FIRMATO L’ACCORDO PER LA CESSIONE DI UNA QUOTA DI GEDI A JOHN ELKANN

DI VIRGINIA MURRU

 

E’ stato siglato l’accordo per l’acquisizione della partecipazione di Cir in Gedi da parte di Exor, la finanziaria di John Elkann, della quale è Presidente e Ceo.

I geni del nonno ci sono tutti.  il giorno in cui Gianni Agnelli, entrando in sala operatoria per un delicato intervento –  e sapendo del rischio che correva – decise di fissare nero su bianco la volontà di designare quale erede il nipote John, come sempre non sbagliò mira. Aveva l’occhio ‘clinico e acuto’ l’avvocato, quando si trattava di valutare le capacità delle persone che gli ruotavano intorno.

E con il nipote prediletto, figlio della numerosa famiglia di Margherita, sua secondogenita, sapeva di tenere salde le radici della dinastia Agnelli. Non sbagliava. Perché John ha meritato la fiducia del nonno, e ha dimostrato, con i fatti, di sapersi muovere a proprio agio nell’ambiente dell’industria in cui è nato e si è formato.

Le sue prime dichiarazioni sull’acquisizioni di Gedi sono volte a fugare dubbi sulla trasparenza e autonomia dell’informazione, e a presentare gli ambiziosi progetti futuri.

Così si esprime al riguardo:

“Siamo impegnati  in un progetto imprenditoriale rigoroso, seguiremo Gedi nelle sfide che propone il futuro in questo ambito, Exor acquisirà l’esperienza maturata nel settore, anche sul piano internazionale, ed è pronta a garantire la necessaria stabilità per rendere accessibili le trasformazioni tecnologiche e organizzative.

Il giornalismo di qualità ha davanti un grande futuro, e noi sapremo coniugare autorevolezza e professionalità, con l’indipendenza e le esigenze dei lettori, di oggi e domani.”

John Elkann si destreggia bene tra i tavoli delle trattative, nei  suoi  bersagli c’è la ‘fusione paritaria’ tra FCA e  gruppo Peugeot, e c’è poi l’attenzione sull’acquisizione della rilevante quota di Gedi, un accordo che gli consentirà il controllo dei quotidiani più prestigiosi del Paese.  Così gli Agnelli riconquistano un ruolo importante nell’editoria che conta, dominante anzi.

Il valore dell’acquisizione è di 198 milioni, i fratelli De Benedetti, Rodolfo, Edoardo e Marco, stanno gestendo l’operazione di cessione. Exor dunque rileverà da CIR, la quale ha accettato l’offerta degli Agnelli, il 43,78% del gruppo Gedi, ad un prezzo di 0,46 euro ad azione. Valore che comprende un ‘premio’ di oltre il 63% sulla chiusura di Borsa di venerdì 29 novembre del titolo Gedi, pari a 28 centesimi. Exor prende quindi il controllo del gruppo, un comunicato congiunto  ha confermato gli accordi.

L’operazione è tuttavia vincolata  al rilascio delle autorizzazioni da parte delle Autorità Antitrust, tra queste quelle della Commissione europea e AgCom.

L’intera operazione si concluderà entro i primi mesi del 2020.  Dopo l’annuncio della cessione, Gedi ha fatto  un balzo del 60% in borsa, equiparandosi al prezzo di Exor.

Un altro capitolo è stato scritto sulle vicende dell’editoria italiana, quella più rappresentativa sul piano dell’informazione, poiché del gruppo editoriale Gedi fanno parte diversi quotidiani, nazionali e locali, nonché periodici, e diverse emittenti radiofoniche di rilevante importanza a livello di diffusione nazionale (come Radio Deejay), e non solo, dato che il gruppo si occupa anche, tra l’altro, del digitale.

Intorno alla metà di ottobre, l’ing. Carlo De Benedetti, tramite Romed, sua  finanziaria , aveva lanciato un’offerta non concordata per rilevare il 29,9% di Gedi, a 25 centesimi per azione, valutando la Casa Editrice 129 milioni. L’offerta, com’è noto, è stata rifiutata con sdegno proprio dai figli dell’ingegnere, e ovviamente non se n’è fatto nulla.

Resta il fatto che forse la proposta era frutto di precise strategie, e che l’attuale operazione di cessione fosse già nell’aria.  Repubblica, testata fondata da Eugenio Scalfari, cambierà dunque ‘padrone’.  Intanto, il sottosegretario con delega all’Editoria, Andrea Martella, vigila sull’operazione in corso, in gioco c’è  l’”aristocrazia” dell’informazione nel Paese, le testate più diffuse sul territorio nazionale, quelle più seguite dai lettori.

