LIBERISMO: SI, MA SENZA AUTOLESIONISMO

DI PIERLUIGI PENNATI
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La nazionalizzazione dei cantieri STX non passa inosservata, non solo per la mossa decisamente controcorrente rispetto ai tempi, nei quali “il mercato” sembra essere la soluzione migliore per i più “autorevoli” economisti ed influenti politici, ma soprattutto perche nel farla si scopre che un liberista dichiarato come Macron pensa che esistano ancora beni nazionali da difendere e non solo da vendere.
Nel farlo dà uno schiaffo all’industria italiana, scalzando Fincantieri, ed alla politica nazionale, facendo risvegliare il politico più presente nei media dei giorni nostri, Matteo Renzi, da un sonno liberista nel quale Macron doveva essere un conpagno di merende ed invece si fa i fatti suoi.
Il sindacato USB, impegnato nella campagna per la nazionalizzazione di Alitalia ed Ilva, non perde tempo e titola “Nella Ue nazionalizzare si può. La Francia lo fa per STX, l’Italia deve farlo per Alitalia e Ilva”.
Stefano Fassina non è da meno e scrive sulla sua bacheca Facebook “Il Governo Macron ha deciso di nazionalizzare i cantieri Stx di Saint-Nazaire cancellando brutalmente la soluzione già contrattata per il passaggio del 67% della proprietà del cantiere navale a Fincantieri. Il Governo italiano rimane a guardare.”
Se la critica al governo è chiara, è altrettanto chiaro che la mossa scoperchia un problema assai più grande: vale sempre la pena di privatizzare?
Vendere o svendere beni dello stato è una tendenza diffusa sempre più, non solo in Italia, ma in Italia ha raggiunto negli ultimi decenni livelli davvero da record, sono state privatizzate sia aziende sane che aziende in crisi per colpa non del mercato e della richiesta, ma dei manager incapaci, premiati per andarsene e regalando ad altri incapaci che poi hanno continuato la rovina.
È il caso di moltissime aziende, “Intanto, Vivendi ha conquistato TIM. Ma è soltanto l’ultima acquisizione di preziosi e strategici asset italiani da parte di altri paesi dell’Ue, in un quadro di conclamata assenza di reciprocità.”, continua Fassina, “L’intervento dello Stato in imprese di primaria rilevanza per lo sviluppo del Paese rimane un tabù? È grave e irresponsabile la passività del Governo.”
Abbiamo assistito inermi a privatizzazioni inutili e dannose, persino aziende ultrasane, produttive e strategiche per la sicurezza nazionale, come ENAV, l’Ente Nazionale di Assistenza al Volo, che produce da sempre utili record, dagli oltre 50 milioni nel momento della sua privatizzazione ai ben 76 dell.anno scorso, ceduta al 49% per circa 400 milioni, valore recuperabile in meno di 8 anni e perduto per sempre.
In Francia Macron sostiene di voler proteggere l’industria nazionale, in Italia Padoan replica che serve proteggere le banche, il capitale innanzitutto, nel frattempo da noi si disperdono centinaia di migliaia di posti di lavoro a costi sociali superiori ai costi per la loro protezione nazionalizzando, quindi una riflessione seria dovrebbe forse essere fatta prima che sia troppo tardi e si sia troppo poveri e senza lavoro per poter reagire senza una rivoluzione armata, perché si sa, il popolo affamato non ha mai risposto a nessuna legge, democratica o meno.
Troppe aziende sono state privatizzate per proteggere il capitale, sarebbe ora di cominciare pensare di proteggere il lavoro, in fondo, e fino a quando qualche scellerato non riuscirà a cambiarla, è scritto anche nell’articolo 1 della nostra costituzione “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.”

Una risposta a “LIBERISMO: SI, MA SENZA AUTOLESIONISMO”

  1. Non occorre aspettare Macron! Lo dice la nostra Costituzione nei suoi articoli 42 e 43 “quando il privato oppure una SPA o Multinazionale che esprimono interesse nazionale e non mantiene i posti lavoro è lo Stato che se ne deve occupare nazionalizzando tali imprese”Ci vuole molto a dirlo in Europa e in tutto il mondo che,socialmente parlando, abbiamo la Costituzione più bella dell’Universo????

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