DISAGI ALTERNI PER LO SCIOPERO NAZIONALE TRASPORTI

DI PIERLUIGI PENNATI
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Lo sciopero si sarebbe dovuto tenere il 26 giugno, ma il ministro Del Rio lo aveva differito con un’ordinanza nella quale compariva anche la motivazione che faceva “troppo caldo” per creare disagi, ma evidentemente non per lavorare, quindi USB Lavoro Privato e FAISA Confail, i sindacati che lo avevano indetto, lo hanno spostato, non senza protestare, a ieri , giovedì 6 luglio, quando le temperature pare fossero adatte a consentire l’astensione del lavoro.
Quattro o 24 ore di astensione a seconda delle città, come al solito controverse e come al solito segnate da episodi di differente intolleranza, sia dei cittadini, che delle imprese, come a Trento, dove Trentino Trasporti, affermando di non aver ricevuto in tempo la documentazione, ha intimorito i lavoratori con minacce dirette di sanzioni disciplinari, facendo fallire l’iniziativa.
Secondo USB, tramite Daniel Agostini segretario generale USB Trentino Alto Adige, si tratta di un inaccettabile «comportamento anti-sindacale, porteremo Trentino Trasporti Esercizio in Tribunale». In tutte le altre imprese trentine lo sciopero si è tenuto regolarmente.
A Roma i sindacati parlano di una adesione al 90%, e forti disagi si sono registrati a Napoli, Bologna, Genova, Milano, Napoli, Torino, Firenze, dove scioperava anche il sindacato locale SUL, Venezia e molte altre città, con metro, autobus, tram, vaporetti e parte del trasporto ferroviario fermi per quattro o ventiquattro ore con modalità diverse da città a città a seconda dei sindacati.
I lavoratori protestavano contro la privatizzazione del trasporto pubblico locale e, nel caso delle 24 ore, erano comunque garantite le due fasce fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20, che però non hanno evitato la folla alle fermate dei bus che rientravano ai depositi, mentre a Venezia lo sciopero ha creato solo disagi limitati per mezza giornata.
Secondo USB Lavoro Privato e FAISA Confail la privatizzazione delle aziende di trasporto pubblico locale e la riorganizzazione del settore tramite fusioni e liquidazioni comporteranno licenziamenti ingiustificati, USB chiede perciò di «difendere il diritto dell’esercizio di sciopero nei servizi pubblici essenziali, contro la politica delle privatizzazioni, le norme per la riorganizzazione dei servizi pubblici locali e delle aziende partecipate che prevedono fusioni, chiusure e liquidazioni e un esubero di personale di oltre 300.000 lavoratori».

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