DECRETO FISCALE. CONFINDUSTRIA SI OPPONE ALL’INASPRIMENTO DELLE SANZIONI PENALI

DI VIRGINIA MURRU

 

Era prevedibile che l’accordo raggiunto sul DL Fisco, per quel che riguarda l’inasprimento delle sanzioni penali sui reati tributari, avrebbe incontrato la ferma opposizione di Confindustria.

Luce verde sul Decreto Fiscale

E infatti in un comunicato, la Confederazione Generale dell’Industria Italiana così si esprime:
“Criminalizzare le imprese non è il modo migliore per fare crescere l’economia, né è corretto per lottare contro l’evasione”.
Ma intanto, dopo 14 ore, con una lunga seduta notturna, alla Commissione Finanze della Camera si è accesa la luce verde sul Decreto Fiscale, ora il testo è atteso in Aula per dare avvio al dibattito, in data odierna si dovrebbero aprire le discussioni. I termini per il provvedimento scadono il 25 di questo mese, e il Governo chiederà quasi certamente in merito il voto di fiducia.

Il parere del Ministro della Giustizia

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sul Dl Fisco dichiara: “Gli evasori oltre i 100 mila euro incorreranno in pene carcerarie severe: dai 4 agli 8 anni, tali misure entreranno in vigore dopo la conversione del decreto in legge”. Secondo il leader dei 5S, Luigi Di Maio è un provvedimento sacrosanto, le manette scatteranno per i ‘pesci grossi’, sempre dopo la conversione in legge. Il carcere ‘a pieno titolo’ rientra dunque nel Decreto Fiscale, misura chiesta con determinazione dai 5S, così come la confisca per ‘sproporzione’. I grandi evasori sono attesi al varco, per chi è incline a farla franca con il fisco, ora barare sarà più arduo. Di Maio afferma con soddisfazione: “Finalmente si possono toccare gli intoccabili ed essere duri con i forti.”

Nel 2015 il Governo Renzi inasprì le pene per gli evasori

Nel 2015 il Governo Renzi inasprì le pene per gli evasori, ora le soglie di punibilità, rispetto a 5 anni fa, saranno abbassate. Aumenteranno le pene minime e massime per quel che riguarda le dichiarazioni deliberatamente fraudolente, tramite uso di documentazione falsa (quali fatture), per operazioni non reali. Per gli evasori pertanto non c’è più scampo, è previsto il carcere fino agli 8 anni.
Nella maggioranza non c’è compattezza sugli interventi, soprattutto per quel che concerne le rettifiche al testo riguardanti le misure sull’inasprimento delle sanzioni penali, per le quali Italia Viva ha espresso il suo dissenso votando contro.

L’opposizione di Confindustria

Ma la maggiore resistenza al riguardo l’ha espressa Confindustria, che insiste sugli eccessi di rigore e dichiara:
“Confermiamo la profonda preoccupazione per il persistere dell’azione sull’ampliamento della sfera penale ai fatti economici.”
Secondo Confindustria, l’intervento che ‘recepisce’ l’emendamento, attraverso il quale si riscrive l’art. 39 del Decreto Fiscale, depositato due giorni fa dal Governo, affronta sicuramente sotto un certo aspetto le criticità che già la Confederazione aveva messo in rilievo nel corso dell’audizione, ma in ultima analisi vanificherebbe proprio questi interventi di miglioramento. Si estenderebbe infatti ancora di più l’ambito applicativo del decreto 231 ai reati tributari.

Aspetti controversi

Valutazioni che renderebbero controversi alcuni aspetti del Decreto Fiscale; l’impatto risulta, sempre secondo l’analisi di Confindustria, “iper repressivo”, in quanto “moltiplica le sanzioni sulle stesse fattispecie”. Certamente tra le iniziative, la confisca allargata rimane un’anomalia, dato che si estendono in tal modo le misure eccezionali rivolte ai crimini di mafia, reati di natura diversa, e dunque l’intervento correttivo annulla quello in materia di responsabilità 231.
“Così facendo – sostiene il comunicato della Confederazione – si criminalizza il mondo dell’impresa, e non è di sicuro questo il modo più efficace per combattere l’evasione e portare in crescita l’economia del Paese.”