Nel corso di un forum con l’Agenzia  ‘Il Sole 24Ore’,  Martella dichiara:

“Siamo molto interessati alla vicenda, si argomenta intorno a testate che costituiscono il patrimonio culturale e informativo del Paese, per via della delega che ho nell’ambito dell’Editoria seguo con il dovuto interesse, soprattutto perché, in primis, è necessario tutelare l’indipendenza dell’attività giornalistica, nonché  garantire la qualità editoriale delle testate.  Senza trascurare gli investimenti nell’innovazione in questo ambito, l’avanzamento tecnologico e il digitale, e non ultimo, il livello di occupazione”

ll sottosegretario Martella è giustamente preoccupato della garanzie sui livelli occupazionali. Purtroppo da Genova arriva già qualche allarme al riguardo. Nella sede genovese del Secolo XIX  (gruppo Gedi) infatti  si rischia una riduzione drastica dei poligrafici, da 24 unità a 11.

Nell’incontro a Roma tra i rappresentanti di Gedi e i sindacati non si è raggiunto un accordo, gli esuberi anzi sono stati confermati, e l’assemblea dei lavoratori ha di nuovo proclamato un’astensione dal lavoro,  oggi pertanto il quotidiano non è presente in edicola.

Un po’ di allarme su questo passaggio di consegne si avverte ovunque nelle redazioni dei quotidiani del gruppo, anche se John Elkann, nelle sue dichiarazioni, ha più volte ribadito la dovuta tutela dell’informazione: l’indipendenza dei giornalisti e delle testate non sono in discussione.

Eppure tante sono state le assemblee di redazione, nelle quali  si è sottolineato il valore inalienabile dell’indipendenza delle testate.

L’Assemblea dei giornalisti de l’Espresso, periodico del gruppo Gedi, ha diffuso un comunicato all’indomani dell’annuncio della cessione della quota di controllo, nel quale si sollecita l’Azienda a “formalizzare da subito gli impegni presi nel corso dell’ultimo incontro con il Comitato di Redazione.

La redazione, nonostante i numerosi sacrifici che sono stati imposti, è riuscita a rafforzare l’immagine della testata, confermandone la centralità nel panorama editoriale. I giornalisti continueranno a garantire ai lettori autonomia, qualità e indipendenza.”

Il sottosegretario Martella è stato  interpellato dal quotidiano ‘Il Sole 24Ore’, anche riguardo alla normativa europea  sul copyright, e ha precisato:

“Abbiamo aperto diversi tavoli tecnici per il recepimento della direttiva (Direttiva Ue in Ddl delegazione in Consiglio dei Ministri entro l’anno). Intendiamo inserire la direttiva europea sul copyright nella prossima legge di delegazione europea, che sarà oggetto di discussione nelle prossime riunioni del CdM, e poi seguirà l’iter in Parlamento.”

Exor, la holding degli Agnelli, è una delle più importanti società d’investimento in Italia e in Europa, quotata nel FTSE MIB della Piazza milanese, la sede è a Torino,  ma la sua presenza non manca a New York e in altre grandi capitali. L’azienda è nata nel 2009 dalla fusione di Ifi e Ifil, storiche società del settore finanziario italiano. E’ un’azienda di diritto olandese, ed ha una capitalizzazione di circa 24 mld US (nel 2017), la sua storia imprenditoriale ha un’esperienza di quasi un secolo, e parte dalle sue radici (nel 1927), dall’iniziativa di Giovanni Agnelli (Istituto Finanziario Industriale). Nel 2009 fu ricostituita con l’attuale denominazione.

Controllata dagli Agnelli, Exor, oltre all’automotive  ha obiettivi che spaziano su investimenti in altri settori e mercati, il raggio d’azione è soprattutto in Europa, ma anche negli Usa, come si è visto, e non si poteva trascurare Cina e India, mercati emergenti per definizione, ma in realtà delle autentiche potenze economiche che condizionano i mercati globali, ormai.

Exor si era già occupata di editoria con il gruppo Fabbri, ma i suoi interessi sono ‘poliedrici’, dato che ha messo le mani sul gruppo Galbani, Sangemini, Peroni, e tanti altri, in Italia e all’estero.

I principali investimenti di Exor comprendono  la compagnia capital good CNH Industrial, la Casa automobilistica Ferrari, il gruppo PartnerRe, la squadra Juventus, il quotidiano economico The Economist.  E’ la prima società in Italia per fatturato, la 19° nel mondo.