EMBRACO. SCOUTING A BRUXELLES PER ACCERTARE EVENTUALI RESPONSABILITA’ DELLA SLOVACCHIA

DI VIRGINIA MURRU

 

La tormentata vicenda  Embraco sta rendendo rovente il clima elettorale in Italia, già segnato da contrapposizioni e tensioni politiche, normali comunque in periodi come questi.

Prima che Embraco, l’azienda brasiliana del gruppo Whirlpool- che produce compressori per frigoriferi – chiuda i cancelli a Riva di Chieri, dovrà rendere chiare le ragioni che hanno portato il management a decidere la delocalizzazione e il trasferimento della produzione in Slovacchia.

Dietro questa scelta non ci sono motivi di ‘simpatia’, gli interessi guidano sempre rivolgimenti di questo tipo. Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda è volato ieri a Bruxelles e ha incontrato la Commissaria alla Concorrenza, Vestager, chiedendo con forza l’intervento delle autorità dell’Unione per sospetti aiuti di Stato (in particolare Fondi strutturali europei) da parte della Slovacchia nella vicenda Embraco.

“La Commissaria a Bruxelles – dichiara il ministro – ha acquisito molto bene gli elementi che hanno portato il governo italiano ad esprimere disappunto verso probabili interventi di Stato nell’Europa dell’Est, al fine di attrarre investimenti in questi paesi, violando, se questo fosse confermato, le norme dell’Ue sulla concorrenza. Mi è stato assicurato che la Commissione al riguardo sarà intransigente”.
E ha aggiunto:
“la Slovacchia, con 5 milioni di abitanti ha il gioco facile, con i Fondi europei poi lo è ancora di più”.

La solidarietà verso il ministro italiano è totale, da parte degli altri Paesi membri e dalle Autorità dell’Unione europea. Non si possono del resto stabilire norme in deroga ai Trattati in modo unilaterale e pensare di farla franca, se si firmano accordi è necessario rispettarli.

Intanto è stato aperto lo scouting, ossia un processo di accertamenti per verificare se effettivamente le ragioni che stanno portando la multinazionale a ‘migrare’ su orizzonti più allettanti, per quel che concerne i costi di produzione, derivano da aiuti di Stato non consentiti dalla normativa Ue. Si tratterebbe in questo caso di scorrettezze inammissibili, concorrenza sleale verso altri paesi dell’Unione.

La multinazionale, intanto, ha ribadito la volontà di andare avanti con i licenziamenti, non intende nemmeno fare ricorso agli ammortizzatori sociali per effettuare interventi di reindustrializzazione. Tra il governo, i dipendenti di Embraco e i vertici aziendali, ormai si è instaurato un braccio di ferro dal quale emerge intransigenza da tutte le parti in causa. Le decisioni della Commissione a Bruxelles sulla vicenda, saranno decisiva per le sorti dello stabilimento di Riva di Chieri.
Secondo il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, l’atteggiamento della Slovacchia ‘è inammissibile’.