Emendamento caro ai 5S

L’emendamento che prevede l’inasprimento delle sanzioni penali, è da sempre caro ai 5S, ma dopo l’estenuante discussione sul tema scottante all’ordine del giorno, hanno votato a favore anche i Dem e Leu, mentre, come già accennato, ha espresso dissenso Italia Viva. Nella maggioranza non c’è stata affinità di vedute, nemmeno sul rinvio dell’applicazione relativa alla cosiddetta Legge ‘spazzacorrotti’, volta all’equiparazione delle regole sulla trasparenza tra partiti e Fondazioni. SI è espressa contro anche in questo caso Italia Viva.
Il leader di IV, Matteo Renzi è stato piuttosto aspro su questo intervento, e infatti ha dichiarato:“Di giorno sui social fanno i moralisti, di notte in Commissione salvano le loro Fondazioni”. L’aumento del rigore sulle pene resta, e invece saranno meno duri gli interventi per reati minori.

Confindustria non è sola

Confindustria non è tuttavia la sola in controcanto, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, compatti hanno lasciato i lavori della Commissione per fare sentire forte e chiara la loro opposizione sulle misure intraprese, non vogliono saperne dell’inasprimento delle pene contro gli evasori e le norme sugli appalti.
E’ prevista una sorta di ‘rivoluzione’ delle scadenze fiscali; il 730 infatti porterà i termini dal 23 luglio al 30 settembre. Aumenterà anche la platea di contribuenti che faranno uso del modello, dunque, oltre ai pensionati e dipendenti, potranno presentarlo anche i titolari di reddito assimilato a quello derivante da lavoro dipendente e autonomo occasionale.

Escluse le multe per chi non ha il POS

Escluse le multe per i titolari di esercizi commerciali che non usano il Pos. Intesa anche sull’emendamento che prevede 180 mln di euro per gli straordinari delle forze di polizia e Vigili del fuoco. Ma si tratta comunque di compensi pregressi, non ancora riscossi, riferiti ad anni precedenti il 2019. La ripartizione di questi fondi prevede che 175 mln vadano a beneficio delle forze di polizia e i restanti ai Vigili del fuoco.
Per i sindaci che operano in Comuni fino a 3 mila abitanti aumenterà l’indennità, che andrà a raggiungere l’85% di quella che spetta ai sindaci di Comuni con popolazione fino ai 5 mila (secondo i conteggi della Commissione Finanze della Camera, raggiungerà i 1.400 euro netti).

I seggiolini anti-abbandono

Passa l’emendamento che prevede il rinvio fino al 6 marzo delle multe che saranno comminate a chi non rispetta le nuove norme sui seggiolini auto per i piccoli. Luce verde anche per l’Iva al 4% sull’acquisto di auto elettriche ‘ibride’, destinate a persone disabili. Un intervento necessario, dato che fino ad ora impediva a queste categorie protette di accedere ai veicoli ‘ecologici’.

Altri emendamenti

Approvato inoltre l’emendamento che rende attivo un incentivo per l’acquisto di airbag per moto, dal prossimo anno sarà detraibile  il 50%, su una spesa massima di 500 euro. Per questo fine stanziati 30 milioni l’anno. Per quel che concerne la “tampon tax” l’Iva passa dal 22% al 5%, solo per il tipo compostabile o lavabile. Ma il Governo intende impegnarsi ancora meglio sulla questione, al fine di ampliare la tipologia di prodotti che beneficeranno della riduzione dell’imposta. La spesa prevista per il finanziamento d’investimenti infrastrutturali (già autorizzata) è di 460 mln, e riguarda la rete ferroviaria nazionale.