PADOAN: INSOPPORTABILI ILLAZIONI SUI CONTI PUBBLICI, NULLA NASCONDIAMO ALLA GENTE

DI VIRGINIA MURRU
Così pieno di sdegno, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, non lo si era mai visto, altre volte ha mostrato i denti verso allusioni tendenziose, ma in questa circostanza ha ritenuto che il veleno in circolo fosse veramente troppo.
Le illazioni, così come egli le ha definite, riguardano la finanza pubblica, la quale non avrebbe affatto abbandonato il girone infernale in cui da decenni ‘brucia’. Padoan non accetta queste considerazioni, e dichiara:
“Sta diventando insopportabile la confusioni tra fatti e allusioni, che serve solo a disorientare la gente, alla quale nulla abbiamo nascosto circa i conti pubblici, che sono migliorati, e il riflesso nell’economia, al di là dei numeri, è ben evidente”.
Così si è espresso nel corso dell’Assemblea degli industriali che si è tenuta a Salerno, e ha aggiunto:
“sta per chiudersi una legislatura che metterà nelle mani della successiva un quadro oggettivamente migliore, non vogliamo nascondere nulla, è un dato di fatto che la situazione congiunturale sia nettamente migliore.”
I venti contrari, per la verità, sono giunti nei giorni scorsi dagli ambienti più scettici dell’Unione europea, che  esprimono riserve nei confronti delle finanze dello stato italiano, che non sarebbero ancora ‘a norma’, secondo i requisiti del Patto di Stabilità e Crescita di Maastricht, stipulato e sottoscritto nel 1997 dai paesi membri dell’Ue.

Nel corso del meeting di Strasburgo di alcuni giorni fa, infatti, la Commissione ha deciso di chiedere al Governo ulteriori chiarimenti sulla manovra 2018 (bozza di legge di Bilancio) e sulle risultanze dei conti relativi al 2017.

La lettera sarà quasi certamente formalizzata e trasmessa il 22 novembre prossimo, secondo alcune Agenzie di stampa, allorché diventerà ufficiale il parere sulla legge di Bilancio 2018- E tuttavia, secondo la Commissione, è opportuno attendere le verifiche di Eurostat ad aprile, con numeri più chiari, per accertare se ci sia effettivamente stato uno scostamento dai parametri europei nel 2017. Si dovrà attendere dunque fino a maggio prossimo, mese in cui, solitamente, la Commissione, rende note le proprie previsioni.

Il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, ha già risposto alla missiva di fine ottobre (prima della pubblicazione delle previsioni autunnali), circa le perplessità espresse sullo scostamento dei conti italiani rispetto a quelli redatti dai tecnici dell’Ue. Il riferimento è evidentemente alla riduzione programmata del deficit, rivisto secondo gli effetti del ciclo economico, e al ‘netto’ delle una tantum.

Padoan aveva concordato tre decimi di punto di Pil con il Commissario Pierre Moscovici (accordo politico), ma si sarebbe andati tuttavia anche oltre, secondo la Commissione, rispetto a quelli concordati. In termini numerici,  la deviazione sarebbe pari a 3,5 mld di euro, e pertanto il Governo dovrà provvedere con una manovra correttiva, così come è già accaduto per la precedente Legge di Bilancio presentata dall’ex premier Matteo Renzi.

Il più riottoso sembra essere Jyrki Katainen, nel suo ruolo di vicepresidente della Commissione, il quale sostiene che l’Italia non stia migliorando in termini di finanza pubblica. E queste sarebbero ‘le illazioni’ che hanno poi suscitato lo sdegno di Padoan.

Ricordiamo che la Commissione europea ha il potere di respingere la Legge di Bilancio dei Paesi che non risultassero virtuosi in termini di compliance, rispetto alla normativa fiscale dell’Unione. All’Italia comunque, si è chiesto un ‘aggiustamento’ strutturale che slitterà al 2018. A ottobre, il Governo ha preso un impegno per un aggiustamento dello 0,3%, un braccio di ferro che dura da più di un anno, e che Padoan ha più volte motivato con la lunga serie di emergenze che l’Italia ha dovuto affrontare, come gli eventi sismici e la gestione dei flussi di migranti.

Il ministro dell’Economia rimanda indietro le frecciate, i suoi bersagli (alla Commissione europea) hanno sicuramente raccolto il messaggio, nonostante le loro obiezioni sulla presunta mancata correzione del deficit strutturale.
All’assemblea degli industriali tenutasi ieri a Palermo, era presente anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, il quale ha interpretato in modo meno aggressivo le ‘illazioni’ della Commissione europea. E infatti dichiara:
“Per quel che riguarda gli impegni presi dal Governo sul controllo e riduzione del deficit, il riferimento che proviene dall’Ue è rivolto più verosimilmente ai partiti politici, che sono già scesi in campo nella campagna elettorale per le prossime elezioni politiche”.
E ha proseguito con un monito:
“Bisogna fare davvero attenzione alle politiche economiche che favoriscono l’aumento del deficit, e di conseguenza anche il debito”.
Boccia concorda poi con il ministro Padoan, sul fatto che negli ultimi anni sono stati compiuti sforzi notevoli per contenere il dramma del debito pubblico, che ha pesato come piombo nelle scelte concernenti la politica economica. Un limite che non è mai stato sottovalutato, Padoan del resto ha sempre messo le mani avanti su questo vortice che inghiotte e macina risorse, sostenendo che purtroppo ‘il sentiero è stretto’.
Prendere atto dei limiti, di cinquant’anni di errori, non significa, secondo gli intendimenti di Padoan, che la situazione sia irreversibile e che non si possano fare dei passi avanti, così come ritiene si sia fatto nel corso della presente legislatura. Egli si definisce peraltro un ministro atipico in termini di ottimismo: ‘sono stranamente ottimista’.
“Si può guardare avanti, facendo tutto ciò che è possibile in termini di strategie per migliorare, allo stesso tempo restando con i piedi per terra, senza ‘compiacersi’ eccessivamente dei risultati, che pure sono arrivati, e sono sotto gli occhi di tutti”.
Conclusioni che il ministro ha ribadito in tante occasioni, mette in rilievo i risultati ottenuti, nonostante il ‘sentiero stretto’, che ‘tuttavia si sta allargando’, i miracoli, del resto, non sono il target di un governo serio, si opera secondo scelte adeguate, e i frutti arrivano, gradualmente, ma la crescita apre nuovi orizzonti, così com’è accaduto in Italia negli ultimi anni.
Il problema è che la gente si aspetta forse l’uso di una bacchetta magica che nessun governo può adottare.
E sottolinea infatti Padoan:
“Il Paese può fare ulteriori progressi, noi abbiamo creato delle buone fondamenta per aprire la strada alla speranza di un futuro più solido, dipenderà dalla prossima legislatura, dalla capacità di proseguire su un percorso già tracciato. Noi abbiamo compiuto ogni sforzo per migliorare la finanza pubblica e nel contempo favorire la crescita.”