FRAGILI LE ALI DI AIR ITALY, GLI AZIONISTI NE HANNO DECRETATO LA LIQUIDAZIONE

DI VIRGINIA MURRU

 

Forse non finirà così il sogno del Principe Karim Aga Khan, per intenderci il grande imprenditore turistico che da zero, nella seconda metà degli anni ’60, creò la Costa Smeralda, rendendola celebre meta di miliardari, ed elevando quest’area costiera del Nord Sardegna ad ‘high level tourism’.

Assicurando i collegamenti con questi luoghi esclusivi, praticamente paradisiaci, attraverso la realizzazione di un aeroporto degno di ricchi personaggi, principi e sceicchi compresi. La prima compagnia si chiamava Alisarda, e col tempo l’Aeroporto di Olbia è diventato sempre più importante in termini di traffico e  scali internazionali.

Poi ha conosciuto tempi d’oro con Meridiana, e infine la compagnia, dopo tante traversie, malesseri e guai interni, ha assunto il nome di Air Italy. Ed eccoci di nuovo a terra, con oltre 1.200 dipendenti a rischio.

Dalle 14:30 di ierii infatti la flotta di Air Italy non vola più, nonostante fino a pochi giorni fa si invitassero i viaggiatori all’acquisto dei biglietti, per questo è in corso l’avvio di un piano di riprotezione per migliaia di passeggeri, i cui voli dovranno essere garantiti.

Il malessere si avvertiva già nel 2018, con un bilancio che registrava una perdita di 165 milioni di euro. Nell’ultimo trimestre del 2019 le perdite sono più che raddoppiate, raggiungendo i 356 milioni di euro. Nelle voci di bilancio anche una riserva negativa intorno agli 850mila euro, e riserve complessive per 263 milioni. Occorreva almeno una liquidità di alcune centinaia di milioni per affrontare il 2020 senza mettere a rischio la gestione dell’azienda.

Roberto Spada aveva lanciato l’idea di coprire la perdita attraverso l’utilizzo integrale delle riserve e azzeramento di capitale, e infine aumento di capitale col sovrapprezzo in grado di ripianare la perdita residua. Il socio unico, Aqa Holding non ha accettato la proposta, cosicché si sono aperte le porte della liquidazione. Il collegio dei liquidatori è formato dagli stessi commissari che si erano occupati del dossier Alitalia.

Il socio di minoranza, Qatar Airways voleva evitare la liquidazione, e dichiara che l’obiettivo della Compagnia era di rilanciare Air Italy e di contribuire alla sua crescita, ma è evidente che era necessario un concorso d’intenti con tutti gli azionisti. Qatar aveva acquisito una quota di monoranza nel 2017, perché credeva nelle sue potenzialità e nelle prospettive di sviluppo per il futuro. Intendeva sostenere un business plan che si prefiggesse di puntare alla crescita, con un management dinamico, che aprisse un varco all’aumento di posti di lavoro, ampliasse le rotte a lungo raggio e si occupasse di migliorare la qualità dei servizi a bordo, di allinearli agli standard di Qatar Airways, di altissimo livello. Ma questi lusinghieri obiettivi non hanno trovato percorsi possibili, visto l’epilogo di questi giorni.

In un comunicato della Compagnia si legge che, a seguito dell’ultima Assemblea degli azionisti (Alisarda e Qatar Airways attraverso AQA Holding S.p.A.) si è deliberato all’unanimità  ‘la liquidazione in bonis’ (ossia che è solvibile) della società, con l’obiettivo di portare al minimo i disagi per i passeggeri che avessero acquistato già i ticket. Le ragioni della scelta deriverebbero dalle ‘persistenti e strutturali’ difficoltà, che rendono ostiche le condizioni di mercato.

A questo riguardo si informano i viaggiatori che, a partire da oggi e fino al 25 febbraio 2020, i voli di pertinenza Air Italy saranno gestiti da altri vettori, con il rispetto della data e orari previsti dai biglietti. Coloro che avessero prenotato voli oltre questa data saranno riprotetti o rimborsati.

Ulteriori dettagli al riguardo sono stati pubblicati nel sito ufficiale.

A quanto sembra al Governo si ignorava che fosse prossima la liquidazione della Compagnia, il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, di recente aveva espresso tutto il suo sdegno per non essere stata messa al corrente della scelta operata dall’Assemblea degli azionisti. Così si era espressa in merito, prima che si arrivasse alla determinazione di mettere in liquidazione l’azienda:

“Non si può accettare che si decida di liquidare un’azienda di questa importanza senza prima informare il Governo, e senza peraltro valutare alternative. Mi aspetto che intanto Air Italy sospenda la deliberazione fino a fissare un tavolo di confronto, che dovrebbe avvenire nelle prossime ore”.

Ma gli azionisti hanno comunque preso la decisione di liquidare la compagnia. Il Pd ha chiamato in causa i ministri competenti con un’interrogazione parlamentare, per tentare di salvare Air Italy.

Intanto i vertici della Compagnia, insieme ai rappresentanti della Regione Sardegna, con l’assessore all’Industria, erano stati convocati in data odierna a Roma dal ministro dei Trasporti Paola De Micheli, dovevano essere presenti anche la Sottosegretaria allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde e il presidente Enac, Nicola Zaccheo. Ma l’incontro è saltato e quindi rimandato ad altra data.

La sede di Air Italy è in Sardegna, mentre la base operativa si trova a Milano Malpensa. Dei circa 1.300 dipendenti, 550 sono in Sardegna. La flotta è formata da 9 aerei, dei quali 3 sono Airbus la cui attività si svolge sul lungo raggio. 26  le destinazioni coperte.

200 lavoratori operano per Meridiana Maintenance, ossia negli hangar in cui si svolge l’attività di manutenzione degli aeromobili. I dipendenti che lavorano nell’amministrazione della compagnia sono circa 100, e circa 120 sono impiegati nei call center. Per questi ultimi sarà difficile il ricollocamento in altre realtà lavorative del settore. Solo per i tecnici e il personale di volo potrebbe essere più facile trovare un nuovo lavoro.

La situazione più drammatica è quella che riguarda i lavoratori sardi della compagnia, si tratterebbe, se gli eventi volgessero al peggio, di un altro colpo per l’isola, già abbastanza bersagliata da chiusure e conseguente alto indice di disoccupazione. Secondo Arnaldo Boeddu (Segretario Generale Fit Cgil Sardegna), non si può accettare una soluzione così drastica ad occhi chiusi, è necessario un forte e autorevole impegno del Governo volto a tornare indietro da un’erta che potrebbe rappresentare la fine di Air Italy.