CROLLANO LE BORSE ASIATICHE DOPO L’ANNUNCIO DEI NUOVI DAZI CONTRO LA CINA

DI VIRGINIA MURRU
 
Un “dèjà vu” che i mercati non hanno gradito, era già accaduto il 23 marzo scorso del resto, dopo l’annuncio del presidente Usa d’introdurre i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio, che avrebbero in particolare colpito quelle provenienti da Pechino.
 
Si ripropone lo stesso scenario, e non solo sulle piazze asiatiche e del Pacifico. In apertura di seduta anche Piazza Affari è in calo, effetto domino che perpetua una tendenza diventata norma per i mercati finanziari, i quali agiscono come obiettivi sensibili, su onde d’urto provenienti dalle scelte più incisive della politica economica. Incidono anche le recenti risoluzioni dell’Eurotower, che ha annunciato, alcuni giorni fa, lo stop al Quantitative Easing entro dicembre.
 
L’ultima incursione dell’establishment americano non è uno scherzo: i nuovi dazi colpiranno l’import dalla Cina per un valore di circa 200 miliardi di dollari, qualora i cinesi si azzardino a proteggere a loro volta le importazioni dagli States, attraverso contromisure.
 
Per il governo cinese, che ha minacciato ritorsioni, si tratta di un autentico “ricatto”, ma tant’è: Trump ha già dimostrato che gli interessi americani vengono prima dei rapporti diplomatici, prima della distensione nelle relazioni internazionali, prima del rischio di un conflitto commerciale.
I mercati lampeggiano in rosso, e reagiscono con perdite consistenti al clima d’instabilità proveniente dalla guerra commerciale tra Cina e Usa. A Piazza Affari il Ftse Mib sta cedendo l’1,44%, in rosso anche le altre piazze europee, ma i crolli più rilevanti si riscontrano nei mercati asiatici: Shanghai cede il 3,82%, Shenzhen il 5,30%, Hong Kong perde il 2,72%.
Il Nikkei ha chiuso la sessione con un calo dell’1,73%, sulla stessa linea Taiwan.
 
Diverso il clima a Wall Street, che non ha riportato grandi turbolenze dopo le dichiarazioni di Donald Trump. L’S&P ha registrato un lieve calo: -0,40%, e il Dow Jones -0,21%, il Nasdaq ha chiuso in positivo, sia pure lievemente.