questo obiettivo deve essere considerato in un’ottica quasi ‘ingiuntiva’ per l’italia. La riduzione graduale del debito, che ha raggiunto proporzioni ormai allarmanti (oltre 2.400 mld), è fondamentale per dare un senso a tutti i segnali verdi che il semaforo della nostra economia sta riflettendo. Le manovre di politica economica e di bilancio – secondo Signorini – dovrebbero armonizzarsi in una linea di simmetria tale da non compromettere la crescita in atto, e allo stesso tempo tenendo conto dell’esigenza di controllo e riduzione del debito.
 
“E’ un sentiero stretto – commenta Luigi Federico Signorini, ma rispetto al passato è più percorribile, perché le premesse e l’assetto dell’economia italiana permettono misure e vie più agevoli, perché diversa è la congiuntura e le condizioni di mercato.”
 
Del resto, ormai da mesi, è anche la formula chiave del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Circa la Nota al Def, il Vicedirettore Signorini, sostiene che l’’analisi di sensibilità’, volta a sondare gli effetti di un possibile shock alla crescita (e ai tassi d’interesse), collima con le analisi espresse dalla Banca d’Italia: ossia che la tendenza alla contrazione del debito proseguirebbe anche nel medio periodo, precisando però che questo percorso sarebbe in salita, e in termini di riduzione, la percentuale sarebbe per ovvie ragioni inferiore.
 
E aggiunge che il Governatore della Banca d’Italia, al riguardo, ha già parlato in alcuni recenti interventi, di studi mirati, più precisamente di simulazioni rapportate alla velocità di contrazione tra debito e Pil, in linea con ipotesi di crescita diverse, e le relative reazioni dei tassi d’interesse.
 
Queste analisi hanno messo in rilievo il fatto che è possibile, nel medio termine, procedere alla riduzione del debito.
Vale anche la pena ricordare che l’aggiustamento strutturale del Pil è stato definito dello 0,3% (per anno), misura che consentirà al governo italiano di perseverare con manovre di politica economica tali da ridurre in modo costante il rapporto deficit/Pil, nonché la stabilizzazione che riguarda il rapporto debito/Pil (dinamiche che viaggiano quasi in tandem..), e che già nel 2017 dovrebbe dare i risultati attesi.
 
E’ possibile intraprendere questa importante strada di contenimento del debito, anche secondo Giorgio Alleva, presidente dell’Istat (economista e statistico di prestigio internazionale), anch’egli in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, il quale sottolinea, a sua volta, le condizioni favorevoli dell’economia, che dovrebbero perdurare, e anzi migliorare nell’ultimo trimestre dell’anno, sostenuta dalla domanda d’investimenti in macchine e attrezzature.
 
Gli fanno eco anche gli ultimi dati sul mercato delle auto, divulgati dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture: a settembre c’è stato un incremento nelle vendite pari all’8,13%, rapportato a settembre del 2016. Nel corso dei primi nove mesi dell’anno (e in rapporto allo stesso periodo del 2016), la crescita in termini di vendite è stata del 9%.
 
A corredo dei buoni segnali che vengono dai diversi orizzonti dell’economia, vi sono i dati macro, che consolidano questa tendenza incoraggiante, come la crescita del tasso di occupazione (anche giovanile), che ad agosto scorso, secondo gli ultimi dati Istat diffusi il 2 ottobre, continua a presentare un trend in crescita, +0,2% – rispetto al mese precedente. In termini di cifre, pari a +36 mila. I dati mettono in evidenza la tendenza alla crescita emersa negli ultimi mesi. Secondo i dati Istat, pertanto, il tasso di occupazione sale al 58,2%. Aumento lieve, ma importante.
 
Tutto questo mentre da Palazzo Koch e dalla Corte dei Conti arriva un monito: “non si torni indietro sulle pensioni”.