DI NELLO BALZANO
Il denaro contante: l’incubo di tutti gli ultimi governi, in particolare quelli sostenuti dal centrosinistra, ogni occasione per stimolare il pagamento elettronico viene colta al volo, negli incontri pubblici, nei convegni dove si parla di economia se ne illustrano tutti i vantaggi, a partire dal contrasto all’evasione fiscale.
Tutto sommato argomentazioni convincenti, se non fosse per alcuni aspetti che non sono affatto trascurabili; ne ha parlato anche la sottosegretaria al governo Maria Elena Boschi a Milano durante il convegno “A Cesare quel che è di Cesare” organizzato dall’Università Europea di Roma, se è permessa un po’ di ironia, che ne parli la ministra Boschi è curioso, è stata per tutti i 1000 giorni del governo Renzi nell’occhio del ciclone, seppur senza responsabilità, per la vicenda della Banca Etruria, per farla breve, il denaro elettronico ad oggi nel nostro Paese rappresenta un vantaggio solo per gli istituti finanziari, ovvero prevalentemente le banche, un po’ di perplessità, seppur ingiustificate, potrebbero legittimamente presentarsi.
Carte di credito, ricaricabili, Bancomat, operazioni con il computer ed i telefonini, insomma strumenti indubbiamente comodi, ma quanto costano agli utenti?
Non poco, soprattutto sono costi che spesso non sono evidenti, nelle clausole a caratteri microscopici, negli indecifrabili estratti conti o nelle decisioni unilaterali prese dalle stesse banche nei confronti dei correntisti, ormai tanti anziani fino a pochi anni fa estremamente restii ad avvicinarsi alla tecnologia, oggi pagano alla cassa del supermercato con la tesserina del bancomat, le fantozziane file alla posta il primo di ogni mese per ritirare la pensione, sono un malinconico ricordo.
Nonostante ciò si continua a stimolare, ma sempre senza incentivi, l’uso del denaro elettronico, c’è l’impressione che si voglia far sparire del tutto il contante, senza apparentemente comprendere le motivazioni, riflettendoci un po’, però, si dovrebbe forse fare qualche passo indietro sino alla crisi economica che ha avuto origine negli USA nel 2007 per cercare di comprenderne gli aspetti negativi, un’enorme cratere che ha ingoiato migliaia di miliardi di dollari, che ha messo sul lastrico milioni di cittadini, soldi virtuali, derivati da mutui e prestiti concessi con facilità, senza sottovalutare l’uso a debito delle carte per le quali venivano concessi sconfinamenti in negativo in cambio di pagamenti rateali con relativi interessi, una situazione che è esplosa quando si è compreso che i debitori non in grado di coprire le rate diventavano sempre di più, debiti spalmati in tutte le banche del mondo e venduti ai clienti inconsapevoli, con l’illusoria promessa di facili guadagni.
Insomma il denaro virtuale ha mostrato pesanti limiti, soprattutto con enormi danni nell’economia reale, aziende che portavano avanti le loro attività con normali operazioni di prestito bancario, hanno chiuso i battenti per la sfiducia mostrata dagli istituti nel soddisfare le loro impellenti, ma legittime richieste, senza sottovalutare le “truffe” che migliaia di correntisti hanno subito spesso con l’incolpevole complicità del gentile impiegato dallo sportello, costretto dai superiori a vendere prodotti finanziari collegati ai disastri provocati dalle banche statunitensi.
In questi anni abbiamo visto Paesi europei, uno per tutti la Grecia, schiacciati da richieste economiche impossibili da soddisfare se non con provvedimenti lacrime e sangue nei confronti di inermi cittadini, le motivazioni erano le più disparate, dai bilanci falsati, dallo stato sociale troppo generoso, chiediamoci se senza la crisi statunitense tutto ciò sarebbe successo, probabilmente no.
In definitiva nessun problema alla guerra al contante, se a questa però corrisponde una seria riforma della finanza nel suo complesso, in primo luogo che l’economia reale torni a prevalere su di essa, ad oggi non sembra che le cose stiano cambiando molto, anche se la speranza è l’ultima a morire. Una cosa è certa la vera grande evasione, quella dei paradisi fiscali, delle operazioni gestite dalla malavita organizzata, anch’essa ormai globalizzata, in breve quelle che operano col contante, con le famose banconote da 500 euro sono ancora lì e godono di un sostegno a livello bancario che permette loro di continuare indisturbati, insomma il racconto che sono i borsellini delle massaie il problema non convince.