AUDIZIONI DI ISTAT E BANKITALIA IN COMMISSIONE BILANCIO – CAMERA E SENATO

DI VIRGINIA MURRU

 

Com’era previsto in agenda, davanti alle Commissioni congiunte di Camera e Senato, c’è stata l’audizione in merito al Def del presidente Istat Gian Carlo Blangiardo (sull’attività conoscitiva preliminare). Secondo i dati presentati risultano alti e persistenti i livelli di evasione fiscale e contributiva, che limitano la crescita del Paese e le scelte di politica economica. Tra il 2014 e 2016, un triennio, l’incidenza dell’evasione ed elusione sarebbe intorno ai 109 miliardi di euro.

Il Presidente Blangiardo in relazione allo stato dei conti economici nazionali, in sintesi ha dichiarato che In Italia la recente revisione generale dei conti economici, coerente con i termini della procedura dell’Unione europea (che esige una revisione ogni 5 anni), ha portato a lievi modifiche del profilo trimestrale del Pil. Dall’analisi è pertanto emerso un marginale miglioramento congiunturale nei primi due trimestri, pari a +0,1% in entrambi. A contribuirvi è stata la domanda nazionale, al netto delle scorte, e della domanda estera netta. Da rimarcare comunque la flessione della quota di profitto delle società non finanziarie, migliorato invece il tasso d’investimento. E’ aumentato anche il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici nel secondo trimestre, rispetto al precedente, in misura anche marcata. In aumento nel secondo trimestre anche la propensione al risparmio , sempre in riferimento alle famiglie consumatrici.

Nel delineare un quadro economico che presenta qualche segnale di ripresa nell’ambito dei movimenti congiunturali relativi corrente anno, il Presidente Istat, nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, si è soffermato brevemente sul contesto internazionale prima di focalizzare l’attenzione sulle prospettive di crescita a breve termine del Paese. Ha fatto riferimento in questi resoconti agli indicatori congiunturali e a quelli che ‘hanno in media la capacità di anticiparne l’andamento’.

Sono poi seguiti alcuni temi socio-economici emergenti, di potenziale interesse nella definizione delle politiche per il Paese.

I dati relativi alla Relazione sull’economia non osservata (allegata alla Nadef), tendono a evidenziare l’alto livello di evasione fiscale e contributiva. La “Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva” è stata introdotta con la Legge di contabilità e finanza pubblica nel 2009, la quale prevede che sia presentato, contestualmente alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, ‘un rapporto sui risultati conseguiti in ordine alle misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva, predisposta da una Commissione istituita con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze.

L’evasione fiscale e contributiva raggiunge, come si è accennato, circa 110 miliardi di euro. Il recupero di queste risorse con mezzi che prevedono programmi di contrasto all’evasione fiscale, non si ottengono nel volgere del breve periodo. Lo ha sottolineato anche il vice direttore generale di Bankitalia Luigi Federico Signorini sempre in audizione sulla Nadef.

Il direttore Istat Blangiardi ha sottolineato che la riduzione del cuneo fiscale potrebbe costituire uno stimolo propulsivo rilevante, con effetti progressivi nel tempo, incentivando soprattutto la competitività delle imprese, ma sostenendo anche i redditi reali e pertanto i consumi delle famiglie.

E’ stato evidenziato che persistono lacune nel mercato del lavoro, e particolare il tasso di occupazione delle donne, che non supera il 50%, ossia tra gli indici più bassi dell’Ue.

Signorini (vice direttore generale Bankitalia), ha messo in rilievo che la decisione di sterilizzare le clausole di salvaguardia Iva nel 2020 pone limiti alle risorse che potrebbero essere rivolte alla riduzione del cuneo.

A queste note si aggiunge, secondo Signorini, la necessità di una riforma fiscale organica e complessiva, il cui fine non potrebbe essere quello di eliminare tutte le imposte. E’ implicita un’analisi e individuazione dei provvedimenti più funzionali agli obiettivi, degli strumenti disponibili, non trascurando in questo ambito le imposte indirette.

Buona la misura del Governo mirata agli incentivi sui pagamenti tracciabili, che certamente contribuiranno in modo significativo al contrasto dell’evasione – secondo la Banca d’Italia – prevenendo nel contempo anche altri tentativi di frode. Il Governo del resto in questo ambito ha investito tanto in termini di obiettivi volti alla copertura della manovra, la lotta all’evasione e all’elusione diventerà dunque uno dei punti fermi dell’attività del nuovo esecutivo.

Intanto Upb (Ufficio parlamentare Bilancio), tramite il presidente Giuseppe Pisauro, in audizione, dichiara che ha validato il quadro macroeconomico programmatico relativo al 2019/20 della Nadef, non mancando tuttavia di rimarcare che sono presenti notevoli fattori di rischio.

Le cause rimandano a ragioni di carattere geopolitico nello scacchiere internazionale, alla politica protezionistica esercitata dal Governo Usa e relative penalizzazioni con imposizione di dazi, la flessione nella crescita rilevata in Cina, motivazioni che condizionano pesantemente le scelte degli investitori. In questo quadro l’incertezza è la naturale conseguenza, anche perché la possibilità di una recessione sul piano globale, in questo contesto, non è previsione catastrofica.

Per quel che concerne il giudizio di Confindustria sulla manovra, Vincenzo Boccia, Presidente della Confederazione Generale dell’Industria italiana, ha dichiarato ai microfoni dell’Ansa (a margine di una conferenza stampa a Bruxelles):

“E’ una manovra che a nostro avviso deve prevedere un arco temporale più lungo, di medio termine, considerate le esigue risorse disponibili e il disinnesco delle clausole di salvaguardia per evitare l’aumento dell’Iva.

In questo s’intreccia la questione europea, occorre una grande operazione cosiddetta anticiclica, che peraltro auspica anche Draghi. Accanto ad una politica monetaria di bassi tassi occorre una politica economica in chiave nazionale ed europea coerente. A nostro avviso la più grande politica anticiclica che si si possa realizzare è una politica sulla dotazione infrastrutturale: occorre affrontare all’interno del paese la questione temporale, ossia il tempo necessario all’attivazione dei cantieri, per risorse già stanziate – che non farebbero ricorso a deficit e non incrementerebbero il debito pubblico.

Secondo l’Associazione Nazionale Costruttori, quota circa 70 miliardi di euro di risorse già disponibili. Occorre dare un’accelerazione alla politica anticiclica europea con un piano di almeno mille miliardi per opere infrastrutturali transnazionali, di cui 100 in dotazione all’Italia, finanziabile con eurobond o altri strumenti, l’importante è il concetto, non tanto i provvedimento o le modalità”.