IL MINISTRO MINNITI E IKELO

DI NELLO BALZANO

DAL SECOLO XIX DI QUESTA MATTINA, DOMENICA 24 SETTEMBRE

Nelle prime pagine un riquadro che racconta gli applausi raccolti dal ministro dell’interno Minniti alla festa di Fratelli d’Italia, partito della destra italiana, mentre spiega la sua strategia per limitare il flusso dei migranti, nella cronaca locale savonese la storia di Ikelo un sedicenne nigeriano sbarcato in Sicilia da solo, in fuga dal regime tirranico di Boko Haram.

Dopo aver navigato verso l’Italia, in uno dei tanti barconi dei disperati in fuga dal continente africano è arrivato in Sicilia, da lí è stato trasferito in una comunità di Genova, di sua iniziativa prende il treno per Savona e, attrezzato di scopa e paletta, spazza le foglie sui marciapiedi di Corso Ricci, il suo “stipendio” è dentro una ciotola davanti ad un cartello che racconta chi è.

Fa il netturbino, un mestiere che per tanti anni era la normalità per tutti i comuni italiani, oggi sostituiti con i tecnologici spazzoloni rotanti montati su appositi mezzi, ma che non danno certamente un risultato migliore, lo fa, spiegandolo in un inglese stentato e gli occhi bassi, per rendersi utile nei confronti di chi lo ha accolto, ovviamente non disdegna le giuste offerte dei commercianti soddisfatti del suo lavoro.

Insomma, non vende fiori o cianfrusaglie, semplicemente vuole a modo suo dimostrare la sua volontà di integrazione.

Da un lato Ikelo nella piccola cronaca locale, dall’altro il ministro nelle prime pagine. Scelgo di schierarmi senza ombra di dubbio con il ragazzo nigeriano.