NON SONO SOLO NUMERI, PURTROPPO

DI NELLO BALZANO

Sale l’occupazione, ma all’interno di questo dato cala l’occupazione giovanile.
Scendendo nel particolare, più contratti a tempo indeterminato, meno a tempo determinato.
Tradotto: in Italia l’imprenditoria non scommette sul futuro. Predilige la tranquillità dell’esperienza degli “anziani” a scapito della crescita di nuove figure, nel complesso il dato peggiore che l’ISTAT poteva comunicare.
Stonano quindi le dichiarazioni di chi lo dipinge come dato positivo, perché in tutto questo emerge la perfidia del Jobs act, in quei contratti in modo beffardo definiti a tempo indeterminato, lavoratori che non possono concertare con i datori quindi assoggettati alle sole volontà delle imprese.
Senza trascurare che all’interno dei 28 in Europa siamo i terzultimi.
Il giovane premier che ha narrato nella sua attività governativa la guerra ad un, a suo dire, mercato del lavoro obsoleto, nella dura realtà dei numeri ha condannato le generazioni più giovani, ma nel contesto ha punito anche i genitori che perdono quel potere contrattuale per tramite dei sindacati, che permetteva loro di aver più disponibilità economiche per favorire la crescita scolastica dei figli.
Come sempre, quindi, favoriti chi ha maggiori capacità economiche.
Complimenti Renzi, goditi il tuo inutile posto da senatore di minoranza con tutti i suoi emolumenti.